2 / 3 – Il Mercato di Sant’Ambrogio: da campo agricolo a moderna struttura

Il nuovo mercato in ghisa di Piazza Ghiberti

Utilizzando la zona secolarizzata dell’“Ortone”, già di proprietà delle monache di Santa Verdiana, si progettò piazza Ghiberti, al cui centro fu edificato, in ghisa e vetro, uno stabile da mercato, da parte di Giuseppe Mengoni, autore a sua volta del mercato Centrale, sebbene qui si utilizzasse una scala molto più piccola. L’operazione urbanistica si rivelò indolore, visto che all’epoca la zona era occupata da campi agricoli.

L’area in cui venne costruito aveva anche una valenza simbolica resa familiare a tutti dai romanzi di Vasco Pratolini, sopra ogni altro, “Metello”, del 1955. La vitalità della zona, la sua forte vocazione popolare, rendevano poi il mercato un centro attrattivo di grande vivacità e di altrettanta utilità.

Pur avendo perso nel 1955 la sua funzione di mercato generale a causa della costruzione del nuovo mercato ortofrutticolo nell’area di Novoli, il padiglione continua ancor oggi a svolgere un ruolo fondamentale di vendita (non solo di frutta e verdura) per i residenti della zona.

Interno del Mercato di Sant'Ambrogio a Firenze

Il mercato di Sant’Ambrogio come appare

Le pareti esterne del Mercato di Sant’Ambrogio si palesano in muratura fino a circa tre metri, divise da una serie di colonne in ghisa che servono da struttura portante per la parte superiore chiusa da pannelli in ferro con ampie griglie, secondo modalità vicine a quelle utilizzate per San Lorenzo. Il tetto del padiglione, anch’esso in ferro, mostra allo stesso modo griglie per consentire l’aerazione dell’intero ambiente.

Il mercato si svolge tutte le mattine (esclusi i festivi) in parte all’aperto, grazie a banchi di abbigliamento e alimentari, e in parte al chiuso, per altri generi alimentari e punti di ristorazione.

Ma com’è oggi il Mercato di Sant’Ambrogio? Scoprilo a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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