2/4 La biodinamica, una filosofia pratica che rispetta la natura e la salute umana.

Biodinamica, di cosa si tratta davvero

L’idea di massima di quella che è più una filosofia che una scienza è che tutti gli elementi di una fattoria, o di una vigna, sono strettamente interconnessi. Una visione olistica dove solo garantendo reciproco equilibrio e salute, l’ ecosistema in tutte le sue parti può mantenersi sano e prospero.

Rotazione delle colture, incremento della biodiversità, totale esclusione di ammendanti chimici e di prodotti geneticamente modificati. E ancora concimazione basata su preparati naturali omeopatici d’origine sia vegetale che animale rigorosamente autoprodotte: questi alcuni dei principi cardine delle pratiche biodinamiche.

Il fine ultimo di tale approccio è quello di aumentare la fertilità del terreno e rinforzare le naturali difese immunitarie delle piante; in questo modo si innescherebbe un circuito virtuoso dove anche chi fruisce dei suoi risultati – per esempio l’uomo – ne trarrà beneficio e a sua volta contribuirà al mantenimento di un equilibrio cosmico.

Grappolo di uva con una coccinella nelle mani di un viticoltore

Sì perché la biodinamica ha anche un lato più esoterico se vogliamo, motivo per cui non può essere considerato una scienza ma piuttosto una pseudoscienza. Un mix di spiritualità, astronomia e animismo cosmico dove per esempio si osservano fasi lunari e planetarie nella convinzione che così si possa influire sull’abbondanza dei raccolti piuttosto che sui colori di fiori e piante.

La certificazione biodinamica

Un elemento importante che caratterizza l’agricoltura biodinamica riguarda la sua certificazione. È infatti un ente privato a regolamentala: si chiama Demeter, è nata in Germania e oggi conta sedi in 19 paesi. Il disciplinare di produzione si riferisce sopratutto alle pratiche agronomiche in vigna e molto meno a quelle di enologia pura – ovvero tutte le azioni che si compiono in cantina a partire dalla stessa fermentazione.

Viticoltura biologica e biodinamica: così lontane, così vicine

A questo punto proviamo a capire quale è la differenza tra biologico e biodinamico.

Una delle differenze più sostanziali è che il disciplinare del biologico riguarda sia le pratiche agronomiche in vigna che quelle enologiche in cantina. Oggi il vino biologico esiste e significa che tutta la filiera ne ha seguiti i dettami e che tutte le sostanze utilizzate provengono da filiera biologica. È un disciplinare giovane, di ispirazione francese, che essenzialmente prevede il divieto di utilizzo di una lunga lista di prodotti di sintesi durante tutte le fasi di produzione. Inoltre, la certificazione biologica non è gestita da un ente privato ma dalla stessa Comunità Europea.

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Vigne da viticoltura biodinamica in Toscana

Altra differenza tra biologico e biodinamico è che la viticoltura biologica è assimilabile a quella tradizionale in termini di rapporto con la terra, con la vigna, con la vinificazione. L’agricoltura tradizionale ci dice che l’approccio deve essere scientifico, diversamente da quanto accade nel campo della biodinamica: la parte olistica nel biologico viene meno. Nel biologico inoltre alcuni prodotti di sintesi sono ammessi, cosa invece assolutamente inconcepibile in biodinamica. Rame e zolfo possono essere usati per trattamenti in vari momenti del ciclo produttivo del vino, per quanto in minime quantità.

E dell’agricoltura convenzionale cosa possiamo dire? Scoprilo a pagina 3

Informazioni sull'autore

Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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