3 / 3 – I capolavori di Duccio di Buoninsegna

La Madonna Rucellai

Mentre Cimabue e i suoi seguaci cercavano di rappresentare lo spazio tridimensionalmente e volumetricamente, nello stesso periodo Duccio focalizzava la sua attenzione sull’eleganza delle forme e delle linee, e sull’armonia dei colori. Nel 1285 l’artista era a Firenze, dove il 15 aprile si accordava con la locale Società delle Laudi per la realizzazione di una grande tavola, la celeberrima Madonna Rucellai (oggi conservata alla Galleria degli Uffizi), il suo primo lavoro sicuramente documentato e quindi databile con certezza. L’opera, realizzata per la chiesa di Santa Maria Novella, un tempo era attribuita a Cimabue ma poi alcuni elementi hanno fatto propendere per l’attribuzione a Duccio, come i motivi tipici della cultura bizantina e il fatto che manca in questo dipinto il senso volumetrico tipico della pittura di Cimabue.

Dal 1296, per alcuni anni, Duccio fu assente dalla sua città natale. Alcuni ipotizzano che possa essersi recato a Parigi, ma per tanti è un’ipotesi del tutto inverosimile.

La Maestà del Duomo di Siena di Duccio di Buoninsegna

Nel 1308 inizia la Maestà per il Duomo di Siena, il suo più grande capolavoro

Nel 1302 Duccio figurava di nuovo a Siena, dove rimase per il resto della sua vita. Nel 1308 Jacopo de’ Marescotti, Operaio del Duomo di Siena, gli commissionò quello che è considerato probabilmente il maggior capolavoro di Duccio di Buoninsegna, la Maestà per il Duomo, oggi conservata al Museo dell’Opera del Duomo di Siena. Duccio terminerà la Maestà nel 1311: il 9 giugno di quell’anno una processione solenne la accompagnava sull’altare maggiore della cattedrale.

Duccio rimase attivo fino in fondo

Duccio fu attivo anche negli ultimi anni della sua vita: alcuni studiosi attribuiscono a lui l’affresco con la Consegna del castello di Giuncarico, scoperto negli anni Ottanta nella Sala del Mappamondo del Palazzo Pubblico di Siena, e databile al 1314, mentre nel 1316 dipinse la splendida Maestà del Duomo di Massa Marittima.

L’artista scomparve a Siena probabilmente nel 1318: nel 1319, infatti, i figli rifiutarono la sua eredità, dato che il padre risultava fortemente indebitato.

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