3 / 3 – Vecchiano, l’eremo di Santa Maria del Castello e i prodotti tipici

Il paese di Vecchiano

Vecchiano deriva il suo nome da Venuleio – senatore romano e Console di Pisa nel 123 d.C. – la cui famiglia era proprietaria di questi territori. Le prime notizie risalgono all’VIII secolo, quando viene citato come vasta riserva di caccia che dal Monte Pisano arrivava fino al mare.

Tra le attrazioni storico-artistiche di Vecchiano merita una menzione la pieve romanica di San’Alessandro, col suo possente campanile, e il Teatro Olimpia, costruito a inizio Novecento cogli interni decorati in stile Liberty.

Il castello di Vecchiano

Sui monti, arroccato su una roccia, troviamo il Castello di Vecchiano, costruito nell’XI° secolo, subito dopo l’inclusione del borgo nei possedimenti di Pisa. Tra il 1276 e il 1397 il possesso della struttura passò alla famiglia pisana Lanfranchi dei Chiccoli. Quando il villaggio entrò a far parte dei possedimenti di Firenze il castello perse importanza.

La chiesa di Santa Maria in Castello, presente all’interno del castello, risalente al 1136, conobbe invece una sempre maggiore popolarità. Particolarmente numerosi erano i fedeli che giungevano per celebrare la festa della Natività di Maria. La chiesa divenne luogo di preghiera e di eremitaggio, trasformandosi, successivamente, in un vero e proprio santuario. Il castello e la chiesa appartengono a una famiglia che discende direttamente dai Lanfranchi.

Marina di Vecchiano con le Apuane in lontananza, provincia di Pisa, Toscana

Filettole e Villa Salviati

Verso Lucca troviamo la frazione di Filettole, con la caratteristica Torre Mozza, che delimitava il confine fra le due città rivali. A inizio Novecento vi fu realizzata una centrale idrica che sostituì il cinquecentesco acquedotto mediceo.

Molte sono le pievi, i resti di castelli o di torri, oltre che le ville sparse sul territorio: tra queste la villa Salviati che univa la funzione di rappresentanza a quella di centro di produzione delle attività agrarie.

I prodotti tipici del territorio pisano

Il territorio ha una forte identità olivicola, tanto che inizia proprio qui la Strada dell’Olio del Monte Pisano che arriva fino a Buti.

Non possiamo poi omettere di menzionare il “miele di spiaggia”, che viene prodotto esclusivamente nel Parco Regionale. Un miele che ha un odore particolare che ricorda il profumo della macchia mediterranea per la presenza del camuciolo.
Tra i prodotti tipici, anche il Pinolo del Parco, il primo pinolo biologico in Europa, raccolto secondo metodi tradizionali. Oltre ad avere un sapore molto gradevole, possiede anche ottime proprietà nutritive e dietetiche.

Barattolino di miele toscano con cucchiaino di legno

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