Le parole di Gianmarco Gabrieli, ricercatore di Ibm research di Zurigo, fanno luce sulle attuali applicazioni di Hypertaste

Gianmarco Gabrieli, ricercatore d IBM Research di Zurigo, chiarisce: “[…] Verificare la provenienza di un determinato liquido, di una bevanda o, nel caso dei vini, della regione di provenienza, questa è una delle principali applicazioni. Ma anche prevedere l’accettazione da parte del consumatore di una bevanda. Noi mappiamo il responso dei nostri sensori su dati da consumatori, e in questo modo possiamo prevedere, per una nuova miscela di caffè, ad esempio, la possibilità del consumatore di apprezzare questa nuova tipologia. Un altro ambito di successo è la capacità di rilevare difetti nei processi di produzione industriale. Un dispositivo portatile come una lingua elettronica può essere in grado di rilevare in meno di trenta secondi la presenza di un difetto, e di conseguenza un problema all’interno di un batch di produzione che deve essere sostituito.”

Figure come il sommelier, rischiano dunque di scomparire?

“Questo dispositivo è inteso come supporto all’analisi umana e all’analisi sensoriale. Di certo nel mondo del vino non può superare le capacità di un sommelier esperto. Quello che può fare, però, è supportare un non esperto per l’analisi di prodotti che vengono analizzati comunemente in casa o per prodotti che possono essere associati a processi industriali.”

Fonte: ildenaro.it

Una giovane sommelier degusta vino davanti a bottiglie in enoteca

Hypertaste per ora non ruberà il posto ai sommelier, anzi, li supporterà

Ah, meno male, questa risposta ci conforta, iniziavamo a preoccuparci davvero. Ci sono anzi sommelier che vedono nel nuovo strumento una formidabile opportunità per alleggerire il proprio gravoso carico di lavoro, utile anche in fase di formazione, soprattutto nelle degustazioni in solitaria, dove può rappresentare un punto di riferimento con qualche barlume di oggettività, e contribuire ad ampliare gli orizzonti esperienziali.

Niente, tuttavia, potrà mai a loro giudizio sostituire il rapporto umano come parte dell’esperienza al ristorante. Nessuna lingua digitale sarà mai in grado di accogliere, consigliare, entrare in empatia con l’ospite, e perfino assecondarlo quando ha torto, così come nessun robot potrà mai sostituire un maître premuroso. Lo stesso professionista potrebbe al contrario giovarsi del supporto per informazione sul probabile punto di zenit qualitativo di una bottiglia, o sui suoi sbocchi privilegiati di mercato.

Primo piano di Bicchiere di vino rosso in mano ad una ragazza

Però in futuro…

Tuttavia ci domandiamo: se in futuro al posto di una lingua artificiale ci sarà un bellissimo robot (uomo o donna) con fattezze umane, dotato di lingua digitale, sempre gentile ed educato, a consigliare i clienti senza nessuna possibilità di errore, siamo sicuri che… Ai posteri (ci auguriamo) l’ardua sentenza.

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Foto di copertina Ryan su Unsplash

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