Il viaggio dell’anima dopo la fine: accompagniamola con amore fino in fondo

1 / 3 L’uomo è mortale, l’anima no: l’amore in noi è la prima prova dell’esistenza di Dio

Riflessioni sul viaggio dell’anima dopo la morte

Èormai più di un mese che ogni giorno leggiamo con grande turbamento e afflizione il quotidiano bollettino della nostra guerra contro il Covid-19: morti, feriti e sofferenti, tra i quali, d’altronde, potrebbe esserci chiunque di noi. Non nascondiamoci dietro falsi pudori o ipocriti, pietosi, veli, perché lo impariamo fin da piccoli, l’uomo è mortale, e prima o poi deve confrontarsi con questo cambiamento di status. Per alcuni è la fine di tutto, l’annichilimento, il nulla. Per noi no.

Mani con la luce dello spirito

Dio esiste?

Dall’Illuminismo in poi i grandi filosofi e pensatori nichilisti o atei, molti scrittori, gran parte della scienza, nonché buona parte dell’arte, si sono variamente affannati a dimostrarci che Dio è morto, che l’uomo è solo nell’universo, un misero puntino d’egoismo infinito e d’infinita solitudine, e che questa sua miserrima condizione giustificherebbe tutto l’odio verso se stesso e il prossimo.

Be’, scusate, pur nutrendo grande rispetto per il loro ingegno, non ci hanno affatto convinti. Non chi scrive, non chi mi pubblica. Se avessero ragione, allora, adesso, in tutta coerenza, dovremmo osservare indifferenti e cinici quello che accade ritenendo unicamente che prima o poi toccherà anche a noi e che non vale la pena darsi troppo affanno per questo caos privo di senso. Ma non è così.

Mani giunte che pregano

Sentirsi parte di un tutto

Non è così, non perché siamo depositari di segreti che altri non conoscono, né perché in qualche modo lo pensiamo, ma perché, molto semplicemente, lo sentiamo. Il che è abissalmente diverso. Cosa sentiamo?

Sentiamo grande turbamento, dolore, compassione: dal latino “compăti”, “compatire”, ossia patire insieme. Sentiamo di essere parte di un tutto molto più ampio del nostro piccolo, asfittico, egoismo, sentiamo, secondo le parole del grandissimo poeta inglese John Donne, che: “[…] ogni morte di uomo mi diminuisce, perché io sono partecipe dell’umanità, per cui non chiedere mai per chi suona la campana: essa suona per te”.

Cosa succede all’anima dopo la morte? Scoprilo a pagina 2

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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