3 / 4 – Val d’Ambra: i borghi storici, tra medioevo, arte, e insigni personaggi

Il ponte di Pogi

A una manciata di chilometri da Bucine, lungo l’Ambra, svetta un antichissimo capolavoro architettonico. Noto come “Ponte di Pogi”, la struttura presenta cinque arcate in pietra. Secondo i più, le sue origini risalirebbero all’età romana, allorché il ponte fu edificato per consentire alla via Cassia Adrianea di superare il torrente.

Bucine

Bùcine – con l’accento sulla “u” – è un borgo vivace dall’aspetto moderno. Davanti al bianchissimo Palazzo comunale che si erge su Piazza del Popolo, svetta al centro la “Vittoria alata” dell’artista Pietro Guerri, dedicata ai caduti valdarnesi della prima guerra mondiale.

Galatrona e la sua pieve

A una manciata di chilometri sorge la bella località di Galatrona. Risalendo il declivio, s’incontra l’antichissima Pieve di Galatrona.  Sormontata da un campanile a vela, presenta sotto l’architrave della facciata lo stemma della potentissima famiglia senese dei Piccolomini (a cui appartennero, fra gli altri, i papi Pio II e Pio III).

L’interno è uno scrigno d’arte robbiana che contiene tre splendide opere dall’invetriatura tipica di questa scuola scultorea: un ciborio, un fonte battesimale a base esagonale e una statua di San Giovanni Battista, tutte realizzate nella prima metà del Cinquecento da Giovanni della Robbia.

Per approfondire: I della Robbia e il segreto della loro stupefacente terracotta invetriata

Vigne a Galatrona in Val d'Ambra, tra Valdarno e Chianti, Toscana

San Leolino, il borgo della “Donna gentile”

Da Galatrona è visibile San Leolino, sorto laddove poggiava l’antichissimo castello dei Conti Guidi, riconoscibile dai muraglioni che ad oggi fungono da pareti esterne delle abitazioni.

Internamente risalta la splendida pieve dedicata al santo che dona il nome al paese, e che prima di essere martirizzato nel 303 d.C., durante la persecuzione di Diocleziano, predicava proprio da queste parti.

Notevole la casa di Quirina Mocenni, nobildonna senese che, nonostante fosse maritata con un notaio fiorentino, intrattenne una breve relazione con Ugo Foscolo che le dedicò il celebre sonetto “Alla donna gentile”. Anche dopo il termine del soggiorno fiorentino del poeta, Quirina, che trascorse a San Leolino gran parte della propria vita, nutrì per lui un forte sentimento, e tra i due proseguì per anni un lungo e rilevante carteggio.

In Valdambra è diffusa la leggenda che Quirina avrebbe avuto da Foscolo un figlio illegittimo, ma non vi è, tuttavia, alcuna prova a sostegno.

È, invece, dimostrata la visita a Quirina di un altro grande letterato (e patriota) dell’epoca, suo grande amico: Silvio Pellico, che si recò a San Leolino nell’aprile 1846 insieme con la marchesa Giulia Colbert Falletti di Barolo, di cui era segretario.

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