3 / 8 – Il vero significato della tipica offesa fiorentina “bucaiolo”

Perché a Firenze si dice bucaiolo

Bucaiolo/a: (pronuncia: buhaiolo/a). È un termine dall’etimo incerto, variamente offensivo, le cui ragioni storiche sono, a mio parere, interessantissime. La parola deriva, intuitivamente, da “buca”, nel senso di affossamento del terreno. Anticamente c’erano tre generi di bucaioli a Firenze.

Nel quartiere di San Lorenzo, i negozi e le attività commerciali si trovavano al di sotto del livello stradale, cioè “in buca” – motivo storico per cui, tutt’oggi, molti ristoranti e trattorie sono interrati – e quando, all’ora di pranzo, passavano i carri col cibo, i venditori urlavano: “Bucaioli, c’e’ le paste!”.

Nel quartiere di Santarosa, invece, c’erano gli stradini, ossia chi di mestiere riparava le strade, colmando le buche. Anche loro venivano chiamati “bucaioli”.

Infine i renaioli che, tramite apposite barche, raccoglievano dal fondale dell’Arno la rena per l’edilizia, creando così vere e proprie buche. Quando il fiume era in secca lavoravano in superficie e, all’ora di pranzo, le loro mogli li richiamavano con lo stesso grido che usavano in San Lorenzo: “Bucaioli c’e’ le paste!”.

Cosa significa bucaiolo oggi

Come si può dedurre, le ragioni storiche non hanno nulla a che vedere con presunte tendenze sessuali (“buco”, a Firenze, è un termine spregiativo per indicare un omosessuale), semmai più con uno status sociale di bassissimo rango. È vero però che in tempi più recenti il termine “bucaiolo” ha assunto una valenza maggiormente offensiva, talvolta tuttavia anche affettuosa, come accade con “bischero”.

Sicuramente tutti ricordano la “bucaiola” di Amici Miei – nel celeberrimo a volgarissimo Vaffanzum -, alias donna di facili costumi, per la quale i buchi da colmare, evidentemente, non erano proprio quelli stradali. In genere, comunque, che il termine sia usato in tono goliardico, come motteggio, o affettuoso, all’interno d’un gruppo di amici, un “bucaiolo” è un bastardo, una simpatica canaglia, un fijo de na…., direbbero in romanesco. Quindi il quesito finale: offendersi o no? Anche qui dipende dal contesto, dal tono, ma in genere strappa più un sorriso che altro.

A Firenze ti direbbero: “Se non vai alla prossima pagina, sei proprio una “fava”. Ma che significa?

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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