4 / 4 – Vino toscano da avere in cantina: da Bolgheri con furore, ma non solo…

I mitici vini bolgheresi

Fu il marchese Mario Incisa della Rocchetta, appassionato di vini francesi, che negli anni Quaranta, notando una somiglianza morfologica tra il territorio di Bolgheri e quello di Graves, a Bordeaux, piantò delle barbatelle di cabernet sauvignon e di cabernet franc nella sua Tenuta San Guido, creando così quello che sarebbe divenuto decenni dopo un mito dell’enologia italiana, il Sassicaia, primo grande trascinatore di questa pregiatissima area vitivinicola.

Minimo 80% di cabernet sauvignon con l’aggiunta di quantità variabili di cabernet franc, il Sassicaia è anche il primo vino italiano di una specifica cantina, che, come accade in Francia per pochissime etichette celeberrime, vanta una DOC riservata appositamente: Bolgheri Sassicaia.

Le bottiglie must-have dell’area di Bolgheri

Tra le bottiglie must-have in cantina di quest’area, oltre al ‘Sassicaia’ 2019 – Tenuta San Guido, suggeriamo Messorio 2019 –  Le Macchiole, un grande merlot in purezza; ovviamente Ornellaia 2019 – Tenuta dell’Ornellaia, della famiglia Frescobaldi, leggendario supertuscan a prevalenza di cabernet sauvignon (oltre a merlot, cabernet franc e petit verdot); Masseto, merlot in purezza della stessa tenuta, un’eccellenza insuperabile la cui annata 2015 è stata votata, insieme al Solaia degli Antinori, miglior vino al mondo;  e infine il Grattamacco Bolgheri Superiore 2019, al 12° posto nella Top 100 mondiale di WS nel 2022.

Per approfondire: Saranno famosi nel vino: l’oro vitivinicolo toscano di domani

Degustazione di Ornellaia, Bolgheri DOC Superiore

Le bottiglie must-have di altre aree vinicole toscane

Last but not least, segnaliamo, nel grossetano, il Saffredi 2019 di Fattoria Le Pupille, all’8° posto nella Top 100 mondiale di WS nel 2022; nell’aretino, l’Oreno 2017 – Tenuta Sette Ponti, nostra vecchia conoscenza, uno dei migliori supertuscan esistenti; nel fiesolano, Colore 2018 di Bibi Graetz (90% sangiovese), altra nostra vecchia conoscenza, prodotto da alcuni tra i vigneti più antichi della regione; e infine, nell’area di Cortona, il Syrah ‘Apice’ Stefano Amerighi 2016, considerato una delle più virtuose ed estrose interpretazioni in Italia di questo vitigno.

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