2 / 4 – Orbetello nel Medioevo

La fondazione e il nome di Orbetello

Nel 1074, papa Gregorio VII – al secolo Ildebrando di Soana – donò la medietatem Castri Orbitelli all’Abbazia delle Tre Fontane, o Sant’Anastasio alle Acque Salvie, di Roma, insieme ad altre pertinenze e località limitrofe, tra cui la Civitas Ansedoniae, Castrum Elsae (forse l’attuale Castello di Stachilagi) e il Monte Argentario.

La tradizione vuole invece che fosse Pietro II Farnese, comandante della cavalleria pontificia – che nel 1110 sconfisse gli eserciti ghibellini toscani – a fondare il borgo di Orbetello, che viene citato nei documenti medievali come Orbetellum o Orbitellus. Probabilmente il nome deriva dal diminutivo latino di herbetum (“luogo erboso”), o più probabilmente dalla giustapposizione dei termini Orbis e Tellum, ossia terra circondata (dalle acque).

Ma c’è anche una terza tesi: la Cattedrale di Santa Maria Assunta, a Orbetello, mostra una limpida facciata ingentilita da un bel rosone a cui, secondo alcuni, si potrebbe far risalire addirittura il nome della città. Il rosone, infatti, avrebbe così tanto ricordato quello del Duomo di Orvieto, da indurre a ribattezzare la cittadina Orvietello, ossia piccola Orvieto.

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Il Duomo di Orbetello nel cuore del centro storico del borgo toscano all'Argentario

Il borgo toscano al tempo degli Aldobrandeschi

Se nel 1161 papa Alessandro III riconfermò l’appannaggio del borgo all’Abbazia delle Tre Fontane, da un documento della seconda metà del XIII secolo Orbetello risulta come uno dei possedimenti più vivi e popolosi della contea degli Aldobrandeschi, feudatari dell’Abbazia e dominatori del territorio fino agli inizi del XIV secolo, quando fu occupato dagli orvietani.

Nel 1286 la contessa Margherita, figlia di Ildeprandino di Soana, riconobbe il contratto di enfiteusi per i beni ricevuti  dall’Abbazia delle Tre Fontane, tra cui Ansedonia, col porto di Phenilia, Orbetello, Porto Ercole, Argentario, Giglio, Giannutri, Marsilianum, Capalbio, Altrocosto e Serpena, con tutte le pertinenze e i diritti annessi, compresi quelli di navigazione e pesca, al canone annuo di 15 libbre. Anche se in seguito, nel 1302, ne perse il possesso per ordine di papa Bonifacio VIII per aver aderito al partito di Guido di Santa Fiora, pubblico nemico della Chiesa.

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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