Continua il nostro viaggio alla scoperta dei vitigni autoctoni toscani ancora poco conosciuti ma che con sempre maggior determinazione stanno facendo parlare di sé

1/5 Prosegue il nostro pellegrinaggio tra i vitigni toscani autoctoni: la Barsaglina

Vitigni toscani autoctoni: la Toscana oltre il Sangiovese

Abbiamo iniziato, qualche articolo fa, un affascinante pellegrinaggio tra i vigneti toscani alla ricerca delle uve autoctone meno note, scoprendone curiosità e zone di produzione. Vogliamo proseguire con altri otto vitigni toscani autoctoni meravigliosi che piano piano stanno uscendo dall’ombra delle varietà più blasonate, Sangiovese in primis. Si tratta spesso di coltivazioni di nicchia sfuggite alla massificazione e all’appiattimento commerciale e che, a notar bene, quasi sempre si trovano lungo due direttrici.

La prima è l’Antica Via del Sale che in Toscana coinvolgeva soprattutto la Lunigiana. L’altra è una delle vie di pellegrinaggio più importanti in Europa, la Via Francigena, che la Toscana la attraversa tutta. Seguiteci dunque in questa seconda battuta del nostro excursus alla scoperta dei vitigni toscani autoctoni, oltre a sua maestà il Sangiovese.


Vino rosso versato dalla bottiglia in un bicchiere

Barsaglina

Iniziamo con un’uva presente solo nella provincia di Massa Carrara dove, pensate, conta una superficie coltivata totale di soli 33 ettari. Si chiama Barsaglina, è un vitigno evidentemente di nicchia ma che allo stesso tempo sta lentamente espandendo il suo territorio di produzione anche alla vicina Liguria. È stato dimostrato che il vitigno Barsaglina ha delle somiglianze morfologiche con il ben più noto Sangiovese, tanto da far presagire una stretta relazione tra le due varietà.

Il vino che si ottiene dalla Barsaglina ha un alto contenuto di antociani e fenoli, ed è quindi tannico e dai colori intensi. Al naso, si riconoscono profumi di frutti di bosco, ribes e violetta. In bocca il vino è di buon corpo e presenta un’acidità che ne permette l’invecchiamento. Grazie a queste caratteristiche la Barsaglina, dopo nove anni dalla sua introduzione nella DOC Candia dei Colli Apuani, è passata da un utilizzo in basse percentuali per conferire ai vini corpo e colore, alla vinificazione in purezza. Nonostante ciò rimane ancora abbastanza sconosciuto alla stragrande maggioranza dei consumatori e resta un prodotto dal consumo pressoché locale. Cercatelo in loco in qualche enoteca dove il Barsaglina può raggiungere fino all’85% del blend. Buona caccia!

Il prossimo è un vitigno difficile da vinificare: scoprilo a pagina 2

Informazioni sull'autore

Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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