5 / 8 – Il significato di grullo (o grulla)

Grullo/a: una delle più tipiche offese fiorentine

Grullo/a. Simile a “bischero”, potrebbe derivare dallo spagnolo «grulha»,  ossia “oca” o “gru” e dunque una persona semplice, sciocca, un po’ “sciroccata”, anche ignorante, oppure anche dal tedesco «grullan», che vuol dire: deridere, beffare. Grullo/a è sicuramente una delle offese fiorentine più comuni e utilizzate nel parlato quotidiano.

Nella Firenze rinascimentale la parola “grullo” si associava alla nobile famiglia Dal Borgo per via della nota tradizione cittadina dello scoppio del carro. Insieme alla famiglia Pazzi, infatti, i Dal Borgo si occupavano delle celebrazioni pasquali col compito, in particolare, di  organizzare il traino del carro, fornendo due contadini e due buoi per trasportarlo fino a piazza del Duomo. I contadini e i buoi venivano però percepiti dai fiorentini come fuori luogo, in netto contrasto col contesto elegante e raffinato della sfilata, tanto che venivano spesso appellati come “grulli”.

Quali sono le tipiche offese fiorentine? Piccola guida ai più classici insulti fiorentini, per capire quando offendersi e quando no

Tra tutti gli epiteti elencati rimane comunque il più bonario. Spesso le ragazze, alle avances maschili rispondono ridendo: “che grullo” o “che grullino”, e vi assicuro che non è affatto un brutto segno. Se invece vi dicono: “pohero grullo/a” (povero grullo/a), non è certo il caso di offendersi, ma di finirla subito con quello che stavate facendo o dicendo.

Se vi danno dei beceri bé, ci sta che il vostro tono di voce non fosse idoneo al contesto…

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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