4 / 4 – Un vino talmente puro da poterci dire messa! Il Vinsanto toscano

Vin Santo Toscano

Il mio viaggio però ha anche un amarcord fortissimo, tutto legato al Vin Santo Toscano, tra i vini da dessert toscani il più tipico della regione, ma particolarmente pregiato nella mia zona.
Un nome curioso il suo, dall’origine incerta. Da piccina, mi raccontavano che veniva chiamato così perché “l‘era talmente puro da poterci dire messa“. Si narra inoltre che nel corso della peste un frate lo somministrasse agli ammalati e tanto era il sollievo provato che esclamavano immancabilmente “vinsanto!“. Si dice anche che il nome derivi dal fatto che veniva sempre realizzato in occasione delle feste cristiane.

Il vin santo è prodotto con cura e si ottiene dai vitigni Trebbiano toscano e Malvasia. Mio padre sceglieva gli acini uno ad uno con cura. Li faceva appassire (rigorosamente con la luna calante) appendendoli a ganci “perché cosi non fa’ la muffa” mi diceva, lavorando senza sosta. La mia cantina era il luogo sacro in quel periodo.

Piccoli trofei che i miei genitori controllavano con cura e amore. Una volta appassiti, gli acini venivano pigiati. Il prezioso mosto che ne usciva era messo nei caratelli, piccole botti che nella mia mente di bimba assomigliavano a scrigni preziosi di legno. Guai a far uscire i residui di mosto dell’anno precedente!

Quella era la madre del vin santo, capace di far la differenza. A questo punto si aspettava la sua maturazione, lenta e sicura, come un pomeriggio assolato in Toscana.

Il Vin Santo si lascia invecchiare in botti di legno piccole

L’apertura del Vin santo

La prima bottiglia aperta prevedeva un rito. Mio padre seduto che lo versava alla “mi’ mamma” e le chiedeva “L’è bono Sestì?” e mia mamma che rispondeva sempre “Giovà, l’è proprio bono“.
Il vin santo è la festa toscana. E’ il profumo della convivialità e dell’accoglienza. Mai sulle tavole toscane contadine si è vista una bottiglia di vin santo senza i famosi cantucci!

Un vin santo davvero speciale e molto molto raro è quello chiamato Occhio di Pernice. Si utilizzano grappoli selezionati di Sangiovese, Malvasia Nera e/o Canaiolo che vengono scelti con cura per poi essere fatti appassire.

Margaret Fullen diceva che il vino è la risposta della terra al sole. Mai risposta fu così preziosa, unica e ricca come per i vini da dessert toscani.


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