20 Marzo 2021 2021-05-16T18:09:07+02:00 San Giorgio a Lapi, ottimi vini tra Chianti Classico e Colli Senesi TuscanyPeople Martina Tanganelli Share: San Giorgio a Lapi è un’azienda vitivinicola a cavallo tra Chianti Classico e Chianti Colli Senesi che produce ottimi vini toscani e offre ai visitatori una delle migliori degustazioni nei dintorni di Siena. San Giorgio a Lapi, bellezza toscana e vini eccellenti Bellezza tutta toscana, vini di altissimo livello e una famiglia che da tre generazioni gestisce una delle aziende più interessanti del senese. Scopriamo insieme storia, curiosità ed etichette di San Giorgio a Lapi. San Giorgio a Lapi, 360 gradi di toscanità La Toscana è densa di cantine da sogno, ma in poche racchiudono in un unico luogo il fascino di tutta la toscanità, quella fatta di bellezza, arte e storia. San Giorgio a Lapi è una di queste e vogliamo raccontarvela in tutta la sua unicità. Degustazioni di vino vicino a Siena su una terrazza panoramica Prendi uno scampolo di campagna toscana, uno di quelli da cartolina dove colline e filari di cipressi lasciano il passo a vigneti e campi di girasoli. Adesso chiudi gli occhi e immagina il viso accarezzato da una brezza profumata di viole e cisto mentre la calda luce primaverile tinge l’orizzonte di oro e sorrisi. Aggiungi un calice di vino morbido e vellutato, una terrazza sospesa su scorci di bellezza pura, una piccola antica chiesetta affrescata. Di proprietà di una famiglia numerosa e unita dalla comune passione per l’enologia, l’Azienda vitivinicola San Giorgio a Lapi racchiude in sé ogni elemento che definisce la toscanità: bellezza, storia, eccellenza, passione. Tre generazioni di vignaioli Ne è passata di acqua sotto i ponti – o meglio di vino in cantina – da quando nonno Ermete, discendente di una famiglia di vignaioli trentini, mise i piedi in quella che oggi è la tenuta di San Giorgio a Lapi. A soli 6 chilometri da Siena, nel 1977, Ermete acquista 70 ettari di terreno. Folgorato dalla bellezza di queste colline, certo della loro alta vocazione per i vini rossi, chiede al figlio Aldo di trasferirsi qui con la moglie Fiorenza e di prendersi cura dei vigneti e delle 2000 piante di ulivo. Oggi Fiorenza e Aldo si avvalgono della preziosa collaborazione dei loro ben sei figli – quattro fratelli e due sorelle – tutti appassionatamente coinvolti nell’attività di famiglia: produrre grandi vini toscani a cavallo di due importanti DOCG. Due DOCG per due grandi vini rossi toscani Una delle particolarità di San Giorgio a Lapi sta nel fatto che il confine tra Chianti Classico e Chianti Colli Senesi passa all’interno della proprietà. E se per qualcuno potrebbe trattarsi di una pura formalità, sappia che così non è. Tra una sponda e l’altra della Tenuta esiste infatti una notevole variabilità in termini di composizione del terreno. Banalizzando molto, nel fronte del Chianti Classico troviamo un terreno più pietroso e asciutto, in quello dei Colli Sensi prevale invece l’argilla. Talvolta evidente anche da un metro all’altro, tanto può essere repentina, questa mutevolezza pedologica ha reso possibile la creazione di una linea di vini dalla spiccata personalità, che spazia da vini di pronta beva ad altri più strutturati e complessi. Bottiglie uniche e irripetibili ma anche molto divertenti, soprattuto per gli intenditori a caccia di sfumature tra differenze e affinità. Le etichette di San Giorgio a Lapi La produzione vitivinicola di San Giorgio a Lapi inizia negli Anni ’70, periodo in cui si puntava sulla quantità piuttosto che sulla qualità, quando cioè il lavoro vero e proprio era considerato quello in vigna, non certo quello in cantina. La svolta arriva nel 1999 quando il maggiore dei sei figli di Aldo e Fiorenza, Mattia, decide di invertire la rotta e passare dalla vendita di vino sfuso beverino e senza grosse pretese, a bottiglie di qualità. I Chianti e il vino passito Nascono così i primi due vini imbottigliati direttamente sul posto: un Chianti Classico vivace e austero, di corpo, con un bel tannino, e un Chianti Colli Senesi, fruttato, caldo e morbido, leggermente sapido. Negli anni 2000 seguono un Chianti Classico Riserva, elegante e raffinato e Lapi d’Autunno, vino passito bianco, dolce nelle sue note di miele e frutta candita, a base di trebbiano e malvasia del Chianti. Gli IGT Fiore di Maggio Nel 2001 nascono gli IGT Fiore di Maggio bianco – blend di trebbiano, malvasia e malvasia di Candia – e rosso -100% sangiovese – dalla struttura semplice, beverina, da tutto pasto, entrambi perfetti per una merenda nei campi a base di formaggi e salumi toscani. È dello stesso anno l’uscita di un gradevole rosato 100% sangiovese, agrumato, moderatamente alcolico, leggermente sapido. Ermete, blend di teroldego e sangiovese L’ultimo arrivato è Ermete, vino omaggio al centenario dalla nascita del nonno dal quale è cominciata quest’avventura tutta toscana della famiglia Simoni. 👉 Leggi anche: Sangiovese, il Re dei vitigni autoctoni toscani Un teroldego in terra di Siena Ermete, un vino omaggio al capostipite di famiglia non solo di nome ma anche di fatto. Blend di sangiovese e teroldego, è un vino dal tannino deciso e dal colore intenso, di animo orgoglioso e struttura importante, avvolgente e sensuale. Punto di incontro tra passato e futuro, Ermete è dove Trentino e Toscana sublimano. Il teroldego è infatti uno dei vitigni a bacca rossa più rappresentativi del Trentino. Qui, nella tenuta di San Giorgio a Lapi, ha trovato condizioni così favorevoli da essersi ambientato al punto di dare il suo meglio. Questo uno dei motivi per cui nel tempo l’Azienda ha eradicato i vitigni internazionali inizialmente presenti nella tenuta e in parte della produzione, per potersi concentrare solo ed esclusivamente sugli autoctoni. Vino e arte in un intreccio d’autore Altro aspetto affascinante di San Giorgio a Lapi è il suo legame con l’arte. Interesse coltivato da tutta la famiglia, è però di Mattia l’iniziativa di commissionare le etichette di alcune bottiglie a un artista locale. Le prime in particolare sono state disegnate da Alessandro Grazi, artista senese che ha dipinto anche un Palio. Piccoli capolavori estrosi e originalissimi, esprimono tutta la vivacità di un’azienda giovane – Mattia aveva solo 18 anni all’epoca della loro realizzazione – ispirandosi ai colori della natura circostante. Tutto sempre sostenuto dall’effige della piccola chiesetta di San Giorgino, emblema simbolo dell’azienda che placidamente, da secoli, fa da guardiana ai vigneti. Gli affreschi del Nasini nella chiesetta simbolo dell’azienda Questa piccola struttura religiosa parte della proprietà di San Giorgi a Lapi, fu eretta nel 1109; è probabile che nei dintorni sorgesse anche un eremo fondato da alcune monache camaldolesi. Abbandonata a se stessa, saccheggiata e dal pavimento rovinato, nel 1998 iniziano i lavori di restauro che portano alla luce alcuni affreschi. Uno strato di intonaco ne ha permessa la conservazione e oggi è possibile ammirare il dipinto principale, un ritratto di San Giorgio mentre uccide il drago, corredato da altre due opere: un ritratto di Bernardo de Tolomei e quello di San Romualdo, fondatore dell’ordine Camaldonese. Il pittore che ha eseguito le opere è Giuseppe Nicola Nasini, figlio d’arte: il padre, amiatino, era Pier Francesco Nasini. Famiglia dunque di illustri pittori barocchi, di Giuseppe potete ammirare l’affresco ‘Allegoria della morale e delle virtù dei Medici’ eseguito sul soffitto della Galleria degli Uffizi. 👉 Leggi anche: Camaldoli, dove si incontrato, storia, natura e spiritualità Colle Pinzuto, la Strada Bianca che attraversa San Giorgio a Lapi San Giorgio a Lapi è così romanticamente toscano che è stato scelto dalla prestigiosa gara ciclistica per professionisti ‘Strade Bianche’ come tappa della competizione. Gara nata nel 2016, promuove lo sport e al contempo tutela e valorizza il patrimonio chiantigiano di strade bianche. Il fascino della Toscana è un fascino rustico e pietroso, da scoprire percorrendo le pittoresche strade sterrate che la solcano. Quella che attraversa la proprietà di San Giorgio a Lapi è particolarmente suggestiva permettendo una vista mozzafiato sulle colline, le piccole valli, la chiesetta. Visitare San Giorgio a Lapi Visitare San Giorgio a Lapi è un’esperienza a 360°; è decidere di regalarsi un momento indimenticabile in un contesto familiare e ospitale. Ad accogliervi troverete uno dei figli di Aldo e Fiorenza, Alberto. Dopo una suggestiva camminata tra i vigneti e le olivete della tenuta, tappa d’obbligo è una visita alla chiesetta di San Giorgino. Alberto vi condurrà poi nel cuore pulsante della produzione vitivinicola dell’Azienda tra cantine di fermentazione, affinamento e imbottigliamento. Avrete inoltre l’occasione di scoprire un altro prodotto d’eccellenza dell’azienda toscana, il loro Olio EVO. L’olio Evo di San Giorgio a Lapi Figlio di un blend centenario di moraiolo, frantoiano, leccino e pendolino, l’Olio Evo di San Giorgio a Lapi ha un sapore spiccatamente e squisitamente toscano, caratterizzato da una texture fine e delicata Degustazioni di vino con vista sulle colline vicino a Siena Il culmine della visita è senza dubbio la degustazione guidata di tre calici dei loro vini accompagnati da un tagliere di prodotti locali. A soli 6 km da Siena, sarete serviti su una delle terrazze più suggestive del Chianti: sospesa sulle vigne, permette di godere di una vista pazzesca sulla Chiesa, sul Castello di Brolio in lontananza, sul Monte Amiata e sulle Crete Senesi. Unica controindicazione di una degustazione di vino a San Giorgio a Lapi? Salutare quest’angolo di Toscana può essere molto, molto difficile. 👉 Leggi anche: Siena in 3 giorni, una full immersion nella città a forma di chiocciola Cari lettori, conoscevate già questo posto da sogno? 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