Le sue mani volano sui piatti, è uno dei più conosciuti e apprezzati del panorama della club culture internazionale: intervista a Francesco Farfa

1 / 4 – Intervista a Francesco Farfa, famoso dj internazionale di origini toscane

Fare il DJ è un mestiere che non si improvvisa. Oltre al talento, bisogna lavorare sodo, perfezionarsi. E se parliamo di tecnica e della costante ricerca sonora, quelle di Francesco Farfa sono impeccabili. Scopriamo perché.

Partiamo subito dalle novità. C’è qualcosa che bolle in pentola?

Dopo lo stop-Covid i circuiti sono ripartiti, l’inverno è un’incognita e il caro energia, a cui stiamo andando incontro, influenza la gestione dei locali. In programma ci sono Berlino a novembre, poi Barcellona, Copenhagen e Londra. Mi sono riproiettato verso il circuito dei locali underground, di ricerca musicale, sperimentale. Sto preparando nuovi remix, nuove produzioni. Come DJ non sono molto mediatico. Nel 2010-2011 feci una scelta molto precisa, quella di lasciare il circuito mainstream a favore di locali ed eventi di nicchia di un certo livello culturale. Ne è un esempio il Vox Marmoris che si è svolto quest’estate a Carrara, in una cava di marmo, accogliendo tanto pubblico estero… inglesi, americani, tedeschi.

Francesco Farfa durante uno dei suoi dj set

Parlando proprio di sentimenti ed emozioni, nei tuoi pezzi si sente chiara l’atmosfera onirica, fluida. Come vivi queste sensazioni?

È una componente peculiare che fa parte del mio modo di esprimermi con la musica. Pur venendo da un background commerciale (di qualità), nel tempo ho avuto un’evoluzione di gusto verso sonorità che toccano una sfera più alta del pensiero. In poche parole, la musica strumentale, che a partire dalla fine degli anni 80 ha rivoluzionato prepotentemente la musica dance, mi ha permesso di giocare sperimentando l’allineamento tra l’energia e lo spirito. Dai dischi di vari produttori, che immagazzinano i loro pensieri creativi e non solo, intercetto il vibe, per poi costruire un percorso musicale e sensoriale, con l’arte del mixing.

Ogni DJ è diverso dall’altro, ognuno con i soliti 10 dischi dà risultati diversi, a seconda della sequenza, dell’assemblaggio del mix, e di come ognuno fa lavorare le frequenze. Quando lavoro, il mio obiettivo primario è che la gente porti a casa un’esperienza, fatta di emozioni che ti lasciano qualcosa di speciale. Non sono avvezzo a manie di protagonismo, ma ti confesso che il miglior complimento che mi fece un ragazzo fu: ‘sei un numero primo’, non disse ‘sei il numero uno’! Ciascuno di noi ha la propria caratteristica speciale, il proprio talento, non posso piacere sempre, e anzi, posso sempre imparare qualcosa di nuovo, soprattutto dai ragazzi. Mi interessa essere uno che dice la sua, senza essere il clone di nessuno.

Scopri a pagina 2 pensieri e ispirazioni di Francesco Farfa quando sale in consolle.

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