3 / 5 – La Cappella della Madonna di Vitaleta e il Santuario de La Verna

4. Cappella della Madonna di Vitaleta: la magia della natura si unisce a quella dell’uomo

Tra Pienza e San Quirico d’Orcia, percorrendo la Strada Provinciale 146 di Chianciano, si apre uno degli scorci toscani più fotografati in assoluto. Luogo magico in mezzo a distese di grano di un colore diverso in ogni stagione, questa cappelletta incastonata tra due brevi filari di cipressi è un saggio di perfetta coesione tra uomo e natura.

Però quello che vi proponiamo noi non è di fotografarla, come tutti, da lontano, ma di recarvi proprio lì, passando da strade disagevoli, e facendo anche un breve pezzo a piedi. Quello che vi proponiamo è di scoprire l’incanto di questo tempietto semplice e pulito, dalla facciata rivestita in pietra di Rapolano e adornata da un piccolo, discretissimo, rosone che si apre al di sopra del portale architravato. Una chicca tutta da gustare.

Per approfondire: La Capella della Madonna di Vitaleta: il sublime nel cuore della Val d’Orcia

La Cappella della Madonna di Vitaleta in Val d'Orcia è uno dei luoghi simbolo della Toscana

5. Santuario de La Verna: l’apoteosi del misticismo francescano

Il Santuario de La Verna, nel Casentino, è uno dei luoghi più spirituali di tutta la Toscana. È legato alla figura di San Francesco e alle presunte stimmate che proprio qui avrebbe ricevuto nel settembre del 1224. Il complesso conventuale completamente in pietra, un classico dell’architettura della zona, è immerso in una foresta di faggi e abeti che rende il tutto ancor più suggestivo e mistico, tanto da essere meta ambita di pellegrinaggi da ogni parte del mondo.

Il complesso comprende la chiesetta di Santa Maria degli Angeli, costruita dallo stesso Francesco, il corridoio e la Cappella della Sacre Stimmate e la Basilica dedicata a Santa Maria Assunta, dove si può ammirare l’Annunciazione, uno dei capolavori di Andrea della Robbia.

Molto bello il Museo dentro il Santuario, con dipinti di scuola fiorentina del Quattrocento e Cinquecento, e un busto di Cristo in ceramica attribuito ad Andrea della Robbia; anche se il momento di più intensa riflessione spirituale si ha nel visitare il “Sasso Spicco“, uno sperone di roccia appeso alla montagna dove il Santo si recava in preghiera.

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