2 / 4 – Paolo Uccello, un genio astrattista ante litteram

La bottega del Ghiberti e Donatello

Un ruolo importante per la sua formazione lo rivestì Ghiberti, per cui il giovane Paolo lavorò a lungo, tanto che fu uno dei suoi numerosi aiutanti per la finitura dei bronzi della seconda porta del battistero di Firenze. Nei circa cinque anni del suo apprendistato poté lavorare al fianco di svariati orefici, pittori, scultori e architetti fiorentini che assistevano Ghiberti – come Bernardo Ciuffagni, Michelozzo e, forse, Masolino e Giovanni Toscani -, ma fu molto probabilmente Donatello quello che impressionò maggiormente l’artista, tanto che tra i due nacque un’amicizia che durò tutta la vita.

Quando nel 1425 fu chiamato a Venezia per la realizzazione del mosaico, andato perduto, nella Chiesa di San Marco, Paolo Uccello era già immatricolato all’Arte dei medici e degli speziali da dieci anni, ed era entrato da poco a far parte della compagnia di San Luca.

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Piazza Duomo a Firenze vista dall'alto

Il lavori per l’Opera del Duomo di Firenze

Non si hanno grandi notizie del lavoro che svolse a Firenze dal 1430 al 1436, quando l’Opera del Duomo gli affidò la realizzazione di un grande affresco equestre destinato alla navata di sinistra. L’opera era dedicata a John Hawkwood, detto l’Acuto (Giovanni Acuto), capitano delle truppe fiorentine nel secolo precedente. Paolo la realizzò con un’impostazione della prospettiva che conferisce al dipinto una potente resa realistica, anche tramite l’utilizzo del verdeterra per trasmettere l’impressione di una statua bronzea. Il contrasto di luci e ombre poi, oltre a un disegno netto e precisissimo, dona all’intera opera un valore geometrico e quasi astratto.

Per il Duomo di Firenze Paolo Uccello realizzò anche tre cartoni per la creazione delle vetrate di tre occhi della cupola e la “sfera delle ore”, un orologio con quattro teste di profeti su ciascun angolo, a decorazione della facciata posteriore. Dei cartoni ci restano quello della “Natività”, della “Resurrezione”, mentre quello della “Annunciazione” è andato perduto.

Negli anni successivi Paolo Uccello realizzò vari affreschi nel chiostro di San Miniato a Monte, rappresentanti Storie di Santi e Monaci, di cui oggi rimangono frammenti. Quindi lavorò alacremente nel duomo di Prato a La Nascita della Vergine, a La presentazione di Maria al Tempio, e a parte della Disputa di Santo Stefano. In tutti questi dipinti è evidente la ricerca dei motivi geometrici e astratti, accompagnati da uno studio attento dei singoli personaggi delle scene.

Ma qual è il più grande capolavoro di Paolo Uccello? Scoprilo a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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