IBM ha creato Hypertaste, una sorta di “lingua artificiale” capace di degustare il vino come il più esperto sommelier. Ma come funziona? Continua a leggere per scoprirlo

Hyperstate e la Toscana del vino s’intrecciano e s’intrecceranno sempre di più

Ci eravamo lasciati con l’articolo sul BTO di Firenze dove, tra le altre, per la prima volta a un evento pubblico in Italia è stata presentata Hypertaste, “lingua artificiale” capace di degustare il vino come il più esperto sommelier, e poi non avevamo aggiunto molto altro. Ma siccome l’idea e la realizzazione sono sorprendenti, e la Toscana è una delle grandi aree vitivinicole di qualità a livello mondiale, abbiamo creduto doveroso approfondire questo nuovo, stupefacente, argomento che potrebbe riguardarci molto da vicino in un futuro nemmeno troppo lontano.

Ma davvero Hypertaste, la nuova lingua artificiale, potrebbe rubare il lavoro ai sommelier?

La prima domanda che viene spontanea infatti è: ma davvero una lingua artificiale potrebbe rubare il lavoro ai più raffinati sommelier internazionali, tanto da relegarli in soffitta come oggetti obsoleti? Davvero questo bel mestiere, che in teoria dall’Intelligenza Artificiale non avrebbe dovuto avere niente da temere, a un tratto è a rischio?

Sì perché finora erano soprattutto le professioni intellettuali a dover temere il dilagare dell’Intelligenza Artificiale, ma a quanto pare il futuro potrebbe essere poco roseo anche per chi lavora col proprio apparato sensoriale, come i sommelier o gli assaggiatori di prodotti gourmet, quali cioccolato, tè, caffè, eccetera. Ma è davvero così?

Hypertaste, la nuova lingua artificiale, ruberà il lavoro ai sommelier? Scoprilo a pagina 2

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