30 Giugno 2020 2021-02-01T13:13:49+01:00 Growth hacking e metrica North Star: per una crescita costante e sostenibile della tua azienda TuscanyPeople Uomo del Marketing Share: Lo slogan potrebbe essere: Promuovi la crescita sostenibile della tua azienda con una metrica North Star secondo la filosofia del growth hacking. Bello, ma cos’è una metrica North Star? Cos’è il growth hacking? Growth hacking e Metrica North Star: per una crescita costante e sostenibile della tua azienda L’idea della metrica North Star si situa all’interno del più ampio concetto di growth hacking, coniato nel 2010 da Sean Ellis per indicare un’insieme di strategie di web marketing mirate alla crescita di un’impresa in modo da farle acquisire un sempre maggior numero di utenti: particolarmente consigliate per le startup, in realtà qualunque impresa può utilizzarle per migliorare le vendite. Cos’è il growth hacking Secondo Sean Ellis, fondatore della disciplina, “Il growth hacking è un processo di rapida sperimentazione attraverso una serie di canali di marketing per individuare i modi più efficaci per far crescere un business.” Di growth hacking si sente parlare di continuo, anche se attraverso diversi approcci e definizioni. Ciò che è comune a tutti è che il growth hacking aiuta a crescere il business e pone alla base un concetto preciso: sperimentare e analizzare le ipotesi nel più breve tempo possibile. Il growth hacking utilizza una strategia data-driven, che presuppone una collaborazione tra reparti sia per lo scambio di informazioni che per l’implementazione di processi e soluzioni di crescita. Chi è un growth hacker Sempre Sean Ellis ha definito un growth hacker “...a person whose true north is growth “, ossia, alla lettera: “una persona il cui vero nord è la crescita.” In altre parole, una persona la cui stella polare (nord) è la crescita della propria azienda. Ora è più chiaro, no? Il growth hacker in genere è una persona che conosce il marketing online perfettamente, dotato di nozioni di programmazione e di buona immaginazione che gli consenta di sviluppare strategie economiche innovative e di successo. Fondamentali per il growth hacking sono 1. l’efficienza, ossia la capacità di ottimizzare il processo ottenendo il massimo risultato con un minimo di scarto di spesa, risorse e tempo; e 2. la collaborazione o meglio, intersezione, dato che il growth hacking scardina la tradizionale indipendenza tra i reparti, in particolare marketing e sviluppo del prodotto, mirando a creare un team pluri-funzionale per rendere i processi più fluidi, minimizzando interruzioni e perdite d’informazioni. Inoltre, il growth hacking adotta spesso anche strategie non convenzionali, miscelando l’online advertising, i social network, i canali digitali nella loro totalità con attività offline studiate su misura per il cliente. Gli strumenti del growth hacking I canali di crescita e gli strumenti del growth hacking variano in base alle categorie e alla tipologia del cliente. Due dei canali che avranno un’importanza sempre più rilevante nel futuro delle imprese sono sicuramente Google, per la ricerca, e Facebook. Per quanto riguarda le tecnologie, sicuramente è utile conoscere gli strumenti per l’automazione delle attività del marketing e il retargeting. Entrambe queste tecnologie sfruttano la potenza dei dati per targetizzare l’audience con il giusto messaggio e massimizzare la risposta e la conversione dei potenziali clienti. Per quanto riguarda i prodotti, è importante iniziare ad avere una conoscenza approfondita di strumenti come Google Analytics e HubSpot, entrambi, a uno studio approfondito, piuttosto sofisticati. Oltre a questi due strumenti ne esistono molti altri a disposizione dei growth hackers, sebbene quello principale rimanga la creatività. Solo a mo’ d’esempio riportiamo alcuni dei numerosi strumenti comunemente usati dai growth hackers. Colibri IO e il growth hacking Colibri IO fornisce una serie di tools di growth hacking e inbound marketing per migliorare il content marketing, i ranking SEO e la visibilità del brand. Con Colibri IO si possono conoscere le conversazioni dell’audience (partecipando così alle più rilevanti) e sapere quali persone stanno cercando i competitors dell’azienda. Qualaroo Qualaroo: creato dall’inventore del growth hacking, Sean Ellis, ha nel motto la sua spiegazione: “Le buone aziende sanno cosa stanno facendo i customers, le grandi aziende sanno il perché”. Il software aiuta infatti a identificare la modalità di navigazione, i bisogni dell’audience e il motivo di alcune azioni. Ad esempio, mandando una survey di uscita nel momento in cui un visitatore abbandona il carrello. Qualaroo è strumento intuitivo e utile per coinvolgere l’audience e far crescere l’influenza d’un’azienda. Il risultato è un miglioramento del conversion rate. AdRoll AdRoll: ha avuto particolare successo negli Stati Uniti e si basa fondamentalmente sulla tecnica di retargeting per aumentare il numero di clienti in maniera esponenziale. Detto con più semplicità, AdRoll “segue” i visitatori dell’azienda mostrandogli la sua pubblicità quando navigano su altri siti. Optimizely Optimizely: tramite questo strumento è possibile conoscere quale versione del sito, o della App porta più conversioni. È soprattutto utilizzato da growth hackers e professionisti del marketing online per eseguire il test A/B. 👉 Leggi anche: Vuoi aumentare il tasso di conversione dei potenziali clienti? A/B Test ti aiuta Trakio Trakio: consente di monitorare i visitatori e fornisce una serie di dati molto interessanti che permettono di aumentare il tasso di conversione. List Builder List Builder: è uno strumento per catturare contatti email. Attraverso pop-up che si attivano con click, timer o prima dell’uscita dal sito, invita infatti il visitatore a lasciare la propria mail, accrescendo in tal modo la lista di contatti, al fine di instaurare un rapporto duraturo con il potenziale customer. Per chi è interessato al growth hacking consigliamo anche di studiarsi bene: List Builder; Click to Tweet; Infusion soft; Crazy Egg; Marketo; BuzzSumo; Unbounce; Zapier; Kissmetrics; Olark; Vero; Clicktale. Molte imprese tramite mirate strategie di growth hacking hanno letteralmente svoltato. Volete sapere come hanno fatto? Ecco alcune dritte che possono esservi utili: Viral & Paid Acquisition Viral Acquisition: sfruttare le caratteristiche del prodotto per fare in modo che siano gli utenti stessi a parlarne e a condividerne le informazioni. Paid Acquisition: ci sono diverse forme di acquisizione a pagamento. Tra queste si distinguono SEM e Facebook advertising. È una delle strategie utilizzate dai growth hackers anche se non rispecchia propriamente la loro filosofia. Content & Email Marketing Content Marketing: creazione di contenuti innovativi (notizie, video, e-books ecc.) che si “auto-alimentino” grazie alle condivisioni tramite i Social Network. Email Marketing: un modo per creare non solo nuovi utenti/consumatori ma anche un rapporto di fiducia e scambio reciproco. 👉 Leggi anche: Il content marketing ha messo in crisi la vecchia pubblicità. Ma cos’è? E perché? A/B Testing & SEO A/B Testing (Split testing): è un metodo d’analisi che consiste nel comparare due diverse versioni di un sito web o di un’App e per determinare quale delle due sia la migliore. SEO: ottimizzazione dei motori di ricerca per migliorare la visibilità del sito web. Se è vero che il growth hacking si basa su un processo decisionale data-driven di test e validazione, Raffaele Gaito – tra i massimi esponenti italiani di questo procedimento – ci ricorda che “raccogliere dati e valutare quali siano i più adatti all’azienda è un’attività per nulla banale. Se si vuole utilizzare veramente un approccio data-driven sarà necessario infatti superare tre step: sapere quali dati raccogliere, come interpretarli e quali decisioni prendere in base a essi.” Growth Hacking: 2 case history di successo Un paio di storie di growth hackers divenuti famosi? Eccole qua. AirBnB Tutti conoscono questa piattaforma che collega proprietari e affittuari, growth hackers che non avevano paura di sporcarsi le mani, una delle tante iniziative bed and breakfast che attraverso materassi d’aria è cresciuta fino a diventare un’ impresa da fare invidia a Marriot e Hilton. Craiglist Probabilmente “l’hack” più famoso di AirBnb riguarda Craiglist. Nel 2010 AirBnB trovò un modo per utilizzare gli utenti di Craiglist. Riuscirono infatti a costruire un bot che reindirizzava le persone che visualizzavano gli annunci di appartamenti su Craiglist a AirBnB, col risultato di un aumento vertiginoso dei visitatori. Mica male, no? Forse poco etico ma molto efficace. 📍PER APPROFONDIRE: 👉 Lead Generation: il primo step del funnel di vendita che porta nuovi clienti 👉 Email marketing: il più efficace sistema di conversione da lead a cliente 👉 9 segreti per un marketing irresistibile: poi non dite che non ve lo avevamo detto La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreUomo del MarketingScrittore & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/metrica-north-star-growth-hacking/" width="100%" count="on" num="3"]