16 Febbraio 2022 2022-02-25T13:11:32+01:00 Ma il turismo in Toscana come va? Facciamo un quadro della situazione TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Una panoramica sul turismo in Toscana: flussi turistici italiani e internazionali, comuni più visitati e strutture più utilizzate nel 2019, prima dell’avvento della pandemia Lo stato dell’arte del turismo in Toscana Di cosa parliamo in questo articolo: Un quadro generale del turismo in Toscana 2019Turismo in Toscana nel 2019: quanta offerta di qualità, soprattutto extra-alberghieraTurismo in Toscana nel 2019: dove? Per quanto? E chi?Quali sono i turisti più alto-spendenti in questi ultimi anni? Se vogliamo condurre un’analisi minimamente attendibile dell’andamento del turismo in Toscana dobbiamo fermarci al 2019, perché ovviamente la pandemia ha sparigliato a tal punto le carte che qualsiasi dato rilevato successivamente perde di senso. Un quadro generale del turismo in Toscana al 2019 I dati (Istat) che riportiamo si riferiscono all’offerta ricettiva (alberghiera ed extra-alberghiera) e ai flussi dei clienti che per motivi diversi arrivano e pernottano nelle strutture della nostra regione, pertanto nell’analisi non sono incluse le locazioni (imprenditoriali e non), essendo la loro rilevazione parziale e disomogenea. Nel 2019, il flusso dei clienti nelle strutture ricettive toscane è cresciuto in maniera contenuta. A fare la differenza sono stati soprattutto gli italiani e il comparto extra-alberghiero per il quale si sono registrati gli incrementi maggiori rispetto al 2018. Turismo agrituristico ed enogastronomico, ok Il turismo montano è stata la risorsa che ha sofferto maggiormente; il turismo rurale ed enogastronomico invece si è avvalso delle variazioni positive maggiori in termini di arrivi e presenze. In altre parole, l’offerta agrituristica ed enogastronomica ha fatto segnare punti importanti. Le zone del Chianti, del Brunello, del Nobile, di Bolgheri, ma anche del Morellino e della Vernaccia sono andate bene. Così come tutte quelle legate a prodotti tipici IGP o IGT, come la fiorentina, il tartufo bianco di San Miniato, il pecorino toscano, i vari legumi come il fagiolo zolfino o i ceci del Valdarno, il farro della Garfagnana, il lampredotto, la trippa, il salame toscano, la finocchiona, eccetera. Meglio gli USA dell’UE Benché i turisti provenienti da Germania, Stati Uniti d’America, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Svizzera (incluso Liechtenstein) si siano confermati quelli più numerosi, i dati 2019 hanno fatto registrare una contrazione delle presenze dei Paesi UE e una crescita dei flussi dagli Stati Uniti. Bene il turismo culturale e balneare nell’area di Firenze, nelle Terre di Pisa e nella Maremma area nord Il 2019 ha confermato le buone performance degli ambiti di Firenze e dell’area fiorentina, delle Terre di Pisa – ossia del turismo culturale – e della Maremma Area Nord, mentre invece sono calate le presenze in Versilia. L’ingente presenza straniera rimane una peculiarità del Chianti – dove si supera l’80% del totale presenze, con particolare prevalenza di americani, tedeschi e inglesi -, mentre l’Elba si è confermata l’area con la pressione turistica maggiore rispetto agli abitanti della zona. Ottimo legame turistico tra Toscana e toscani I dati 2019 hanno confermato anche lo stretto legame fra la Toscana e i toscani che, seguiti dai lombardi, hanno rappresentato la quota prevalente di presenze italiane, con maggiore predilezione per le località balneari della Maremma e della Costa degli Etruschi. Turismo in Toscana nel 2019: quanta offerta di qualità, soprattutto extra-alberghiera Entrando più nel dettaglio, nel 2019 si sono contate quasi 16.500 strutture ricettive, per un totale di posti letto che ha superato le 566mila unità. L’83% dell’offerta è stata rappresentata dal comparto extra-alberghiero, con una prevalenza di strutture agrituristiche (che rappresentano oltre il 30% dell’offerta ricettiva), e che in termini di posti letto ha corrisposto al 33% della disponibilità delle strutture alberghiere, con particolare riferimento ad alberghi a 3 e 4 stelle (col 24% dei posti letto). In generale, nel confronto con le altre risorse, i comuni del turismo termale e del turismo culturale hanno detenuto le percentuali maggiori di posti letto alberghieri sul totale dei posti letto disponibili, anche se, a fronte di un 64% calcolato per i comuni termali, la quota è scesa al 44% nelle località d’arte e d’affari. L’intensità del turismo toscano nei comuni e nelle aree Come intensità di turismo rispetto ai residenti, hanno spopolato i comuni livornesi di Bibbona, Capoliveri e San Vincenzo, assieme a Castiglion della Pescaia, con un tasso di ricettività che ha superato il 200%. In questi luoghi le strutture ricettive presenti sono ormai in grado di ospitare un potenziale numero di visitatori che è più del doppio della popolazione. A livello aggregato, sono stati 11 su 28 gli ambiti turistici che hanno superato l’indice medio di ricettività regionale (15%). Fra questi: Terre di Siena, Terre di Valdelsa ed Etruria Volterrana, Riviera Apuana, Versilia, Chianti, Maremma e Valdichiana Senese. Mentre sono state le aree della Val d’Orcia, della Costa degli Etruschi, della Maremma Area Nord e dell’Isola Elba quelle dal potenziale ricettivo maggiore, con un tasso pari, rispettivamente, al 54%, 64%, 66% e 112%. Turismo in Toscana nel 2019: dove? Per quanto ? E chi? Nel 2019 la Toscana ha contato oltre 48 milioni e 400 mila presenze e 14 milioni e 500 mila arrivi. Rispetto al 2018, le componenti della domanda hanno fatto registrare incrementi (+0,5% per le presenze, +0,8% per gli arrivi) imputabili soprattutto ai flussi nazionali – cresciuti del 2% circa, sia in termini di arrivi che di presenze -, e al comparto extra-alberghiero, per cui si è registrato un +3% di arrivi e un +1% di presenze. La permanenza media di chi ha soggiornato in Toscana è stata di circa 3 giorni ma, con specifico riferimento al comparto extra-alberghiero, si sale a 5 giorni. Le tipologie del turismo straniero I turisti provenienti da Germania, Stati Uniti d’America, Paesi Bassi, Francia, Regno Unito e Svizzera (incluso il Liechtenstein) si confermano quelli più numerosi, con una quota di presenze, sul totale delle presenze straniere, superiore al 5%. Le variazioni rispetto all’anno precedente hanno tuttavia mostrato una flessione importante che ha raggiunto il -8% nei casi di Paesi Bassi e Regno Unito, e addirittura il -11% per la Francia. Mentre si è osservato una tendenza contraria per i flussi dagli Stati Uniti, per cui si sono registrate variazioni positive: +5% arrivi, e +6,5% presenze. Benché l’80% della domanda turistica si sia concentrata tra città d’arte e località balneari, dal confronto con l’anno precedente è emerso l’incremento consistente dei flussi di turismo rurale e culturale, mentre ha perso in modo consistente il turismo montano, con un decremento di arrivi e presenze che ha sfiorato il 4%. Non sorprende, dunque, che la provincia di Pistoia abbia registrato le variazioni negative maggiori: -4% per le presenze, –2% per gli arrivi. I comuni toscani con le maggiori presenze I comuni con le maggiori presenze – in ordine decrescente – sono stati: Firenze, Pisa, Montecatini Terme, Castiglione della Pescaia, San Vincenzo, Orbetello, Grosseto, Siena, Bibbona, Viareggio e Capoliveri. Nel confronto col 2018 è rimasta molto buona la performance di Castiglion della Pescaia, dove il turismo è cresciuto del 10%, (a seguire San Vincenzo, Siena e Firenze), mentre sono risultate in calo le presenze nei comuni di Montecatini Terme e Bibbona, che rimane tuttavia il comune con la pressione turistica maggiore. Ma quali sono i turisti più alto-spendenti in questi ultimi anni? Nel 2019, ultima estate pre-Covid, i giapponesi in Toscana si sono lasciati andare a spese folli, con 232€ di media giornaliera a persona. Se consideriamo una famiglia di 4 persone, la spesa giornaliera sale a 928€ al giorno. Ipotizzando poi una media di una settimana di permanenza, il minimo per visitare decentemente un po’ di Toscana, otteniamo una spesa per famiglia giapponese di circa 6.500€ totali, che non è affatto male. Se a questo aggiungiamo che circa un 10% di turismo deluxe nordeuropeo (tedeschi e olandesi in primis) spende in una settimana in Toscana, tra soggiorno, pranzi, cene, extra e attività varie, oltre 10.000€ be’, possiamo dire che i numeri sono discretamente buoni. E la “medaglia nera” di quelli che hanno “le serpi in tasca”? Be’, va agli spagnoli, con una media giornaliera di poco più di 80€, scesa a 65,30€ nel 2020. Ma avranno la possibilità di rifarsi nel 2022, nel 2023, nel 2024… Una seconda chance non la si nega a nessuno, no? Cari amici di TuscanyPeople, care amiche di TuscanyPeople, questa è la fotografia del turismo toscano al 2019. Sono dati che vi tornano? che avevate percepito anche voi? Scriveteci i vostri commenti qui sotto, su Facebook, su Instagram, anche se i dati ISTAT sono verbo, esistono sempre le eccezioni che confermano la regola. 📍 PER APPROFONDIRE: Valdarno inferiore: cosa vedere da Montelupo Fiorentino fino a PisaLe balze di Volterra: quegli strani dirupi che feriscono di bellezza le colline intorno10 paesi da visitare in Toscana per poter dire: io ci sono stato Se la Toscana è la tua passione, unisciti alla nostra Grande Tribù! Unirsi alla Tribù di TuscanyPeople è semplice e gratuito, ma soprattutto porta solo vantaggi Scopri i vantaggi Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/turismo-in-toscana-prima-della-pandemia/" width="100%" count="on" num="3"]