2 / 4 – Pillole di storia della Val d’Ambra: dalla preistoria all’eccidio nazifascista

Tracce storiche della Val d’Ambra

In varie epoche in Val d’Ambra sono stati rinvenuti utensili e punte di freccia risalenti all’Età della Pietra. Più numerose sono le testimonianze etrusche e romane. In molti luoghi (Montebenichi, Campo Roma Vecchia, Capannole) sono stati ritrovati reperti e resti di costruzioni.

Se gli etruschi tracciavano strade soprattutto sui crinali delle colline, i romani preferivano il fondo valle: la Valdambra era attraversata dalla consolare Cassia Adrianea. Oggi è possibile percorrere alcuni tratti di questi antichi tracciati attraverso i sentieri e gli itinerari presenti nel territorio comunale.

Caduto l’Impero Romano d’Occidente nel 476 d.C., la Valdambra – come il resto d’Italia – divenne terra di conquista per i barbari, che vi si stabilirono, amalgamandosi con la popolazione autoctona e convertendosi al cristianesimo. Molto più consistenti sono infatti le testimonianze dell’età medievale.

Per la necessità di difendersi dalle vicine Arezzo e Siena, e poi Firenze, i documenti scritti ci raccontano di un territorio di “terre murate” con numerosi castelli e tre antichissime pievi: Santa Maria a Montebenichi, San Giovanni Battista a Petrolo e San Quirico a Capannole, oltre a due importanti abbazie, San Pietro a Ruoti e Santa Maria di Agnano.

Per approfondire: Ponte a Buriano e l’omonima riserva naturale: meraviglie “appartate” dell’aretino

Santa Maria dell'Assunta, ad Ambra, in Valdambra, Bucine, Toscana

L’arrivo della Repubblica Fiorentina

Terminata l’epoca comunale, dalla metà del XIV secolo la Valdambra entrò a far parte dei domini della Repubblica Fiorentina. Pietro Leopoldo, granduca di Toscana, la definì una “valle stretta ma piena di case e tutta coltivata assai bene”.

Fra Ottocento e Novecento l’agricoltura e il lavoro dei boschi continuarono a essere le attività principali di questo territorio. Durante la seconda guerra mondiale la Valdambra fu teatro di numerosi eccidi da parte dei nazifascisti: nel borgo di San Pancrazio vennero massacrate 55 persone, ossia quasi tutti gli uomini del paese. Ma le donne rimaste, con forza e coraggio riuscirono a mantenere vivo questo luogo della memoria.

Nella cantina di quella che al momento della strage era la fattoria Pietrangeli, oggi sorge il Museo della Memoria e l’Archivio Digitale della Memoria, in cui è raccolta la documentazione dell’eccidio di San Pancrazio.

Quante cose da vedere in Val d’Ambra: scoprile a pagina 3

Informazioni sull'autore

Avatar photo
Poeta & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/val-dambra-toscana/" width="100%" count="on" num="3"]