2/6 Il trebbiano, le sue origini e la sua tradizione vinicola

Le origini del trebbiano Toscano, un vino di paese

Di tutte forse la sua declinazione più interessante, il trebbiano toscano così come le altre varietà, era con certezza già noto in epoca romana. È ancora una volta l’enciclopedico Plinio il Vecchio a parlarci per primo nel suo “Naturalis historia” di un Vinum Trebulanum, che starebbe per “vino di paese”, o “vino casareccio” secondo l’interpretazione che vorrebbe il suo nome derivare dal latino trebula, fattoria.

Secondo altri si tratterebbe di un vitigno di origine etrusca che poi sarebbe diventato il vino dei legionari, grazie alle rese abbondanti che garantiva.

Mosto di uve bianche nel torchio

Ugni Blanc, il nome francese del trebbiano

Ciò che è certo è che il trebbiano toscano è approdato anche Oltralpe dove lo si conosce come Ugni Blanc, uva base dei leggendari vini fortificati Cognac e Armagnac. Come sia giunto in Francia è un altro mistero; secondo alcuni nel XIV secolo in seguito al trasferimento del Papa ad Avignone, secondo altri più tardi grazie al matrimonio di Caterina de’Medici con Enrico II di Valois, l’allora Re di Francia.

Sangiovese, il Re dei vitigni autoctoni toscani

Il trebbiano nella tradizione vitivinicola toscana

Vitigno vigoroso che offre produzioni generose, in Toscana il trebbiano è senz’ombra di dubbio sinonimo di grande quantità e scarsa qualità. In tempi più remoti veniva usato per produrre vini bianchi senza pretese, leggeri e poco impegnativi, usati prettamente come merce di scambio.

L’unico impiego più interessante era nel Vin Santo, ruolo che comunque non gli ha mai permesso di spiccare in un panorama vitivinicolo complesso come quello toscano.

Ma perché il Trebbiano non ha una grande reputazione? Scoprilo a pagina 3

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Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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