5 Novembre 2024 2024-11-04T10:04:56+01:00 La storia di Pistoia, la città dei fornai TuscanyPeople Cyrano de Bergerac Share: Una panoramica sulla storia di Pistoia, dalle sue origini romane alla sua importanza strategica nel corso dei secoli. La storia dei 10 capoluoghi di provincia toscani in una rubrica speciale di TuscanyPeople Questo articolo sulla storia di Pistoia si inserisce all’interno della rubrica speciale di TuscanyPeople attraverso cui stiamo passando in rassegna la vicende storiche dei 10 capoluoghi di provincia toscani. Pistoia viene fondata dai Romani Pistoia, fondata nel II secolo a.C. col nome di Pistorium, serviva da appoggio alle truppe romane che in quel periodo erano in lotta contro i liguri. Il nome deriva da chi impastava il pane, i pistores, ossia i fornai. Il decumano dell’antica città romana, la via Cassia, coincide in parte con l’attuale via degli Orafi, mentre il cardo con via Bracciolini. Il forum, generalmente situato all’incrocio di cardo e decumano, era rappresentato da Piazza del Duomo. Il cardo però non era orientato lungo l’asse Nord-Sud e questo ci suggerisce che la città fosse stata costruita più che altro in funzione della strada consolare diretta verso gli Appennini, non come altre città nate per l’importanza dell’insediamento stesso, che infatti presentano il classico impianto orientato secondo i punti cardinali. Storia di Pistoia: l’epoca dei barbari, Ostrogoti, Bizantini e Longobardi Dato che le vie del centro storico non mostrano la classica struttura romana, con le vie parallele al cardo e al decumano, se ne può dedurre che la città di Pistoia fu, in un primo momento, distrutta dagli Ostrogoti intorno al 406 d.C., e poi successivamente ricostruita dai Bizantini che ne presero il controllo. In seguito il controllo della città passò (VIII secolo) nelle mani dei Longobardi, e proprio in questo periodo furono realizzate molte opere, come edifici, strade e piazze: una di queste, la centralissima Piazza della Sala, divenne il nuovo centro cittadino. L’Età comunale: fidelissima al Barbarossa Nel 1105 Pistoia divenne un libero comune e, nel 1165, ricevette dall’imperatore Federico Barbarossa il diploma di “Imperio fidelissima”, rilasciato solo alle città esempio di fedeltà. Gli anni di protezione da parte dell’imperatore furono caratterizzati da una rilevante crescita che culminò, nel 1150, con la vittoria su Firenze e la conseguente presa della rocca-castello di Carmignano. Nel 1180 Pistoia si scontrò con la vicina Montecatini che, con l’aiuto di Lucca, riuscì a sconfiggere le truppe pistoiesi stabilendo il confine reciproco tra queste due città sul crinale di Serravalle. Pistoia all’epoca confinava, a est, con Firenze, nella località di Montemurlo; a sud il confine naturale dell’Arno divideva ancora una volta Pistoia da Firenze; a nord gli Appennini la separavano da Bologna; mentre a ovest, come si è visto, confinava con Montecatini. Nel XII° secolo Pistoia è caratterizzata da un’economia vivace e da una notevole crescita edilizia, tanto che a causa dell’incremento demografico si eresse una seconda cinta muraria. Per approfondire: 7 ristoranti a Pistoia dove mangiare bene spendendo “il g(i)usto” Pistoia nel XIII° secolo: la distruzione delle mura e il declino La sconfitta di Pistoia nel 1228 a opera di una nuova alleanza tra Firenze e Lucca la costrinse a dover comunicare ogni futura decisione a Firenze, e inoltre venne impedito alle truppe pistoiesi di difendere la località di Carmignano. Nel 1237 a Pistoia si instaurò una breve signoria, con a capo Agolante Tedici, che non risultò gradita a Firenze: il dissidio si risolse, solo apparentemente nel 1254, con la pace di Empoli. Nel 1257 si giunse a un nuovo scontro tra le due città che condusse alla distruzione delle mura pistoiesi da parte dei Fiorentini, tanto che il successivo periodo del XIII secolo fu segnato dal declino pistoiese. In questi anni s’instaurò la figura del capitano del popolo che aveva il compito di difendere i diritti dei più poveri. Nel 1280 furono redatte le “leggi contro le schiatte”, ossia contro il ceto nobile che controllava la città, al quale apparteneva, per esempio, la famiglia Cancellieri. Proprio in questa famiglia nacque la divisione tra guelfi neri e guelfi bianchi che poi si diffuse a Firenze. Dal 1296 al 1301 Firenze modificò lo “statuto del podestà” pistoiese istituendo la figura del “gonfalone di giustizia” che si doveva occupare della difesa del popolo e che poteva disporre anche di un piccolo corpo di sicurezza. Il XIV° secolo: sottili giochi di potere Nel maggio 1301 Andrea Gherardini, guelfo bianco, capeggiò una repressione contro i guelfi neri, rendendo così Pistoia un punto di riferimento per i guelfi bianchi e i ghibellini di tutta la Toscana. Nello stesso anno iniziò la “guerra dei cinque anni” in cui Pistoia fronteggiò i guelfi neri e molte altre realtà toscane, tra le quali Firenze e Lucca. Le perdite territoriali si rivelarono molteplici per Pistoia: nel 1302 perse Piteglio, Serravalle Pistoiese e Larciano; nel 1303 Montale e Verruca. Nel maggio 1305 comincio l’assedio della città di Pistoia. I pistoiesi, guidati da Tolosao degli Uberti, cugino di Farinata, si rifugiarono tutti dentro le mura fino al 1306, quando si arresero. La sconfitta impose a Pistoia dure condizioni e la privò d’ogni tipo di difesa: vennero riempiti i fossati e furono distrutte le mura. In questi anni si giunse anche alla tregua tra Pistoia e Lucca, ottenuta dopo un periodo di lunghe discussioni tra le famiglie più potenti di Pistoia. La tregua prevedeva l’impegno di Lucca a non attaccare Pistoia in cambio di 3000/4000 fiorini d’oro all’anno. Questo patto portò, nel 1322, Ormanno Tedici, fedele alla città di Lucca, a diventare signore di Pistoia, tanto che dalla sua nuova posizione poté immediatamente cacciare le famiglie nobili filo-fiorentine. Il suo non fu un governo dispotico, non modificò gli ordinamenti comunali precedenti e nemmeno abitò il palazzo del comune, rendendo così Pistoia una città indipendente, nonostante le pressioni di Firenze e Lucca: riuscì nell’intento chiamando in aiuto l’una per contrapporsi alle pressioni dell’altra, e viceversa. La signoria di Ormanno Tedici fu interrotta dal nipote Filippo Tedici che prese il potere, grazie anche all’appoggio di alcuni cavalieri pistoiesi. Per approfondire: Pistoia, tanto bella e ricca di eventi quanto poco celebrata: ci pensiamo noi Le lotte interne consegnano Pistoia a Firenze Tutto il XV secolo venne caratterizzato dai continui scontri tra la famiglia dei Panciatichi e quella dei Cancellieri, e proprio questa lotta, come quella interna alla famiglia dei Cancellieri (tra guelfi bianchi e neri), fu la causa della decadenza del comune pistoiese, che passò sotto il dominio di Firenze. Nel 1401 si assisté infatti allo scoppio di una guerra civile sul suolo pistoiese – che proseguì fino all’anno successivo -, scatenata dal tentativo di nozze tra Paperino dei Cancellieri e Datina Guazzalotti. Questa ebbe come conseguenza la presa di potere della Repubblica di Firenze sul comune di Pistoia. Storia di Pistoia nelle epoche Rinascimentale e Pre-risorgimentale Nel XVI secolo la città di Pistoia entrò a far parte del ducato mediceo: Cosimo de’ Medici richiese la realizzazione della terza cinta muraria, tuttora esistente. Nel corso del XVII e XVIII secolo l’importanza politica di Pistoia risultò veramente scarsa. Apparve invece rilevante l’aspetto culturale della città dove, nel corso del XVII secolo, prese vita l’Accademia dei Risvegliati. Di questo antico sodalizio fondato da monsignor Felice Cancellieri e dal nobile Federigo Manni, fecero parte tutti gli esponenti della nobiltà pistoiese. Durante le loro riunioni – che inizialmente si svolgevano nei rispettivi palazzi, quindi, successivamente, in un vero e proprio teatro – si faceva musica e poesia. Un altro importante momento nella storia pistoiese è quello del 1667 in cui Giulio Rospigliosi salì al soglio pontificio col nome di Clemente IX. L’ultimo interessante avvenimento storico riguardante questi due secoli fu l’ordinazione a vescovo di Scipione de’ Ricci nel 1780. Scipione de’ Ricci fu di sostegno alle rivendicazioni del granduca Pietro Leopoldo di Lorena, anche tramite il Sinodo di Pistoia indetto dal vescovo stesso. L’Epoca Risorgimentale Dalla metà del XIX secolo in poi Pistoia cominciò nuovamente a espandersi. Nel 1808, durante il periodo della dominazione francese, la Toscana fu riorganizzata dal punto di vista amministrativo e fu suddivisa in tre dipartimenti, quello dell’Arno, quello del Mediterraneo e quello dell’Ombrone, ognuno governato da un prefetto: Pistoia fu aggregata a quello dell’Arno e fu sede di sottoprefettura. Nel 1848 Pistoia fu promossa capoluogo di Compartimento e ottenne una prefettura grazie a un decreto di Leopoldo II. Solo tre anni dopo fu degradata a Sottoprefettura, forse a causa dei suoi sentimenti unitari in contrasto con quelli dei Lorena. Dopodiché il Comune di Pistoia ha seguito, come il resto del Paese, le vicende, prima del Regno d’Italia, poi della Repubblica. Dove dormire e mangiare a Pistoia? Ve lo dice TuscanyPeople Strutture ricettive Palazzo 42 – boutique hotel & suites, una perla d’eleganza e ospitalità nel centro storico di Pistoia; Battistero Residenza d’epoca, sistemazioni raffinate nel cuore della città; Hotel Patria, moderno ed elegante, nel centro storico; Casa Rowe B&B, in una palazzina signorile, in centro, 4 camere doppie con tutti i confort; Alle Vecchie Mura Bed & Breakfast, accogliente ed elegante. Ristorazione La BotteGaia, graziosa osteria, tra le più longeve della città, affacciata su Piazza della Sala, coi tavoli all’ombra del Battistero e del Campanile del Duomo, propone sapori tipici toscani rivisti in chiave contemporanea; Voronoi Ristocaffetteria, bar e ristorante sofisticato e moderno, cucina tradizionale con perle di avanguardia; Secco Lounge&Restaurant – Pistoia, locale interessante, il mondo delle bollicine a 360° in chiave Edutainment (Divertente ed Educativa); Cozzeria Pluma, portate mediterranee, specialità e base di pesce e, come indica il nome, una selezione di cozze in diverse varianti; Baldovino, tradizione della cucina povera toscana, con aggiunta d’idee e creatività in continua evoluzione. Caro lettore, cara lettrice, se questo articolo ti è piaciuto potresti anche lasciarci un commento qui sotto, su FB, su IG, oppure condividerlo tramite il pulsante WhatsApp. Inoltre, se disponi del sistema Android sul tuo Smartphone, è facile rimanere in contatto con TuscanyPeople: basta far scorrere il dito sul touchscreen della Home da destra verso sinistra per aprire Discover di Google che spesso sceglie i nostri articoli tra i più interessanti da leggere. Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreCyrano de BergeracPoeta & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/storia-di-pistoia-la-citta-dei-fornai/" width="100%" count="on" num="3"]