4/5 Il “panda” Orpicchio e il Gorgottesco del “Senarum Vinea”

Orpicchio

Presente tra i vitigni toscani autoctoni a bacca bianca, l’Orpicchio era coltivato un tempo soprattutto nell’Aretino. Quest’uva ha fatto perdere le sue tracce fino a essere definitivamente accantonata, probabilmente a causa della sua sensibilità a botrite e muffe. Pur geneticamente vicino ad altre cultivar, quali cortese, moscato giallo e malvasia bianca, è in realtà un vitigno a sé stante e oggi può essere usato in 5 Igt toscane diverse. L’Orpicchio sta infatti facendo parlare nuovamente di sé ed è da alcuni considerato il panda dell’enologia, tanto è l’interesse che ha sviluppato.

Grappoli di uva bianca in vigna

Pensate che ci sono due aziende che si contendono il primato di chi l’ha recuperato per prima! Una è la Fattoria biologica Dianella, di Vinci. Qui i piccoli grappoli dorati dell’Orpicchio, dopo la vendemmia, sono fermentati in legno per 6-7 mesi a contatto con la feccia nobile e i lieviti. Il vino viene poi rimesso in vasca, lasciato decantare e messo in bottiglia. Il risultato è grande eleganza ed equilibrio, con un naso di fiori gialli, frutta tropicale e muschio.

L’altra cantina che sta recuperando l’Orpicchio, vinificandolo in purezza, è Donne Fittipaldi di Bolgheri. La bottiglia si chiama Lady F ed è assemblata fermentando il mosto in parte in caratelli di rovere francese nuovi e in parte in acciaio. Ne risulta un vino capace di evolversi egregiamente nel tempo, con profumi e gusto assolutamente fuori dagli schemi. Ha un naso ricco di note fruttate, spezie e sentori leggermente vanigliati e dolci. In bocca è ampio, avvolgente, con una minerale freschezza. Possiede grande bevibilità e lunghezza gustativa.

Gorgottesco

Il Gorgottesco è un vitigno toscano autoctono a bacca rossa protagonista insieme ad altri 3 cultivar del Senarum Vinea, un progetto dell’Università di Siena, Città del Vino e Istituto Agrario di Siena.

Uva nera raccolta in cassette di legno durante la vendemmia

L’intento del progetto è la riscoperta, la conservazione e la divulgazione di quelli che sono considerati i vitigni più antichi che Siena ha ritrovato dentro le mura della città. Il suo terroir è la città del Palio, dove per secoli è cresciuto tra spazi rurali suburbani. Oggi se ne contano meno di 100 piante, la maggioranza delle quali sono state innestate su barbatelle di Sangiovese coltivate nell’Azienda Castel di Pugna, di proprietà del conte Luigi Fumi Cambi Gado. Non è ancora disponibile una bottiglia di Gorgottesco in purezza, il progetto è giovane e le linee guida dei protocolli ancora in fase di definizione. Da tenere d’occhio per i veri appassionati di chicche alle quali dare la caccia.

E infine, uno più famoso di tutti: scoprilo all’ultima pagina

Informazioni sull'autore

Martina Tanganelli
Wine blogger and Ambassador of Tuscany
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