2 / 3 Dirigiamoci verso le ipotesi di vita, non di morte

Viaggio dell’anima: un canto d’amore infinito

Questo articolo è il nostro canto d’amore infinito verso tutte le persone che hanno perso i loro cari, ma anche verso tutte le anime che stanno facendo il loro percorso di purificazione e rinascita verso la luce. Sì, lo sappiamo, lo sappiamo, alcuni sorrideranno, altri storceranno la bocca, altri ci snobberanno.

Sappiamo benissimo che tutto ciò non è scientificamente dimostrabile, che la nostra realtà materiale non ci permette di sapere con certezza cosa c’è oltre la vita, che sono solo ipotesi, ma pur tuttavia sono ipotesi bellissime, che riscaldano il cuore, sono ipotesi di vita, non di morte o di nulla, sono ipotesi che presuppongono grande altruismo, qualcosa di cui il mondo, adesso più di sempre, ha estremo bisogno.

Candele in un tempio

E allora vediamo cosa potrebbe attendere l’anima dopo la morte e perché è nostro dovere accompagnarla con amore affinché il suo cammino si compia con la massima serenità.

I libri dei morti

Per la maggioranza dei libri dei morti, che si ritrovano in moltissime culture, l’anima, appena sciolta dal corpo, impiega circa 3 giorni (umani) per realizzare il proprio cambiamento di status, dalla dimensione fisica a quella spirituale. Quindi inizia il viaggio verso la Luce, il trapasso, appunto, non privo di possibili avversità che potrebbero anche bloccarla sul piano materiale d’incarnazione, come la sensazione di non aver portato a termine il proprio fine, o come la rabbia o la tristezza nel lasciare il mondo, accentuati dal dolore e dai lamenti dei propri cari.

Luce in fondo al tunnel

Ecco perché si ritiene che tutte le emozioni negative dei vivi possano frenare il viaggio dell’anima verso la Luce. Un’anima che non riesce a compiere il viaggio, imprigionata nella nostra dimensione, potrebbe rimanere qui a lungo, perdere la memoria e vampirizzare l’energia dei vivi, anche senza cattive intenzioni, semplicemente a causa della sofferenza provocata dall’assenza del corpo come schermo al dolore. Tanto che in alcune tribù, nelle guerre tra sciamani o stregoni, è ancora in uso “incatenare” un’anima non-trapassata per usarla come mezzo di offesa.

Ma cosa possono fare i vivi per aiutare l’anima nel suo viaggio? Vai a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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