La storia del Granducato s’intreccia a quella della minoranza ebraica

Con particolare attenzione verso la varietà dei visitatori, così come verso la necessità di abbattere pregiudizi e stereotipi, la mostra indaga il modo in cui la storia del Granducato s’intreccia a quella della minoranza ebraica, facendo finalmente luce sulle vicende d’un importante e finora poco conosciuto tassello della Firenze rinascimentale.

Per approfondire: Perché Firenze è la culla del Rinascimento. E non solo

Pianta del Buonsignori del ghetto ebraico di Firenze

Le parole del Ministro della Cultura Gennaro Sangiuliano

La  mostra Gli ebrei, i Medici e il ghetto di Firenze si apre in un momento drammatico per il mondo ebraico a causa della violenza stragista di Hamas, che ha colpito con orribile crudeltà Israele, e nuove forme di antisemitismo. L’esposizione a Palazzo Pitti, però, ci dimostra che anche in passato un altro mondo è stato possibile, fatto di pacifica convivenza, rispetto reciproco e prosperità. Era il 1555, quando Papa Paolo IV con la bolla pontificia “Cum nimis absurdum” condannò gli ebrei a vivere relegati in un quartiere e a non poter svolgere alcuna attività se non quella di straccivendoli o robivecchi, ma Firenze non si adeguò, poiché i Medici, che nel secolo precedente favorirono l’insediamento in città di una comunità ebraica, erano loro amici.

Ciò avvenne solo nel 1570, quando Cosimo I, desiderando diventare Granduca di Toscana, dovette sottostare al dettame papale per avere il titolo e la corona. La mostra ripercorre questa storia, evidenziando come, fin quando è prevalsa la tolleranza, l’ebraismo, che anche in seguito è pur sempre rimasto parte integrante della comunità contribuendo con propri usi e tradizioni all’identità fiorentina, è stato una delle radici di quella florida e possente pianta che è stata Firenze nell’era dell’Umanesimo e del Rinascimento. È questo il passato al quale dobbiamo rifarci per immaginare il nostro presente e il nostro futuro. La cultura ebraica è una parte importante, decisiva per i grandi contributi che ha dato, dell’intera cultura italiana. Auguro pertanto ogni successo a questa importante esposizione”.

Una mostra che è un invito alla tolleranza, all’integrazione e alla condivisione dei saperi: vai a pagina 4

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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