La storia di cui parliamo oggi è quella del simbolo del gatto e di come, intorno ai nostri amici pelosi, da sempre girino antiche leggende, credenze e arcani misteri.

Il simbolo del gatto: storia e significati legati al nostro amico felino

Diciamolo chiaro e tondo, i gatti, a dispetto di qualche oscuro periodo storico in cui sono stati dissennatamente identificati con potenze sovrannaturali demoniache, sono animali amatissimi dall’uomo, e addirittura, negli ultimi tempi, rientrano tra i quadrupedi più di moda, oltre a essere, secondo le statistiche, i più fotografati sui social.

Zampetta di gatto esce da una scatola

Perché sono oggettivamente belli, armonici, come tutti i felini, ma possono anche risultare molto buffi, simpatici, nelle loro agili spericolatezze, affascinanti nelle loro pose aristocratiche, e di grande compagnia, nella loro capacità di dare affetto e trasmettere pace, serenità. Sono pulitissimi, silenziosi, sanno stare al loro posto. Cosa si può pretendere di più da un animale?

Le origini del gatto

L’origine di questo piccolo felino risale al periodo terziario, circa 50 milioni di anni fa. È discendente del Felis sylvestris libica, il gatto africano. Essendo predatori notturni, i gatti hanno la capacità di vedere attraverso l’oscurità, e proprio per questo sono da sempre considerati i guardiani dell’aldilà, in particolare dal popolo celtico.

Occhi ipnotici di gatto tigrato

Nella cultura Islamica il gatto è tenuto in alta considerazione dal momento che, secondo la leggenda, avrebbe salvato il profeta Maometto dall’attacco di un serpente velenoso.
Nell’Antica Roma erano sacri a Diana, dea amazzone dei boschi e della luna, e il loro compito era quello di custodire e proteggere la casa.

Nella mitologia norrena i gatti guidavano il carro della dea Freyja, e la loro presenza simboleggiava la buona sorte per i nuovi nati e le famiglie numerose. Mentre nella religione indù sono sacri a Shasthi, la dea della nascite, e rappresentano la fertilità.

I gatti nell’Antico Egitto

Ma è soprattutto nell’Antico Egitto che si è instaurato il sottile, duraturo, legame esoterico tra uomo e gatto. Mosis era il grande gatto che ogni notte lottava al fianco di Ra contro il serpente Apopi, inoltre questo felino era considerato la manifestazione terrena di Bastet, – dea della salute e divinità protettrice della fertilità, della maternità e delle gioie terrene (danza, musica e sessualità) -, rappresentata col corpo di donna e la testa di gatto.

Antica statua egiziana che rappresenta la dea Bastet in forma di gatto

Nella sua mano sinistra veniva spesso raffigurato un amuleto sacro a forma di occhio di gatto, l’utchat, che possedeva poteri magici. Si usava riprodurre l’amuleto anche nelle decorazioni delle case – attraverso cui proteggeva da furti, malattie e incidenti -, nei templi e nei gioielli. Tenuto al collo, proteggeva i viaggiatori, mentre regalato agli sposi era auspicio di molti figli.

Il gatto, come animale fisico, era venerato come sacro, tanto che chi lo uccideva era punibile con la pena capitale. Quando un gatto moriva veniva imbalsamato e posto in una necropoli esclusivamente destinata alla sua specie.

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Antiche mummie egiziane di gatti

Un essere lunare

Il gatto, essere lunare, è l’emblema dell’umido, del femminile, della terra, del notturno, contrapposto al maschile, al solare. Elegante, sensuale, sinuoso, astuto, misterioso. Domestico e selvatico. Ambivalente e inafferrabile. Sensibile, intuitivo, magico, simbolo del sinolo tra realtà umana e spirituale: lo Stregatto di Alice, entra ed esce dalla storia come preferisce. Quello invece di una fiaba moderna come “Coraline” è capace di passare da un mondo all’altro a suo piacimento, senza farsi risucchiare.

Per le sue capacità sensitive il gatto è ritenuto un animale empatico. Chiunque abbia almeno un gatto può rendersi conto di quanto questo straordinario felino conosca istintivamente i segreti del benessere e dell’armonia: i monaci zen ritenevano addirittura che fosse in grado di “mostrare la Via”.

Gatto cucciolo gioca con un gomitolo di lana

Gran parte delle sue eccezionali qualità dipendono dai sensi: udito super fino, olfatto prodigioso, vista “a raggi infrarossi” che funziona anche al buio, sono solo alcuni dei sofisticati strumenti che gli consentono di percepire una realtà molto più ampia di quella alla nostra portata.

I poteri del gatto

C’è chi sostiene che i campi energetici di un gatto ruotino in senso antiorario, l’opposto di quelli di un uomo, e che pertanto i gatti abbiano la capacità di catalizzare su di sé le energie negative dell’ambiente, purificandolo senza rimanerne intaccati.

Gatto a pelo lungo dorme vicino alla finestra

Gli sciamani attribuivano ai gatti poteri terapeutici, e in effetti studi scientifici recenti hanno dimostrato come le fusa, emesse a 20-140 hz, facciano parte di quelle frequenze già note che interagiscono positivamente con l’organismo umano: riducono sensibilmente lo stress, i problemi al cuore e alle ossa, regolano la pressione sanguigna, accelerano la guarigione di ferite e infezioni. In poche parole, il gatto come panacea di tutti i mali, altro che animale negativo.

C’è anche chi sostiene che il gatto possa riposare tranquillamente sopra i nodi di Hartmann – intersezioni delle linee del campo magnetico della terra che procurano, a chi vi sta sopra per un tempo prolungato, sensazioni di malessere – senza riceverne danno: questo perché il gatto sarebbe un animale connesso con l’energia oscura dell’universo. Ecco spiegati alcuni degli antichi pregiudizi legati ai gatti, soprattutto neri, che venivano associati per tradizione alle dee lunari notturne.

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Gatto europeo fa le fusa

Anche come animale guida il gatto funziona e si contraddistingue per il suo spirito indipendente e la capacità di vedere nel buio, ossia oltre le apparenze. Alleato della meditazione, perché silenzioso, il suo lato yin/femminile è molto sviluppato, perciò attenti alla sua volubilità, se qualcosa lo contraria potreste venir graffiati senza tanti complimenti.

 

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