Alla scoperta delle Forme d’Arte di Paolo Piacenti, produttore di formaggi toscani a San Gimignano, che unisce arte e gastronomia

1 / 3 – Arte e cibo si sposano nelle Forme d’Arte di Paolo Piacenti

Quando le arti si potenziano tra loro

Nel nostro girovagare alla continua ricerca dell’eccellenza toscana, ogni tanto c’imbattiamo anche nell’eccezionalità di un’idea, di un progetto, di una visione. Ecco perché in questo articolo puntiamo i nostri riflettori su Forme d’Arte, l’interessante idea di Paolo Piacenti che abbina l’alta qualità del cibo toscano alla sempre alta qualità della sua arte.

Forme d’Arte Formaggi, di San Gimignano, propone infatti una selezione di 59 prodotti caseari che spazia dai pecorini, ai “mucchini”, ai caprini, fino alla bufala. Affinati, erborinati, estrosi, speciali o classici, sono tutti formaggi da assaporare intensamente, magari abbinandoli con salse, mieli e vini selezionati. Ma soprattutto, l’eccezionalità è data dal fatto che ogni pecorino ha una sua etichetta speciale, realizzata da un artista.

Preparazione formaggi di Forme d'Arte di Paolo Piacenti

È ardito l’accostamento tra arte e gastronomia?

Bisogna dire che se fino a qualche decennio fa l’accostamento concreto tra arte e gastronomia avrebbe potuto apparire blasfemo, adesso non è più così. Un po’ perché la nostra mentalità si è aperta a un concetto d’arte più ampio, più comprendente, un po’ perché la gastronomia stessa in molti casi si avvicina davvero a diventare arte in sé.

Pensiamo a certi piatti creati da grandi chef che somigliano nella loro estetica (ma non solo) a vere e proprie composizioni pittoriche, più o meno astratte, dove non di rado i simbolismi, le metafore, le allegorie si sprecano. E anche a prescindere dall’estetica, non si potrebbe parlare di arte del gusto?

Formaggio di Forme d'Arte di Paolo Piacenti

Arte in greco antico si dice téchne

Arte in greco antico si dice τέχνη (téchne), ossia il nostro “tecnica”, nel senso di “perizia”, “saper fare”, “saper operare”. In altre parole quell’insieme di conoscenze e abilità che permettono di creare. Se vogliamo, proprio quel solido bagaglio tecnico che gli apprendisti acquisivano nelle grandi botteghe artigiane del Rinascimento. Poi è ovvio che per emergere occorra anche il talento, ma sta di fatto che un artista privo di tecnica non possa definirsi tale. E allora perché la cucina di alto livello, appresa in duri anni di esperienze presso importanti chef, magari in giro per il mondo, non potrebbe essere considerata arte vera e propria? E per estensione, perché non potrebbero essere considerati arte i raffinati prodotti dell’alta gastronomia, estranei al concetto di fabbricazione in serie, ognuno diverso dall’altro, ognuno con sue proprie caratteristiche?

Visto da questo punto di vista, Forme d’Arte di Paolo Piacenti acquisisce ancora più senso e appare ancora meno ardito, no?

Ma come si è arrivati a questa idea vincente? Scoprilo a pagina 2

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Tommaso Baldassini Editore
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