Scopri la storia di Livorno, da antico villaggio di pescatori a provincia straordinariamente cosmopolita con una ricca eredità storico-artistica.

Conoscere la storia di Livorno è fondamentale per comprendere a fondo la città

La storia di Livorno, per quanto appaia meno articolata e complessa rispetto a quella di altre province toscane, ha attraversato fasi decisamente singolari e interessanti. Tanto che una visita alla città implica una necessaria conoscenza delle sue vicende passate se si vuole comprendere come un originario villaggio di pescatori si sia potuto trasformare in una provincia incredibilmente cosmopolita, ricca di testimonianze storico-artistiche.

Riflesso di palazzo in un canale nel quartiere Venezia a Livorno

Le origini di Livorno si ammantano di mito

Le origini di Livorno rimangono piuttosto incerte, e le diverse tesi oscillano tra miti e leggende. Reperti archeologici documentano insediamenti umani già in epoca preistorica. Tra i ritrovamenti più antichi appartenenti all’area che attualmente identifica il territorio livornese figurano manufatti neolitici, bronzi del III secolo a.C., oltre a oggetti risalenti alle età del ferro e del bronzo.

Anche l’antico nome “Livorna” è d’incerta derivazione, tanto che esistono svariate ipotesi: nome di persona romano d’origine etrusca (Leburna, Liburnius, Leburnius); nave da guerra, in latino, liburna; popolo illirico dei Liburni.

La prima certezza è che Livorno nasce come piccolo villaggio di pescatori situato sulla costa del mar Ligure, in un’insenatura naturale, pochi chilometri più a sud della foce dell’Arno. Altrettanto certo è il legame con la vicina Repubblica di Pisa e col suo scalo marittimo.

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La fortuna di Livorno inizia nel Basso Medioevo con l’interramento di Porto Pisano

Nell’Alto Medioevo, a differenza di altre città toscane che conoscono una fioritura senza precedenti, Livorno resta ai margini. Eppure lo strano destino di questo piccolo villaggio sulla costa muta con l’insabbiamento di Porto Pisano (a causa delle frequenti piene dell’Arno che lasciano ogni volta pesanti sedimenti), unico sbocco al mare della Repubblica di Pisa.

Pisa è pertanto costretta a ricercare un’alternativa per poter continuare i propri traffici marittimi. La soluzione viene identificata nel piccolo attracco livornese che viene attrezzato per poter servire al meglio gli scambi commerciali.

All’inizio del Trecento si edifica il Fanale (il faro) e, alla fine dello stesso secolo, è la volta delle mura intorno al nucleo abitativo. Lo sviluppo del nuovo porto non tarda a farsi notare: a mostrare il primo interesse sono Fiorentini e Genovesi.

Nel 1399 Pisa e Livorno finiscono sotto la dominazione dei Visconti i quali, al fine di arginare le mire dei fiorentini sui propri possedimenti, chiedono la tutela da parte della Francia.

Ben presto però Pisa è costretta ad arrendersi a Firenze, mentre Livorno resta sotto l’influenza francese fino al 1407, anno in cui viene ceduto alla Repubblica di Genova.

Il fiorente scalo, dopo un passaggio tra genovesi e francesi, cade nelle mani di Firenze che riesce ad accaparrarsi lo sbocco sul mare per la somma di 100.000 fiorini d’oro. È il 1421, e la storia di Livorno muta ancora.

Per approfonidre: Perché Pisa, una delle 4 Repubbliche marinare, non ha il mare?

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Il Cinquecento, l’ascesa dei Medici e le grandi opere

Il Cinquecento è un secolo che segna per la città una vera e propria svolta, sia a livello commerciale che demografico. Tutto è legato al nome dei Medici. I Granduchi di Toscana s’impegnano infatti in un progetto di ampliamento e trasformazione che permette a Livorno di diventare uno dei principali porti del Mediterraneo.

A partire da Cosimo I vengono realizzate numerose opere urbanistiche il cui obiettivo è migliorare ulteriormente lo scalo. Tra le costruzioni medicee, un doppio molo e il Canale navigabile ‘dei Navicelli’ tra Pisa e Livorno.

Ad architetti del calibro di Buontalenti, Pieroni e Giovanni de’ Medici si assegna l’incarico di progettare la pianta della “città ideale”. Il progetto tende verso un’urbanistica accuratamente studiata, nell’ambito della quale si sviluppano quartieri strade e piazze, ma che allo stesso tempo prevede un efficace sistema difensivo, fatto di mura di cinta, baluardi e fortezze; il tutto finalizzato a proteggere la città da eventuali incursioni da parte di Mori e Saraceni.

Il disegno iniziale viene modificato per attribuire maggiore spazio alla Fortezza Nuova; mentre al centro del nucleo abitativo, sull’attuale Piazza Grande, viene eretto il Duomo.

Ai Medici si deve anche l’istituzione dell’Ordine dei Cavalieri di Santo Stefano, la cui flotta stabilisce la propria base nel porto livornese.

Vista su la Fortezza Nuova di Livorrno e i canali de La Venezia

La svolta definitiva per Livorno: la proclamazione del porto franco e le Leggi Livornine

La svolta definitiva per il destino della città è la proclamazione del porto franco, ad opera di Ferdinando I, figlio di Cosimo I. Dal quel momento in poi si registra un vertiginoso sviluppo delle attività commerciali da cui scaturisce un notevole aumento degli scambi.

Altro passaggio importante è l’emanazione della ‘Costituzione Livornina’. Le cosiddette ‘Leggi Livornine’ (1590 – 1603) si basano essenzialmente su una serie di privilegi, esenzioni e immunità per tutti i mercanti, di qualsiasi provenienza. Tra i principi della costituzione c’è anche la libertà di professione, sia religiosa che politica. La città diventa inoltre liberamente accessibile anche a chi risulta colpevole di reato, a parte alcune eccezioni come, ad esempio, l’assassinio o la falsa moneta.

È ovvio che le agevolazioni e le libertà concesse dalle Leggi Livornine offrano a tanti la ragione principale per trasferirsi in città. E così, ben presto, l’aumento della popolazione rende necessario un riassetto urbanistico.

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Il riassetto urbanistico: nasce “Venezia nuova”

L’ampliamento si sostanzia attraverso l’edificazione di un nuovo quartiere a nord della città, tra la Fortezza Nuova e la Vecchia. Nasce così ‘Venezia Nuova’ che, in effetti, col suo ingegnoso e complesso sistema di canali, ricorda la città lagunare,

Livorno diventa a poco a poco il principale porto del Granducato di Toscana e il più attivo scalo di tutto il Mediterraneo; la presenza e il passaggio di mercanti provenienti da ogni parte del continente conferiscono alla città un evidente e interessante aspetto cosmopolita, a tutt’oggi riscontrabile negli edifici civili e religiosi.

Per approfondire: Il quartiere Venezia Nuova a Livorno: cuore lagunare nella città labronica

Motoscafi nei canali del quartiere Venezia Nuova a Livorno

Il Settecento e l’Ottocento: i Lorena, i francesi, gli spagnoli, gli inglesi, e ancora i Lorena

Con la scomparsa di Gian Gastone de’ Medici si chiude la dinastia della grande famiglia fiorentina in Toscana. L’anno 1737 segna anche nel Granducato la successione dei Lorena, nobile stirpe che vanta stretti legami con gli Asburgo d’Austria.

Il cambio al vertice non frena l’espansione di Livorno. Gli abitanti adesso superano le 30.000 unità, per cui il nucleo abitativo, fino a quel momento compreso tra le mura cittadine, sconfina oltre il sistema difensivo e si allarga verso l’entroterra. Ne consegue un nuovo impulso commerciale, una fiorente attività culturale e un generale sviluppo economico.

Nel 1765 Pietro Leopoldo – ricordato soprattutto, ma non solo, per l’abolizione della pena di morte e della tortura in tutta la Toscana – succede a Francesco II. Incoronato Imperatore, nel 1790 affida il governo della Toscana a un Consiglio, mentre Livorno viene affidata alla figura di Ferdinando III.

Seguono l’occupazione dei francesi di Napoleone Bonaparte, quella degli spagnoli e infine quella degli inglesi. Col ritorno dei Lorena si assiste alla realizzazione di nuovi progetti urbanistici, nell’ambito dei quali rientrano la realizzazione dell’Acquedotto di Colognole e lo smantellamento delle fortificazioni medicee.

Alla morte di Francesco I salì sul trono mediceo Ferdinando I dei Medici che abbandonò la veste di Cardinale e divenne Granduca di Toscana

Livorno, tra i moti insurrezionali del Risorgimento e il Regno d’Italia

In seguito ai moti rivoluzionari, il Granduca Leopoldo II è costretto ad abbandonare la città: Livorno si proclama Repubblica autonoma. Nonostante la resistenza, gli austriaci riescono a restaurare il Granducato. Leopoldo II risale al trono, ma solo fino al 1859, anno che identifica la fine del Granducato di Toscana.

Nel 1860 un centinaio di abitanti di Livorno si uniscono alla spedizione dei Mille. Un mese più tardi, circa ottocento cittadini raggiungono Garibaldi in Sicilia. Dalla proclamazione dell’Unità d’Italia, la storia di Livorno coincide con quella del Regno d’Italia.

Il XX° secolo

Gli inizi del XX secolo segnano lo sviluppo di un nuovo assetto urbanistico, nell’ambito del quale figurano la costruzione di stabilimenti balneari e termali, la realizzazione di una nuova stazione ferroviaria e della funicolare per Montenero.

Con l’ascesa del fascismo e lo scoppio del secondo conflitto mondiale la struttura cittadina subisce ulteriori modifiche. Nel 1943 un violento bombardamento distrugge buona parte degli edifici del centro. L’attuale volto di Livorno, moderno e fortemente industrializzato, è il frutto di anni di ricostruzione.

Terrazza Mascagni a Livorno al tramonto

Dove dormire e mangiare a Livorno

Strutture ricettive

Casini d’Ardenza, dimora di prestigio selezionata dall’Associazione Dimore Storiche Italiane (ADSI), beneficia di un’atmosfera d’altri tempi e di tutti i comfort moderni; Hotel Gennarino, la recente ristrutturazione ha riportato agli antichi splendori il suggestivo castello che conta 23 camere matrimoniali; Hotel Universal, sul lungomare, residenza di villeggiatura della famiglia Campari dal 1888 al 1904, ricercata l’eleganza dello stile liberty originaria dell’edificio; Grand Hotel Palazzo, imponente 5 stelle sul mare con spa e ristorante; Hotel Gran Duca, l’elegante arredamento classico si fonde armoniosamente con l’atmosfera storica del Bastione Mediceo del Seicento.

Ristorazione

Enoteca Forte San Pietro, in stile col quartiere Venezia, piatti tipici ma raffinati; Scom Posto, schiacciate accompagnate da vino o birre artigianali su un conviviale tavolo in legno rustico; Ristorante Osteria della Venezia, tradizionale punto di riferimento per chi ama la buona cucina, oltre che tappa d’obbligo per chi predilige il cacciucco, re della cucina labronica; Sugo, localino intimo e molto caratteristico, soprattutto per chi adora l’antipasto di mare; Stuzzicheria di Mare, il primo locale pescheria-ristorante-gastronomia a Livorno: ottimi piatti di pesce con vista sul canale.

Per approfondire: 5 Piatti tipici livornesi: dal cacciucco al ponce

Piatti tipici livornesi: cacciucco, baccalà alla livornese, 5 e 5, tramezzini e ponce alla livornese. Cinque piatti tipici di Livorno tra mare e terra.

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Foto di copertina Marialaura Gionfriddo su Unsplash

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