11 Febbraio 2022 2022-02-15T15:26:07+01:00 Darya Majidi: intervista alla Presidente di Donne 4.0 TuscanyPeople Stefania Bacchini Share: Intervista a Darya Majidi, imprenditrice nel settore high tech, Ceo ed owner della Daxo Group, società di consulenza strategica di digital transformation, Presidente dell’Associazione Donne 4.0 che mira a superare il gender gap grazie alle tecnologie digitali Darya Majidi: a tu per tu con la Presidente dell’Associazione Donne 4.0 Di cosa parliamo in questa intervista a Darya Majidi: Perché le ragazze vanno bene a scuola ma abbiamo poche CEO donne?Qual è la tua visione di empowerment femminile?La Toscana è una regione virtuosa per le “quote rosa”?Nella tua esperienza lavorativa, quali sono gli ostacoli che hai dovuto affrontare in quanto donna?In quale modo sei riuscita a conciliare tutto?Cosa suggerisci per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap?Le tecnologie. Come sfruttare i canali digitaliQual è il sogno di Darya Majidi? Nasce la rubrica Nobil Donne 4.0 per dare attenzione e risalto alle donne toscane che hanno fatto e stanno facendo la differenza. Darya Majidi, una livornese con una smisurata passione per i diritti femminili e un’incrollabile fiducia nelle tecnologie digitali come leve di cambiamento, traccia in questa intervista la sua visione per colmare il divario di fiducia e promuovere il cambiamento della percezione del ruolo delle donne. Darya, perché le ragazze vanno bene a scuola ma abbiamo poche CEO donne? Perché spesso le donne si scontrano con barriere interne ed esterne. Le barriere interne, di scarsa autostima e di scarsa consapevolezza delle proprie potenzialità, le spinge a non osare e a non mettersi in gioco, mentre le barriere esterne culturali e sociali non offrono un ambiente favorevole alla crescita professionale delle donne. Dobbiamo insegnare alle ragazze ad avere fiducia in se stesse con formazione e attività di mentorship. Specialmente le giovani donne temono le cosiddette STEM, vedendole come materie maschili e aride. Io da ragazza ho scelto di studiare materie scientifiche e tecnologiche per dar voce alla mia creatività e inventare cose nuove, trasformare tecnologie in reti, servizi, comunità, e ancora di più oggi sono contenta dei miei studi. Le donne tecnologiche e scienziate possono davvero immaginare e creare l’innovazione e migliorare il mondo. Sono orgogliosa di aver studiato all’Università di Pisa, di aver collaborato con la Scuola Superiore Sant’Anna sin da ragazza (la mia prima azienda è stata la prima spinoff della Scuola Sant’Anna a guida femminile) e da adulta sto collaborando anche con la Scuola Normale di Pisa. Queste tre università sono eccellenze che rappresentano un fiore all’occhiello della Toscana, terra di scienza e conoscenza, da qui nasce questa rubrica, Nobil Donne 4.0. Vogliamo dare visibilità e valore alle donne di talento che spesso non sono conosciute. Vogliamo dar voce a donne che hanno fatto e fanno la differenza. Qual è la tua visione dell’empowerment femminile? Negli anni le donne hanno conquistato sempre più posizioni di riferimento, ma i dati ci dicono che non assumono ruoli di responsabilità. Le donne in Italia hanno le leggi scritte costituzionali a favore, ma le leggi non scritte di stereotipi e pregiudizi ancora prevalgono. Le donne si laureano di più e meglio degli uomini, ma poi per carenza di stimoli interni ed esterni accettano una vita più sottotono e non sfidante. Per questo c’è uno scollamento tra il successo scolastico delle ragazze e la loro mancanza di posizioni di leadership sul posto di lavoro. L’empowerment nasce quando una donna decide di uscire dalla propria comfort zone ed entrare in contesti sfidanti. Nasce quando una donna decide di darsi visibilità e voce e scende nell’arena. Questa decisione trova la spinta migliore già nell’ambiente familiare, infatti spesso alle spalle di donne che hanno osato intraprendere strade nuove, c’è una figura in famiglia che le ha spronate. Credo fortemente che dobbiamo far sì che ci sia un riconoscimento delle competenze fin dall’adolescenza, promuovere la consapevolezza che spesso le paure sono solo nella nostra testa. Molte donne e ragazze si arrendono, invece devono avere più fiducia in se stesse. Anche attraverso l’opportunità di capire che molte delle migliori leader del mondo hanno affrontato ostacoli importanti, paura e ansia, e ciò che le ha rese leader è superare le proprie barriere mentali. Noi di Donne 4.0 abbiamo le nostre 3C: Competenze, Cuore e Coraggio e credo che l’empowerment e la leadership siano fortemente connesse al Coraggio. La Toscana è una regione virtuosa per le «quota rosa»? L’Italia, tutta, non è una nazione virtuosa, i dati ci dicono che siamo nelle ultime posizioni in Europa su molti indicatori. Secondo il Global Gender Gap Report del World Economic Forum Report in testa alla classifica della parità si mantengono i Paesi nordeuropei, l’Italia è al 63° posto su un panel di 156 Paesi al mondo, con una occupazione femminile del 49% contro il 62% della media Europea. Durante la pandemia la situazione è anche peggiorata. La realtà e che con la IV rivoluzione industriale si stanno creando nuovi lavori ma la disoccupazione femminile cresce. Un passo importante per abbattere questo ‘skill shortage’ è necessario favorire l’emergere di nuove figure professionali. La Toscana è sempre stata attenta alla formazione, prestando particolare attenzione nel favorire l’imprenditoria femminile, la ricerca tecnologica, la digitalizzazione. Nella tua esperienza lavorativa quali sono stati gli ostacoli che hai dovuto affrontare in quanto donna? Le difficoltà ci sono state e la mia forza è stata sviluppare le mie capacità, anche con il supporto degli uomini. Mio padre è stato il mio mentore, e mi ha sempre dato fiducia dicendomi che avevo le potenzialità per fare tutto, mentre mio marito è stato il mio socio principale! Per esperienza personale le donne che trovano nel proprio compagno un alleato sensibile nella loro crescita, hanno una marcia in più. In quale modo sei riuscita a conciliare tutto? Mi ha aiutato saper delegare, essere multitasking, fare squadra, non sono una perfezionista, non ho incentrato tutto su di me. Spesso chiedere aiuto è vissuto in qualche modo sminuente, ci sentiamo frustate, ma non è così. È importante attivare le energie degli altri, farci forza a vicenda, lo racconto nel mio libro ‘Sorellanza digitale’. La vera forza è data dai numeri, dalle Communities. Cosa suggerisci per sensibilizzare e rendere consapevole il mondo maschile di questo gap? Le nuove generazioni hanno una sensibilità differente, la leggi stanno andando verso un congedo di paternità più lungo, una presenza maschile nella cura molto più marcata, ma è importante che la ‘vecchia generazione’ – quella che decide tutt’ora – qualifichi le donne, non le ostacoli, sia determinata nel dare coraggio. Le donne non hanno ancora le stesse opportunità in termini di trattamento economico, di partecipazione politica e di sicurezza nel mantenimento del posto di lavoro. Le tecnologie. Come sfruttare i canali digitali? Sono eccezionali, strumenti potentissimi. Le competenze digitali sono un valido alleato per le donne, anche per un migliore work life balance sfruttando le differenti forme di lavoro agile. Se le giovani donne capissero che attraverso i canali digitali possono trasformare i propri talenti le cose cambierebbero più velocemente perché sono un acceleratore, danno accesso a conoscenza, permettono di condividere competenze, creare community. Personalmente li uso e li giudico in modo molto positivo. C’è chi dice che hanno distanziato persone ma non è così. Chiaramente sono strumenti, vanno utilizzati intelligentemente, ogni abuso è da evitare. Sfruttare invece la potenza della comunicazione digitale per creare energie positive, per migliorare lo studio, le relazioni, le opportunità professionali è un volano di crescita. Qual è il sogno di Darya Majidi Penso e spero che unendo due fattori, tecnologie ed empowerment femminile, con attivismo, forza, possiamo ridurre il gender gap in un lasso di tempo molto più breve e con i risultati notevoli ma … le donne lo devono volere! L’Associazione Donne 4.0 di cui sono Presidente è diventata un punto di riferimento nazionale, abbiamo creato un osservatorio sull’utilizzo degli investimenti del PPNR, siamo in una fase di grande attività e forte riconoscimento perché crediamo davvero che sia importantissimo incoraggiare le ragazze a seguire le proprie aspirazioni professionali, libere da stereotipi di genere. L’associazione di promozione sociale Donne 4.0 è stata costituita il 22 luglio 2021, per informazioni e l’ammissione [email protected] . Per ulteriori informazioni: www.donne4.it 📍 PER APPROFONDIRE: Darya Majidi e la nuova “sorellanza digitale”Caterina de’ Medici, il giglio di Firenze e di FranciaMargherita Hack: intervista immaginaria a una grande astrofisica La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! 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