Roberto Ugolini è un vero artigiano fiorentino delle scarpe su misura. Cresciuto tra le botteghe del centro è oggi un vero genio calzolaio

La grandezza e la ricchezza di Firenze nel Medioevo, fino al termine del Rinascimento, e anche oltre, l’hanno creata soprattutto le corporazioni di arti e mestieri a cui, per secoli, sono appartenute le più importanti famiglie della città, compreso i Medici.

Le antiche corporazioni fiorentine di arti e mestieri

In altre parole, la grandezza e la ricchezza di Firenze (ma anche di molti altri centri in Toscana) l’hanno creata gli artigiani, nel senso lato del termine, perché all’epoca nella categoria vi erano ricompresi non soltanto i lavoratori manuali (tra cui, fino al Rinascimento, anche gli artisti) ma anche altre figure professionali come, ad esempio, i banchieri, i cambisti, i giudici, gli avvocati, i notai.

Se col passare del tempo le corporazioni di arti e mestieri hanno perso forza fino a svanire, non ha perso assolutamente forza il mestiere dell’artigiano che connota tuttora in positivo l’immagine della nostra regione.

Cosa significa artigianato?

Ma dobbiamo prima capirci bene su cosa intendiamo per artigiano. Artigiano, oggigiorno, può essere considerato non solo chi fabbrica qualcosa con le proprie mani, come un incisore, un orafo, un impagliatore, un falegname o un ceramista, ma chiunque attraverso il proprio lavoro quotidiano, la propria energia, la propria passione, gestisca un’impresa che non abbia connotati industriali ma che proponga prodotti unici nel loro genere, o caratterizzati da naturalità o ecosostenibilità, come una piccola azienda vitivinicola, un profumiere, un atelier di moda, un produttore di scarpe fatte a mano, e via dicendo.

Artigiano tipico toscano

Sono quindi artigianato non solo le ceramiche di Montelupo, la terracotta imprunetana, il vetro verde empolese, il cristallo della Val d’Elsa, la pietra serena del Mugello, il marmo di Carrara, l’alabastro di Volterra, il sigaro della Valtiberina o il ferro battutto casentinese insieme al caratteristico panno, ma anche la “Fattoria La Maliosa”, di Antonella Manuli, che in collaborazione col Professor Corino ha creato una bellissima azienda vitivinicola e olivicola.

È un artigiano della qualità enologica Ugo Bing. È un artigiano il maestro profumiere Sileno Cheloni, così come gli Aloe Bros della Pizzeria Berberé, col loro amore per la slow pizza e per le birre artigianali, appunto. È un artigiano Leonardo Manetti, il poeta viticoltore di Greve, così come Marco Corradini, della China Gambacciani o Gaia Mecocci, della cioccolateri-gelateria Dona Malina, a Firenze.

Sono tutti artigiani perché hanno scommesso su se stessi, sulle loro abilità, e con una decisione istantanea hanno trasformato la loro vita e il mondo che li circonda.