29 Agosto 2021 2022-02-25T14:40:00+01:00 Ceramica toscana: duemila anni di tradizione di alta qualità TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Una breve guida alla ceramica toscana: dalle sue antiche origini etrusche fino alle importanti aziende manifatturiere dei giorni nostri. Breve excursus storico della ceramica toscana Le terre e i borghi della ceramica toscana Arezzo e la sigillata aretina Il comprensorio fiorentino Montelupo La terracotta dell’Impruneta Altre importanti manifatture fiorentine Siena e l’arte della maiolica Pisa e la ceramica toscana Alcune importanti fabbriche di ceramica toscana di oggi Ceramica toscana: artigianato di qualità sin dal tempo degli Etruschi Tra le varie eccellenze che contraddistinguono l’artigianato toscano, senz’altro un posto d’onore ce l’ha la ceramica, in tutte le sue declinazioni: terracotta, terraglia, maiolica, porcellana, grès, ecc. Quella di plasmare le materie prime e decorarle è un’arte antica, e ancora oggi rappresenta un segno distintivo e unico della nostra tradizione culturale. In particolare alcune città vantano lavorazioni centenarie, e ogni giorno producono manufatti di qualità e di gran pregio estetico, veri e propri simboli della Toscana nel mondo. Costituita principalmente da argilla, la ceramica può risultare a pasta compatta o a pasta porosa. I tipi di ceramica derivano dalla diversa attuazione delle varie fasi del ciclo produttivo – modellazione, essiccazione, cottura e, in alcuni casi, smaltatura e seconda cottura – e dalla scelta dell’eventuale rivestimento – ingobbio, smalto, vetrina trasparente. Breve excursus storico della ceramica toscana La produzione della ceramica in Toscana è di lunga tradizione. In epoca etrusca la faceva da padrone il vasellame in bucchero pesante (VI-V secolo a.C.) tipico di Chiusi, connotato da pareti spesse decorate con motivi plastici e dal classico colore nero-grigio scuro che si otteneva cuocendo i vasi in atmosfera riducente, ossia povera d’ossigeno. Durante il periodo romano era una vera eccellenza la sigillata aretina; questa infatti, fra il I secolo a.C. e il I d.C., divenne la ceramica da mensa più popolare in tutto l’impero. Si deve però attendere il Basso Medioevo e il Rinascimento per l’affermazione di botteghe specializzate nella produzione di ceramica smaltata di pregio, localizzate principalmente in centri minori come Asciano o Montelupo, gravitanti nell’orbita delle città più importanti. Tra il XVII e il XVIII secolo si assiste a una trasformazione nella produzione di ceramica principalmente legata al mutare delle conoscenze tecniche e scientifiche. Queste infatti favoriscono la nascita di nuovi processi lavorativi da parte sia di maestranze locali che di ceramisti provenienti da stati esteri. Nascono così, ad esempio, le manifatture dei Chigi-Zondadari a San Quirico d’Orcia, o le fabbriche Ginori a Sesto Fiorentino. A queste si aggiungono, nell’Ottocento, nuovi stabilimenti, nati sull’onda del progresso industriale, come la manifattura Chini di Borgo San Lorenzo, quelle di ceramica invetriata di Anghiari, o le fabbriche di terracotta di Petroio. Alcune di queste fabbriche sono attive ancora oggi mentre, come testimonianza dell’alto livello di qualità raggiunto dalle manifatture ormai chiuse, rimangono i numerosi oggetti conservati in musei nazionali ed esteri. Le terre e i borghi della ceramica toscana Arezzo e la sigillata aretina Fu in questo centro di origine etrusca che attorno alla metà del I secolo a.C. nacque la sigillata aretina – dal latino sigillum, con cui si indicavano le caratteristiche decorazioni a rilievo ottenute a stampo presenti sugli esemplari più raffinati – una ceramica fine, da mensa, di colore rosso corallino. A partire dal Medioevo, Arezzo tuttavia perde il suo ruolo di leadership nella produzione della ceramica toscana a vantaggio di centri minori come Anghiari, in cui molte famiglie conservano ancora pignatte, tegami e scaldini. Il comprensorio fiorentino L’importanza di Firenze favorì, fin dal Medioevo, lo sviluppo, nelle aree limitrofe, di rinomate località manifatturiere come, ad esempio, quelle di Montelupo e dell’Impruneta. Montelupo Montelupo raggiunse l’acme produttivo tra la metà del Quattrocento e gli anni Trenta del secolo successivo, periodo in cui le sue maioliche, oltre a riempire dimore e palazzi delle più importanti famiglie borghesi e nobiliari fiorentine, nonché di grandi istituzioni locali come ospedali, conventi e farmacie, erano esportate in tutto il bacino del Mediterraneo.Dopo un lungo periodo di recessione protrattosi per quasi tre secoli, alla fine dell’Ottocento Montelupo riprese la produzione di maiolica, affermandosi, già dai primi del Novecento, tra i centri manifatturieri di maggior importanza nel panorama nazionale.Da visitare, nel borgo, il Museo della Ceramica e il Museo Archeologico. La terracotta dell’Impruneta Non inferiore a Montelupo, né per antichità né per la qualità dei manufatti, è Impruneta, famosa per la produzione di terracotta che si ottiene lavorando l’argilla della zona – scistosa, molto ricca di ferro, molto malleabile e allo stesso tempo elastica e resistente – con particolari tecniche, e cuocendola poi in fornace. Nel Quattrocento, la terracotta imprunetina dette il suo bel contributo al rivestimento dei più importanti monumenti fiorentini, come la Cupola di Santa Maria del Fiore. Ancora oggi l’Impruneta è un centro specializzato in terracotta di alta qualità, come testimoniano le numerose fornaci ancora attive nel territorio. Altre importanti manifatture fiorentine Tra le attività di più recente formazione merita una special mention la Manifattura Ginori, a Sesto Fiorentino, che fin dalla prima metà del Settecento si distinse a livello internazionale per la qualità delle sue porcellane e la raffinatezza dei repertori decorativi che ancora oggi ne caratterizzano la produzione. Da non dimenticare neppure, tra la fine dell’Ottocento e la prima metà del Novecento, l’avventura della Manifattura Chini di Borgo San Lorenzo. Oltre alla creazione di vasellame di qualità, l’azienda si distinse nell’abbellimento degli stabilimenti termali di Salsomaggiore e Castrocaro. Citiamo infine Bacchereto, Carmignano, che fin dal Trecento sviluppò una fiorente produzione di ceramica che si può ammirare nel museo di Artimino. Siena e l’arte della maiolica Anche il territorio senese vanta una lunga e importante tradizione nella storia della maiolica. Si distingue dalla contemporanea produzione fiorentina, per una maggior ricchezza nelle decorazioni e, dalla metà del XV secolo, per la caratteristica ingabbiatura del biscotto – ossia si rivestiva con argilla liquida il manufatto sottoposto a una prima cottura – prima del processo di smaltatura. Tra i centri produttivi più importanti nel Rinascimento ci furono Asciano, San Gimignano, Trequanda e, con ogni probabilità, anche Montepulciano. Tra le manifatture più importanti del senese, nel Settecento raggiunse il suo massimo splendore Chigi Zondadari di San Quirico d’Orcia, della cui ricca produzione di ceramica, in particolare quella destinata alle istituzioni farmaceutiche, rimane una nutrita collezione nell’Abbazia di Monte Oliveto Maggiore. Infine è da menzionare la produzione di vasellame di uso quotidiano delle fabbriche di Petroio, specializzate, dalla fine del Settecento a oggi, in terracotte di grandi dimensioni realizzate, dalla metà dell’Ottocento, per mezzo di stampi in gesso. Pisa e la ceramica toscana Dalla meta del Quattrocento nel territorio pisano si diffuse un nuovo tipo di lavorazione, la ceramica a ingobbio graffita, che avrebbe caratterizzato l’attività del comprensorio fin oltre il XVIII secolo, affiancandosi alla fabbricazione di pentolame da cucina di borghi come Vicopisano. Tra le manifestazioni più recenti sono da segnalare le Terracotte artistiche di Dante Milani, imprenditore degli inizi del Novecento attivo a Montopoli in Val d’Arno, che derivò la sua fortuna da una bottega specializzata nella produzione di vasi dal caratteristico effetto anticato. Alcune importanti fabbriche di ceramica toscana di oggi In quest’ultima sezione segnaliamo infine alcuni nomi di attuali produttori di ceramica che hanno attirato la nostra attenzione: A Montelupo Fiorentino: Ceramica Artistica Bartoloni: produzione ispirata alle antiche maioliche di Montelupo, ricca di almeno un centinaio di grandi “famiglie” decorative. Bitossi Ceramiche: dai primi del ‘900, collezioni uniche, riconoscibili nelle più belle vetrine internazionali. Le Ceramiche del Borgo: bottega-laboratorio, prima realtà artistica nel centro del paese. Pezzi unici con stile moderno. Terrecotte Corradini e Rinaldi: antiche tradizioni artigiane, metodologie tipiche dei maestri montelupini. Vasi, orci e altri oggetti di pregio. A Impruneta Terrecotte Masini – Fornace Storica di Terrecotte di Impruneta: dal 1938, bellezza e vera artigianalità. Ogni manufatto, un pezzo unico. Pesci Giorgio & Figli – Terrecotte Artistiche dell’Impruneta: vasta produzione che va dal classico orcio a vasi, cassette, anfore e ornamenti. Ampia scelta di forme e misure. Caro amico, cara amica ceramic-lover, proprio in questi tipi di articoli, più che mai, abbiamo bisogno dei tuoi consigli. Se ci vuoi suggerire altri produttori di ceramica toscana per te degni di nota, è il momento giusto. Due righe in più le aggiungiamo volentieri. Come on! – Scrivi a [email protected] 📍 PER APPROFONDIRE: Artigianato in Toscana, oltre un millennio di altissima qualitàL’arte della maiolica di Montelupo FiorentinoTerracotta dell’Impruneta: 5 cose assolutamente da sapereOro aretino: dagli etruschi a oggi, una tradizione millenaria d’artistico splendore La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! 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