Visitare Trequanda, il bellissimo borgo medievale toscano al confine tra Val d’Orcia, Crete senesi e Val di Chiana.

Trequanda: un borgo medievale fondato dagli Etruschi

Al confine tra la Val d’Orcia e le Crete senesi, a cavallo tra la Val d’Asso, a ovest, e l’ampia Val di Chiana, a est, il borgo medioevale di Trequanda se ne sta appollaiato su un poggio. Ancora oggi appare molto simile a quello che avrebbe avvistato un antico cavaliere che salendo, si fosse lasciato alle spalle una pianura in cui il fiume Chiana “[…] ogni dì più mancante d’impulso, scorre con lentore verso il centro della valle e si abbandona a paludose dilatazioni […]”.

Le Crete senesi in Toscana vicino al borgo medievale di Trequanda

Cosa significa Trequanda

L’etimo del nome “Trequanda” è incerto, alcuni lo fanno risalire al mitico eroe etrusco Tarkonte, che all’epoca avrebbe abitato l’area. Altri sostengono che alluda alle tre porte che si aprono nelle mura del borgo, “tre-guarda”, e per assonanza: Trequanda.

Altri ancora affermano derivi dal latino terram quandam, una certa terra, una terra particolare, forse con riferimento alla suggestiva zona delle Crete senesi, distribuita proprio fra i comuni di Trequanda, Asciano, San Giovanni d’Asso e Buonconvento, un paesaggio unico e affascinante, con quell’aspetto quasi lunare, fatto di calanchi, balze e biancane d’argilla.

La chiesa principale di Trequanda in piazza Garibaldi

Un borgo fondato dagli Etruschi nelle Crete senesi

Fatto sta che i primi abitanti di queste colline furono proprio gli Etruschi, dei cui insediamenti rimangono tracce, oltre che nei ritrovamenti archeologici, anche in toponimi come Cennano, Petroio e Sicille. Dopo di loro si avvicendarono i Romani, i Longobardi e i Franchi.

I primi documenti scritti su Trequanda

Trequanda è menzionato per la prima volta in documenti risalenti al 1198 in cui appare come feudo dei Cacciaconti della Scialenga, famiglia di origine franco-salica a cui, nel 1211, l’imperatore Ottone IV accordò il permesso di riscuotere gabelle. Poi passò sotto l’egida di Siena, mentre nel 1552 entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Il castello di Trequanda, borgo delle Crete senesi

Comune di Trequanda: Bandiera Arancione per il Touring Club

Si accede al centro storico dalle due porte della cinta muraria che si sono conservate: la Porta al Sole, che si affaccia sui campi sconfinati del territorio circostante, e la Porta al Leccio, che si apre verso i boschi del Lecceto. Camminando nel paese si incontra presto il maestoso Castello della famiglia dei Cacciaconti, con l’alta torre in pietra bianca e le mura merlate. All’interno della fortificazione si aprono un suggestivo giardino all’italiana e una corte ariosa.

Nel cuore del borgo

In piazza Garibaldi, si affaccia la chiesa romanica dei Santi Pietro e Andrea, con la sua particolare facciata, al cui interno è conservata un’urna istoriata del Cinquecento, di scuola senese, che conserva le spoglie della Beata Bonizzella Cacciaconti.

Il Mulino a Vento e il colombaio

Non lontano dal centro si erge una singolare costruzione, detta Torre del Molino a Vento, un colombaio che risale alla fine del Settecento, al cui interno si possono osservare circa 500 nidi in terracotta, disposti a scacchiera, destinati ad accogliere gli uccelli.

Per l’eccellenza della sua offerta turistica e della sua accoglienza di qualità il paese è stato insignito della Bandiera Arancione del Touring Club.

Il duomo di Trequanda in piazza Garibladi

Le due frazioni del Comune di Trequanda: Castelmuzio e Petroio

Oggi del comune di Trequanda fanno parte le frazioni di Castelmuzio e Petroio, due borghi medioevali che conservano il fascino del tempo passato nelle viuzze in pietra, nelle chiese e nei palazzi, separate dal capoluogo da ampi uliveti.

Il borgo di Petroio e la sua silenziosa bellezza di pietra

Sorto su un sito etrusco-romano, Petroio è quasi interamente costruito in pietra arenaria. L’origine del nome potrebbe derivare dal latino Praetorium o dall’etrusco Petruni.
Fu feudo dei Cacciaconti della Scialenga, poi verso la fine del Trecento dominio dei Salimbeni, quindi dei Piccolomini Bandini, e ancora di Siena fino al 1552, anno in cui entrò a far parte del Granducato di Toscana.

Il borgo è ammantato di una bellezza silenziosa: la ruvidità delle facciate a mattoni ricorda le brulle Crete senesi. Interessanti, l’antica chiesa di San Giorgio, in posizione panoramica, e il Museo della Terracotta: un tempo la lavorazione di questo materiale dava lavoro a tutta la cittadina.

A Petroio è legato il nome di Brandano, al secolo Bartolomeo Carosi. Singolare asceta, predicatore e profeta del XV secolo, percorse questa terra con un teschio, un crocefisso e un sacco, ripetendo motti e profezie ancora citati dalla gente del luogo.

Strette viuzze a Petroio, borgo nel comune di Trequanda

Castelmuzio e i suggestivi panorami sulla Valle del Trove

Castelmuzio, sovrastato dal monte Lecceto, si affaccia sulla valle del torrente Trove che offre panorami suggestivi dai mille effetti cromatici che mutano con le ore e le stagioni.
Casale Mustia, nel IX secolo, sorgeva intorno all’antica Pieve di S. Stefano a Cennano, splendida Chiesa paleocristiana del VII secolo, ristrutturata nel 1285.

Castelmuzio mostra la tipica struttura del castello fortificato: adagiato su una collina tufacea, ha pianta circolare ed è cinto da mura e bastioni. Subito prima della porta d’ingresso, ancora munita di gangheri e piombatoi, si può notare, murata nella parete, la pietra sulla quale, durante le sue visite alla comunità, riposava e mangiava San Bernardino da Siena, alla cui memoria il paese è ancora molto legato.

Vecchia casa di campagna nel borgo medioevale di Trequanda

Le celebrazioni per la Beata Bonizzella Cacciaconti

A Trequanda, nel mese di maggio, si svolgono i festeggiamenti in onore della Beata Bonizzella Cacciaconti alla quale sono attribuiti diversi prodigi sia in vita che post mortem.

Uno per tutti? Il suo corpo, emanante un forte odore di incenso, fu ritrovato il 6 maggio del 1500, perfettamente conservato dopo 200 anni dalla scomparsa. Le celebrazioni includono l’apertura dell’urna, pellegrinaggi, spettacoli pirotecnici, concerti ed esibizioni.

Immagine delle Beata Bonizzella Caccianti nelle vie di Trequanda

Una delle Città dell’Olio della Toscana

Se c’è un prodotto tipico del luogo, questo è l’olio EVO, l’oro verde di Trequanda. Sin dal tempo degli Etruschi infatti, l’olio rappresenta il prodotto di eccellenza della gastronomia locale.

Il terreno, l’altitudine e il rigido clima invernale rappresentano l’habitat ideale per le piante di olivo: tutto il territorio fa infatti parte della rete delle Città dell’Olio.

Piantagione di ulivi nelle Crete senesi

Dove mangiare a Trequanda

Ristorante Osteria Ciriera, ambiente familiare, rilassante, piatti della tradizione rivisitati in chiave vegan. Ristorante Conte Matto, cucina tipica del luogo, proposte rinascimentali, tutti prodotti a km0. Il Barrino – l’ombelico del mondo, a Montisi, pietanze tipiche, ampia scelta di vini.

Sei mai stato a Trequanda? Hai mai ammirato le Crete senesi? Raccontaci i tuoi dintorni di Siena. TuscanyPeople ha rapporti molto stretti coi suoi lettori. Alcuni sono diventati nostri autori

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