24 Maggio 2018 2020-09-02T10:45:03+02:00 Virginia Oldoini, la donna toscana che fece l’Italia TuscanyPeople Agnese Paternoster Share: Virginia Oldoini fu ed è ancora la donna del mistero. Una sola cosa è certa: la sua bellezza. Dea dell’amore, statua in carne ed ossa, la più bella donna del secolo. Questi sono solo alcuni degli epiteti che l’hanno accompagnata per tutta la sua vita e con cui viene ricordata la, Contessa da Castiglione, “la donna che fece l’Unità d’Italia”. Virginia Oldoini: la Contessa di Castiglione che fece l’Italia La futura Contessa di Castiglione, Virginia Oldoini nasce a Firenze il 22 marzo 1837 da una famiglia importante e nobile, di cui l’esponente più famoso è sicuramente Camillo Benso Conte di Cavour, cugino di primo grado di Virginia. Ma non acceleriamo i tempi. Nicchia, questo è il soprannome affettuoso che le fu dato da Massimo D’Azeglio, cresce viziata e coccolata a Firenze e ben presto capisce di avere un forte ascendente sugli uomini. In seguito ad un piccolo scandalo e ad un periodo in convento, Virginia Oldoini viene fatta sposare in fretta e furia il 9 Gennaio 1854 con Francesco Verasis, Conte di Castiglione, con una sontuosa cerimonia nel Duomo di Firenze e un abito bianco ornato di pizzo di Venezia. Nasce così la leggenda, la favola dark della Contessa di Castiglione. La Contessa di Castiglione Il matrimonio con Francesco fu un completo fallimento. L’uomo amò Virginia con ogni cellula del suo essere, sopportando con pazienza capricci e innumerevoli tradimenti, senza mai essere ricambiato dalla donna. I due ebbero un figlio, ma la Contessa non fu mai una madre molto attenta e premurosa, essendo presa dalla vita mondana e dalle sue passioni. Il matrimonio le aprì le porte della corte di Torino e una speciale amicizia con il re Vittorio Emanuele II che la volle come sua favorita. Ma se Virginia aveva una grande “fame d’amore”, suo cugino aveva “fame di potere”. Cavour sognava di far diventare il Piemonte una grande potenza, ragione per cui convinse il re a inviare 15mila uomini in Crimea a fianco di Francia, Inghilterra e Turchia contro la Russia. E, grazie a questa mossa, fu ammesso fra le grandi potenze al Congresso di Parigi… ma non era sufficiente. Cavour voleva l’Italia e aveva bisogno della Francia. Cavour decise di sfruttare la bellezza toscana di sua cugina per avvicinare la Francia all’Italia. E la Contessa di Castiglione partì per Parigi nel 1854, probabilmente a spese del Regno di Sardegna per sedurre l’imperatore Napoleone III. Virginia in Francia Appena arrivata alle Tuileries, “tutti si accorsero con uno sguardo che non si trattava di un missionario”. Ma il primo incontro tra Virginia Oldoini e l’imperatore fu un fiasco. Troppa responsabilità era posata sulla Contessa di Castiglione, che fallì. Il re la giudicò bella, ma poco interessante. 👉 Leggi anche: Maria, regina di Francia: tra intrighi, sospetto e splendore Secondo i diari di Nicchia, dopo i rimproveri del cugino – per cui la donna provava quasi paura – ci fu il secondo round. Virginia andò ad una festa in notevole ritardo, come sua usanza ( i Vip si sa, arrivano sempre tardi) e sullo scalone incontrò l’imperatore. “Arrivate troppo tardi, madame” la redarguì Napoleone III. “ No Sire, siete voi che ve ne andate troppo presto”. E in quel momento il pesce abboccò all’amo. L’impresa si compì il 1° Luglio 1856 a Compiegne. L’imperatore ebbe finalmente la donna più bella del secolo, vestita solo con una sottoveste di seta verde (secondo alcuni storici una copia impudente della camicia nuziale dell’imperatrice Eugenia) e il suo interesse per la questione italiana si accese. “La mia camicia da notte dovrebbe sventolare assieme al tricolore per celebrare l’Unità d’Italia”, scrisse Virginia Oldoini nei suoi diari. La vendetta dell’imperatrice “Ma la passione spesso conduce a soddisfare le proprie voglie, senza indagare se il concupito ha il cuore libero oppure ha moglie”. Questo non vale per la Contessa da Castiglione. Divenuta amante ufficiale dell’imperatore e ottenuta anche una casa in Avenue Montagne, iniziò a dare il tormento all’imperatrice Eugenia. Secondo la leggenda, una volta si presentò con un anello con uno sfavillante (ed enorme) smeraldo; la regina le chiese di vederlo e scoprì che incisi c’erano il nome del marito e dell’amante. “E fu così che da un giorno all’altro la Contessa di Castiglione si tirò addosso l’ira funesta delle cagnette a cui aveva sottratto l’osso“ e uno stranissimo attentato fu organizzato contro il re proprio mentre lui si stava recando dalla sua amante italiana, proprio mentre era fuori dalla porta del palazzo della Contessa di Castiglione. E, secondo molti storici, quell’agguato porta il nome di una regina, di un’imperatrice. Cavour, spaventato, iniziò a pregare. Ma Dio non l’ascoltò: il 5 Gennaio 1858 tre bombe scoppiarono in Boulevard des Italiens mentre passavano le carrozze reali. L’imperatore e l’imperatrice si salvarono, ma stavolta i responsabili furono trovati. Quattro italiani, fra cui Felice Orsini. Il ritorno in Italia I rapporti fra Italia e Francia si spensero fuori e dentro il letto di Nicchia “ed arrivarono quattro gendarmi con i pennacchi e con le armi” e la Contessa di Castiglione fu accompagnata alla frontiera. Virginia Oldoini andò a Londra, Torino, La Spezia, Firenze. Ovunque lei andasse “molta più gente di quando partiva, chi mandò un bacio, chi gettò un fiore. “Ma divenne anche una spia per la Banca Rothschild durante la Seconda Guerra d’Indipendenza Italiana e durante la guerra in Messico dalla Francia. Royal wedding Il 30 Maggio 1867 il marito morì, sancendo la fine di un matrimonio senza amore e mai voluto da parte di Virginia. E, in quegli anni, Virginia tornò ad essere l’amante di Vittorio Emanuele II e fu la sua regina a Firenze, ad un passo dal divenire regina d’Italia. Ma il suo passato non depose a suo favore e il re scelse una Kate Middleton dell’epoca, rimanendo stretto amico e confidente della bella contessa. Ma il “bene effimero della bellezza” si spegne e Virginia si rinchiude in un’abitazione a Parigi, uscendo solo di notte, coprendo gli specchi e morendo il 28 Novembre 1899, da sola. 👉 Leggi anche: Design sostenibile: Alessandro Franci racconta Stonethica Virginia Oldoini voleva essere sepolta a La Spezia, senza una funzione religiosa, senza fiori, senza nessuna notizia sui giornali. Voleva indossare la sottoveste di seta verde che fece l’Italia, la collana di perle, i braccialetti e avere l’unico conforto dei cagnolini abbandonati. Fu sepolta al cimitero di Père-Lachaise, a Parigi e la sua camicia da notte è conservata al Museo Cavouriano di Sarzana. Agenti segreti francesi e piemontesi entrarono in casa sua dopo la morte, distruggendo gran parte delle lettere e dei diari, solo alcuni ci sono arrivati e sono scritti in codice. La storia per molto tempo si era dimenticata di questa Contessa toscana, di questa donna che aiutò l’Italia, negli ultimi anni però la sua bellezza è tornata a brillare. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 L’intervista impossibile con Florence Nightingale, prima infermiera della storia 👉 Vittorio Guidi racconta suo padre Ugo, grande scultore toscano 👉 Dopo la pandemia? Le riflessioni di Daniela Padoan e Grazia Francescato La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreAgnese PaternosterBlogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/virginia-oldoini-contessa-di-castiglione/" width="100%" count="on" num="3"]