4/4 Vini naturali, senza regole precise né disciplinari, come s’individuano?

Cosa sono i vini naturali?

Nel tentativo di fotografare il mondo della viticoltura ed enologia in termini di pratiche più o meno virtuose in quanto a sostenibilità ambientale, non possiamo non dedicare dello spazio ai vini naturali. Sono molto di moda è vero, ma non hanno un disciplinare di riferimento né perciò una certificazione. Non solo: non hanno nemmeno una definizione precisa.

Questione di trasparenza

Come districarsi allora nella comprensione di cosa sono i vini naturali? Non ci si può che fidare di chi i vini naturali li produce e di quello che ci viene assicurato a parole: è dunque fondamentale recuperare un rapporto di trasparenza tra produttore e consumatore, e perché no, prendersi del tempo per andarli a trovare questi vignaioli, che se realmente appassionati del loro lavoro e dunque oltre le mode del momento, sapranno condurvi in un mondo indubbiamente affascinante. Noi lo abbiamo fatto insieme a Marzio Politi, proprietario della piccola azienda vitivinicola mugellana Voltumna, a conduzione biodinamica.

Raccolta dell'uva nella campagna toscana

Vinificare il più naturalmente possibile

Marzio Politi ci racconta che i vini naturali possono essere ottenuti da uve biodinamiche, biologiche e da viticoltura convenzionale senza alcuna distinzione nella loro nomenclatura. Scioccati? L’aggettivo naturale associato al vino ha a che vedere esclusivamente con quanto avviene in cantina dopo la vendemmia, e non con quello che si fa in vigna. Ecco perché è importante conoscere chi c’è dietro quella bottiglia e cosa intende per vino naturale.

Io posso dirti che cos’è un vino naturale per me” esclama Marzio Politi. “Il ricercare la naturalità della vinificazione ha a che fare con un’esigenza: la riscoperta di vecchi vini, di sapori antichi, un pò come sta accadendo da 30 anni a questa parte con il cibo e la riscoperta di varietà e sapori perduti. La vinificazione naturale ci riporta a vini anche importanti che i vecchi Chateaux per esempio non hanno mai smesso di fare, e che esistono da ben prima che il mercato spingesse verso standardizzazione e tanti fronzoli enologici al fine di costruire il gusto del consumatore“.

Giovani foglie di vite al tramonto

Niente trucchi, niente inganni

La riscoperta è quella dell’enologia per come l’abbiamo conosciuta fino agli anni’80 – continua Marzio – dove l’uomo o la donna seguono e accompagnano la trasformazione dell’uva durante la vinificazione non ammettendo l’utilizzo di sostanze che non vi appartengono, che non riguardano l’uva“. Niente ammendanti, ma nemmeno niente tannini aggiunti, niente inoculo di lieviti, niente chiarificanti. Niente tecniche invasive quali riscaldamento/raffreddamento del vino per la malolattica, o per il filtraggio, neppure si dovesse trattare di filtraggio meccanico. “Il vino si chiarificherà con il tempo grazie alla forza di gravità, tant’è che nei vini naturali un po’ di fondata è del tutto normale“.

E per chi ritiene che i vini naturali siano vini mal fatti, non adatti all’invecchiamento, difettati e acidissimi come lo erano i vini che i nostri nonni facevano in cantina beh, si sbaglia di grosso. Provare per credere! In fondo quando si cercano eccellenza e qualità, quando c’è onestà intellettuale e passione, rispetto per l’ambiente e per chi lo abita, si bevono automaticamente bottiglie di qualità, al di là dei gusti personali.

Bibi Graetz: l’ossessione per l’eccellenza che porta a risultati straordinari

Anziano viticoltore in vigna con bicchiere e bottiglia di vino bianco

Questo il nostro auspicio, il nostro sogno: vedere sempre più aziende vitivinicole toscane, ma anche italiane, convertite a questi principi, per bere meglio, in modo più sano e sempre più green. Salute! È proprio il caso di dirlo.

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Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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