La storia dell’olio in Toscana ha inizio con gli Etruschi e corre attraverso i secoli fino a oggi: una vera tradizione millenaria nascosta nelle gocce dell’oro verde

1 / 7 – Storia dell’olio in Toscana: dagli Etruschi ai giorni nostri

Il paesaggio toscano fitto d’olivi è storia recente: prima dominava il lardo

Osservando le colline toscane, molte delle quali fittamente coperte di ulivi, si tenderebbe a credere che queste piante fossero qui da chissà quanto, un po’ come il cipresso, o la stessa vite, ma non è così. Quello che vediamo adesso è un paesaggio abbastanza recente e non risale, nella maggior parte dei casi, a più della seconda metà dell’Ottocento. È infatti allora che l’olivo accrebbe notevolmente la sua presenza in molte aree in cui magari già si trovava, anche se in piantagione più rada, oltre a diffondersi in nuove aree, di recente bonificate, come la Maremma o la Valdichiana.

Gli stessi consumi alimentari di grassi, a quel che ne sappiamo, mettono in risalto l’importanza che per i ceti popolari, in particolar modo per i contadini, ebbero nel corso dei secoli il lardo o lo strutto di maiale mentre, per contrapposizione, evidenziano il carattere urbano, in certa misura di lusso, dell’olio di oliva.

Gli ulivi al mattino in Val d'Orcia, Toscana

La storia dell’olio toscano è quella della nostra operosità

Soltanto dopo il XV secolo, d’altronde, sembra iniziare anche una certa esportazione a distanza, ed economicamente significativa, dell’olio toscano – già allora particolarmente apprezzato –, a giudicare almeno dai prezzi. Prima del toscano avevano cominciato a diffondersi gli oli liguri, marchigiani, ma soprattutto campani e pugliesi.

In queste due regioni, infatti, già a partire dalla prima metà del Trecento si rifornivano anche i mercanti fiorentini che utilizzavano l’olio nella fabbricazione del sapone e nella preparazione delle lane per la produzione di stoffe. L’olivicoltura toscana – per quanto in certe zone del litorale la qualità selvatica della pianta viene attestata addirittura in età preistorica – rappresenta dunque una lenta conquista dell’operosità umana, certamente più lenta e più complessa di quella che ci è voluta per la diffusione della vite, sia a causa di una maggiore difficoltà di adattamento climatico e altimetrico dell’olivo, sia per le problematiche scaturenti dall’investimento economico, dal momento che si tratta di una pianta che comincia a dare i propri frutti soltanto dopo molti anni dall’impianto.

Ma quando inizia la storia dell’olivo in Toscana? Scoprilo  a pagina 2

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