13 Agosto 2015 2020-01-26T17:36:15+01:00 I segreti di Pisa nascosti tra i suoi vicoli TuscanyPeople Chiara Ficini Share: Lo sapevate che Pisa ospita una delle opere più importanti del movimento Pop Art? Che nascosto dentro un palazzo dalla facciata anonima c’è un piccolo teatro settecentesco che fino a poco tempo fa era la sede di un grande deposito di biciclette? Che il diavolo in persona ha lasciato le sue impronte digitali sul nostro Duomo? Pisa Pisa è ricca di luoghi dalla bellezza paradossale e di contraddizioni: non solo torri che pendono ma anche antichi chiostri smontati e rimontati quasi fossero composti da mattoncini Lego, facciate di palazzi che fanno pensare più a New York che al resto della Toscana, buffe leggende esoteriche mischiate con la storia di famosi monumenti, piccoli segreti e anomalie urbanistiche che molto spesso il visitatore di passaggio non può trovare tra le pagine di una guida. L’invasione silenziosa di Pisa Tra Luglio a Settembre ha luogo ogni anno l’invasione silenziosa delle matricole. Una piccola folla di ragazzi appena usciti dai banchi del liceo spesso accompagnati da parenti e amici vengono in visita da ogni parte d’Italia per conoscere l’università e scegliere in quale facoltà iscriversi: matricole con mamma e papà al seguito si confondono tra i turisti ai tavoli dei bar, corrono da una parte all’altra del centro spesso senza accorgersi che passeggiano per una città piena di tesori nascosti e di luoghi segreti. Con la guida giusta e qualche dritta il noioso pellegrinaggio tra uffici e segreterie può trasformarsi anche per loro in un’avventura affascinante. Innanzitutto dobbiamo scegliere il mezzo di trasporto, il modo migliore per esplorare il centro e i suoi vicoli e la bicicletta: all’angolo di via San Lorenzo prendiamo a noleggio una bicicletta di CicloPi il servizio di Bikesharing che con una tessera elettronica e pochi euro ti permette di muoverti in autonomia. Pedalando non sarà difficile trovare anche i luoghi meno noti ma più caratteristici della città: Il Teatro Rossi di Pisa La facciata in via del Collegio Ricci proprio di fronte alla sede storica della Facoltà di Lettere (oggi Giurisprudenza) non fa pensare in nessun modo ad un teatro, eppure lì dietro il teatro c’è un gioiello di architettura settecentesca, un piccolo capolavoro del barocco, il teatro più antico di Pisa che dagli anni ’50 in poi con l’avvento del cinema di massa e il declino dell’avanspettacolo viene progressivamente abbandonato. Oltre sessanta anni d’incuria e di degrado avevano trasformato la platea in un deposito di biciclette, gli stucchi dei palchi e le quinte del palcoscenico si erano deteriorati e i più giovani in città neanche sapevano dell’esistenza del Teatro Rossi fino a quando un collettivo di studenti, lavoratori precari della cultura e cittadini non ha riaperto le porte e ripulito il foyer, la platea e il palco, da allora – quasi tre anni fa – è nato il T.R.A. Teatro Rossi Aperto. Chiamata alle armi In questi tre anni il teatro ha ripreso a vivere proponendo alla città un intenso programma fatto di incontri, laboratori e spettacoli, ma anche musica e arti visive. Sebbene il percorso di recupero della struttura sia appena all’inizio e ci sia bisogno – per i lavori di ristrutturazione – dell’intervento di amministrazione pubblica e Soprintendenza ai beni culturali il Teatro Rossi oggi è visitabile e attivo grazie alle attività del T.R.A e del gruppo che progetta al suo interno. Di recente è stato lanciato un bando di “Chiamata alle arti” per progetti e artisti che vogliono usare il teatro come sede per le loro attività e per vivere e mostrare a tutti gli spazi del Rossi, anche i più nascosti. La risposta è stata più che positiva con oltre sessanta proposte che questi mesi stanno stanno dando vita a laboratori, residenze e presentazioni fino alla fine del 2015. In settembre il T.R.A festeggia il suo terzo compleanno nella settimana dal 20 al 27 con eventi fra musica teatro e letteratura. Pisa e il Murales di Keith Haring E’ intitolato Tuttomondo il grande murale di circa 180 metri quadri che l’artista Keith Haring dipinse nel 1989 sul lato nord della chiesa del convento di Sant’Antonio, proprio dietro Piazza Vittorio Emanuele II. Tuttomondo è l’ultima opera pubblica dell’artista statunitense scomparso a soli trentadue anni, è anche il più grande murales mai realizzato in Europa. Haring incontrò a New York un giovane studente pisano che lo invitò in Toscana, l’idea di dipingere il murales si trasformò in realtà grazie alla collaborazione di tutta la città: in soli quattro giorni, con l’aiuto di studenti e artigiani del luogo e grazie alla disponibilità dell’amministrazione locale e del parroco di Sant’Antonio l’artista statunitense dipinse quest’opera che è diventata negli anni uno dei simboli contemporanei di Pisa. Trenta figure dinamiche e di grande vitalità, concatenate tra loro a simboleggiare la pace e l’armonia del mondo con al centro la croce pisana rivisitata in chiave pop art. Grazie a Tuttomondo Pisa è citata insieme a Berlino e New York come “città-chiave” per la storia della pop art: con le sue grandi dimensioni e i colori sgargianti il murales è diventato parte del tessuto urbano non meno delle case-torri medievali e delle chiese romaniche. Pisa e La Chiesa della Spina Appoggiata al parapetto di Lungarno Gambacorti, affacciata sul fiume nel punto forse più bello di tutto il lungarno pisano da cui si può godere al tramonto di una vista mozzafiato c’è una piccola chiesa gotica che merita una visita non meno di Piazza dei Miracoli. La Chiesa della Spina non è famosa solo per le sue guglie, le sue cuspidi e la bellezza dei suoi marmi policromi ma anche per la sua storia: la vicinanza al fiume è sempre stata un pericolo per la chiesa che originariamente era edificata proprio sulle sponde del corso d’acqua. Il cedimento del terreno e la continua minaccia di infiltrazioni nei momenti di piena dell’Arno convinsero le autorità a metà dell’800 a “smontare” la chiesa pezzo per pezzo e riposizionarla pochi metri più in alto: una vera e propria impresa ai limiti delle possibilità ingegneristiche dell’epoca che ha salvato la Chiesa della Spina permettendo a tutti noi di ammirarla ancora oggi. Le dita del diavolo Il carattere di una città, il suo spirito unico e originale si forma anche attraverso storie e leggende che nei secoli gli abitanti si tramandano. Quella delle dita del diavolo piace in particolar modo ai bambini. Non vi stupite quindi se passeggiando intorno al duomo di Pisa vedete qualche bambino intento a contare con la massima concentrazione una lunga fila di piccole infossature nere – curiosamente rassomiglianti a impronte digitali – sulla fiancata Nord della grande cattedrale in Piazza dei Miracoli. Probabilmente qualche adulto gli ha raccontato la storia del diavolo che invidioso della bellezza della chiesa tentò di arrampicarsi fino al tetto per impedire che la costruzione venisse ultimata: cacciato dalla forza divina, l’unica traccia del suo passaggio restano le sue impronte impresse nella pietra, trattandosi delle dita del diavolo ogni volta che si prova a contarle si ottiene un numero sempre diverso. I segreti di Pisa non finiscono qui ma se siete venuti a iscrivervi o a iscrivere vostro figlio a uno dei dei tre Atenei cittadini avrete il tempo di un corso di laurea per scoprirli tutti. La tua passione è la Toscana? Anche la nostra! ⇒Teniamoci in contatto⇐ Riproduzione Riservata © Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreChiara FiciniBlogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/segreti-di-pisa/" width="100%" count="on" num="3"]