4 / 7 – Storia dell’olio in Toscana: l’olivo tra il Trecento e il Settecento

Com’era la distribuzione degli olivi in Toscana

Nella prima metà del XV secolo l’olivo era già coltivato in misura ingente nella lucchesia (colline di Massarosa, Versilia bassa valle del Serchio), dove continuò a diffondersi in età moderna, mentre veri e propri oliveti erano presenti sulle colline pisane. Nel pesciatino, nel terzo decennio di quel secolo, si producevano ogni anno circa 400 quintali d’olio che, superando il fabbisogno locale, davano vita a una sorta d’esportazione verso le città vicine.

La produzione crebbe ancora nel corso dei cento anni successivi, allargando i paesaggi agrari costituiti da soli olivi o da olivi e vite. Nella prima metà del Quattrocento l’olivo era piuttosto diffuso sulle colline intorno a Siena e nella Valdelsa. Meno però intorno ad Arezzo e Cortona, mentre era scarsamente presente nel Valdarno di sotto, come in quello di sopra, e praticamente assente in Maremma, salvo che in brevi fasce di territorio intorno ad alcuni castelli.

Vista aerea con drone di un campo di ulivi nella regione del Chianti, Toscana, Italia

La produzione però ancora stentava: pochi i chili d’olio dai poderi di Datini

Il grande mercante pratese Francesco di Marco Datini, a cavallo fra Tre e Quattrocento, ricavava dai suoi poderi, di propria parte, appena 70 chili d’olio, contro 270 quintali di grano e circa altrettanti di vino. Perfino sulle colline a sud e a sud-est di Firenze (comuni di Scandicci, Impruneta, Bagno a Ripoli e, più lontano, in Val di Greve e Val di Pesa, zone ora contrassegnate da una forte presenza dell’olivo), pure se questa pianta già connotava il paesaggio agrario, soltanto eccezionalmente raggiungeva il 25% del valore della produzione dominicale, e rimaneva comunque meno importante della vite.

Forse fra le città toscane soltanto Lucca era in grado, all’inizio del Quattrocento, e in annate di buona raccolta, di esportare olio. Ma un paio di secoli dopo anche l’olio del Granducato di Toscana, che non comprendeva Lucca, cominciò a essere esportato attraverso il porto di Livorno. All’inizio del XVIII secolo, prima che la grande gelata del 1709 distruggesse una quota cospicua delle piante, la produzione del Granducato aveva raggiunto i 58.000 quintali.

Come si coltivava l’olivo a quei tempi? E come si raccoglievano e spremevano le olive? Scoprilo a pagina 5

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