Vigna urbana a Firenze: le Fittipaldi creano vigna MIchelangelo TuscanyPeople

La prima vigna urbana di Firenze sta crescendo grazie a Maria Fittipaldi Menarini e alle sue figlie che hanno creato Vigna Michelangelo nel cuore della culla del Rinascimento

1 / 5 – L’imprenditrici Maria Fittipaldi Menarini insieme alle figlie portano a Firenze il primo vigneto urbano

Tra tre anni a Firenze, sulla collina che domina San Niccolò, ci saranno filari di vigne

Tra non molto la prima vigna urbana fiorentina sarà realtà, a coronamento del sogno di un’intera famiglia d’imprenditrici vinicole che così accomuneranno il capoluogo toscano a città come Venezia, Parigi, Torino, Milano, o New York.

Tra tre anni, una volta terminati i lavori d’impianto, potremo godere d’un colpo d’occhio davvero suggestivo: sulla collina panoramica che domina lo storico quartiere di San Niccolò sorgerà la prima vigna d’impostazione moderna. Il suo nome omaggerà uno degli artisti più geniali del Rinascimento toscano, quel Michelangelo a cui è intitolato anche il vicino piazzale panoramico realizzato da Giuseppe Poggi nei giorni di Firenze Capitale d’Italia.

Maria Fittipaldi Menarini con le figlie, proprietarie dell'azienda vitivinicola donne Fittipaldi

Maria Fittipaldi Menarini e le quattro figlie, Carlotta, Giulia, Serena e Valentina stanno dando vita alla “Vigna Michelangelo”

A creare la “Vigna Michelangelo”, che arricchirà lo skyline fiorentino, vestendo la collina di nuovi colori – per parafrasare un celebre pezzo di Battisti/Mogol, I giardini di marzo – sono Maria Fittipaldi Menarini e le quattro figlie Carlotta, Giulia, Serena e Valentina, già titolari dell’azienda agricola Donne Fittipaldi a Bolgheri.

700 nuove piante di biodiversità locale

Sui terreni adiacenti alla residenza di famiglia, le 5 imprenditrici hanno deciso di impiantare 700 nuove piante: 300 viti di Sangiovese, 150 di Canaiolo, 100 di Foglia Tonda, 100 di Pugnitello e 50 di Colorino del Valdarno. Talune delle barbatelle, che diventeranno viti coltivate ad alberello, portano il nome di alcuni dei giornalisti più rappresentativi della cultura enoica italiana, e tutte insieme andranno a celebrare la biodiversità locale conservandone il patrimonio genetico.

Ma qual è la vera finalità di questa nuova, piccola, vigna cittadina? Scoprila a pagina 2