2 / 3 – I testaroli raccontati dai grandi del giornalismo

La parola agli scrittori: i testaroli di Pontremoli tra colpi di fulmine e leggende

I testaroli di Pontremoli sono stati capaci, nel corso del tempo, di stupire i più grandi nomi del mondo del giornalismo enogastronomico e non solo. Interessante è il commento di Mario Soldati, giornalista e autore televisivo, circa la propria scoperta dei testaroli. L’amore con il prodotto scoccò immediatamente, e lo scrittore ne commenta il gusto paragonandolo a una medicina della quale tutti abbiamo bisogno.

La ricetta dei testaroli di Pontremoli è protagonista di una delle novelle del libro “Novelle di Valdimagra” di Pietro Ferrari, scrittore lunigianese. Nel testo l’autore definisce il prodotto così: “fedeli alla loro origine paesana e guerriera; e anche oggi conservano la loro primitiva caratteristica di cibo semplice e gagliardo, fatto per stomachi sani e invitti”. Secondo la leggenda proposta nella raccolta, i testaroli videro la luce, infatti, in un momento di guerra e battaglie tra guelfi e ghibellini. A risolvere gli attriti tra i due schieramenti sarebbe stato proprio il delizioso piatto, portato sulle tavole da un frate della zona, tale Fra’ Gorpino.

Per approfondire: Ma alla fine chi vinse tra guelfi e ghibellini?

Piatto di testaroli di Pontremoli al pesto, tipico piatto della Lunigiana, Toscana

I testaroli di Pontremoi: un cibo…da dieta

Secondo una delle tante leggende che vedono i testaroli protagonisti, questi sarebbero nati durante un soggiorno in Lunigiana del Doge di Genova Giovanni Battista Lomellini, a cavallo tra Cinquecento e Seicento. La storia vede la ricetta pontremolese divenire piatto dietetico, perfetto per mantenere il regime alimentare richiesto dai medici di corte per il Serenissimo, affetto da gotta. La malattia, molto diffusa nelle classi più agiate della società dell’epoca, era associata a uno stile di vita godurioso e caratterizzato da eccessi, specialmente legati al cibo. Leggenda vede i cuochi, aiutati dalle donne di servizio presenti a palazzo, intenti a trovare ricette semplici, ma allo stesso tempo gustose, capaci di far felice il palato del Doge.

Oggi, il testarolo si accompagna con sughi tipici della cucina lunigianese. Lo si trova spesso ricoperto da funghi, presenti nel sottobosco della Lunigiana, o dal pesto, spostandoci verso il confine ligure della zona. Per soddisfare tutti, si propongono solitamente come tris, in modo da assaggiare tre diversi condimenti in un solo piatto.

Ma quali sono le differenze tra i testaroli e i panigacci? Scoprilo a pagina 3

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Rachele Favali
Blogger & Ambassador of Tuscany
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