Rivoluzione verde e digitale: le parole di Draghi al summit sul climate change

Al summit virtuale tra capi di stato sul climate change convocato da Biden – che col peso della sua leadership sta rendendo possibile una virata totale sulla politica ambientale -, il Presidente del Consiglio Draghi ha detto:

In Europa abbiamo lanciato un piano da 750 miliardi di euro chiamato “Next Generation EU”. Uno degli obiettivi è supportare la transizione ambientale nel nostro continente. Il 10%, circa 70 miliardi, andrà in investimenti e in infrastrutture green, economia circolare e mobilità sostenibile, solo in Italia. Le azioni intraprese però non sono sufficienti, dobbiamo agire adesso per non pentirci domani. Cogli accordi di Parigi ci siamo impegnati a limitare il riscaldamento globale a +1,5° C., rispetto ai livelli preindustriali. Con le politiche attuali rischiamo che il riscaldamento salga a 3° C.

Dobbiamo invertire la rotta e dobbiamo farlo presto. La presidenza italiana del G20, nel 2021, avrà come obiettivi centrali la tutela dell’ambiente e della biodiversità perché sono proprio i paesi più ricchi e industrializzati che generano il 75% delle emissioni globali. I piani che stiamo preparando per superare lo choc della pandemia sono un’opportunità unica per trasformare le nostre economie rendendole più verdi e inclusive. I 750 miliardi del “Next Generation EU” servono a sostenere la transizione ambientale fino ad arrivare all’impatto zero nel 2050.”

Tutta la redazione di TuscanyPeople plaude a queste parole finalmente assennate. Nonostante vari personaggi importanti, per anni, abbiano cercato di venderci l’idea che il clima fosse una preoccupazione trascurabile perché sul pianeta i cambiamenti sono sempre avvenuti, noi non abbiamo mai abboccato al giochino della minimizzazione.

Due uomini d'affari si stringono la mano nella natura

Rivoluzione verde: la nostra intervista a Luca Mercalli nel 2016

Nel 2016 il sottoscritto intervistò Luca Mercalli, uno dei climatologi più famosi d’Italia, facendosi spiegare perché avremmo già scavalcato da un pezzo il punto di non ritorno. E purtroppo le sue argomentazioni non furono soltanto tecniche ma anche molto logiche. Due i punti focali da tenere infissi nella memoria:

1. È vero che il clima sul pianeta è sempre stato soggetto a cambiamenti anche importanti, ma mai così repentini. È la velocità con cui sta accadendo, uno dei grandi sintomi che rivelano quanta responsabilità abbia l’uomo nella mutazione climatica.
2. Il problema è iniziato a metà Ottocento quando l’uomo, con l’estrazione dei combustibili fossili (gas, carbone, petrolio), ha cominciato a liberare immense quantità di CO2, ossia la maggiore responsabile dell’effetto serra.

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Le frasi dei leader mondiali sull’urgenza di una rivoluzione verde

E adesso anche i grandi leader mondiali cominciano seriamente a preoccuparsi e parlare di rivoluzione verde. Biden parla di “decennio decisivo per evitare la crisi”. Guterres dice che “siamo sull’orlo dell’abisso”. Putin fa un invito: “Il mondo si unisca sulla ricerca scientifica”. Macron afferma che “Il 2030 è il nuovo 2050”, sottolineando “la necessità di accelerare gli sforzi globali”. Xi Jinping, il leader cinese, dichiara: “Cina a emissioni zero entro 2060. Siamo impegnati sul multilateralismo e abbiamo responsabilità comuni e differenziate allo stesso tempo”.

Quanto a Greta Thunberg, la giovanissima e agguerritissima paladina della rivoluzione verde, nonostante le dichiarazioni di cui sopra diano ragione alla sua battaglia, bacchetta i capi di stato: “Gli obiettivi che si sono dati i leader mondiali per fronteggiare il cambiamento climatico sono largamente insufficienti. Non possiamo accontentarci di qualcosa solo perché è meglio di niente“.

Cartello alla manifestazione sul climate change nell'aprile 2017 a Washington DC

Come porre rimedio al climate change

Insomma, visioni diverse sulla soluzione del grave problema, ma sostanzialmente convergenti sul punto che il clima è malato, che l’uomo è grandemente responsabile, e che bisogna accelerare per cercare di porvi rimedio. Finalmente, ripetiamo. Finalmente. Finalmente. Finalmente.

Possiamo a questo punto sperare di non sentirci più ripetere che la questione del clima non esiste, o che è una falsa questione? Oddio, in un mondo in cui i terrapiattisti ancora insistono sulla loro teoria, tutto è possibile, ma non consideriamo troppo le frange sconsiderate, la notizia positiva è che pare che anche le alte sfere abbiano preso piena coscienza, e che soprattutto l’abbiano pubblicamente ammesso, USA e Cina comprese.

Bene, Mario Draghi ha dichiarato che 70 miliardi andranno in Italia per sostenere infrastrutture green, economia circolare e mobilità sostenibile; ha sostenuto inoltre che la presidenza italiana del G20, nel 2021, avrà come obiettivi centrali la tutela dell’ambiente e della biodiversità. Biodiversità di cui, ricordiamolo, l’Italia è campione mondiale.

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Concetto di economia circolare ed energia rinnovabile infinita

La rivoluzione verde nel Piano nazione di ripresa e resilienza

È chiaro che per una rivista online come la nostra, paladina da sempre della naturalità, dei prodotti agroalimentari bio a km 0, della biodiversità, dell’ecosostenibilità e dell’artigianalità che si contrappone all’industria e a tutto ciò che di negativo essa comporta, le parole di Mario Draghi sulla rivoluzione verde e digitale rappresentino musica per le orecchie.

Ma non solo. Perché dei circa 200 miliardi del PNRR (Piano nazionale di ripresa e resilienza) che l’Europa dovrebbe stanziare per ricostruire l’Italia dopo il Coronavirus, 57 sono destinati alla «Rivoluzione verde e transizione ecologica», mentre 43,5 sono destinati alla «Digitalizzazione, innovazione, competitività e cultura» e, per quanto riguarda questi ultimi, quasi tutti sono per progetti aggiuntivi.

D’altronde, che fossimo nell’era della transizione ecologica e digitale era già stato certificato dall’appena nato Governo Draghi con l’istituzione del Ministero della transizione ecologica, sorto sulla base del Ministero dell’Ambiente, e del Ministero dell’innovazione tecnologica e della transizione digitale. È ovvio che, al di là delle parole, non si tratta di ambiti innovativi ma di sfere di competenza che acquisiscono ancora più importanza alla luce delle tante sfide che il Paese dovrà affrontare per riprendersi dalla pandemia.

Immagine astratta sul concetto di rivoluzione verde e digitale

La filosofia green nel cuore di TuscanyPeople

Inutile dire che anche in questo caso TuscanyPeople, una webzine nata nel 2014, che vive di digitale, nel digitale – ormai un vero e proprio pilastro del web nazionale, sempre più forte e seguita anche in grandi città come Milano e Roma -, pare perfettamente centrata nel progetto. Non voglio dire anticipatrice di tendenza, ma senz’altro in perfetta linea con una tendenza che abbiamo saputo cogliere ai suoi primordi sposandone i principi e le idee.

I nostri articoli su rivoluzione verde e biodiversità

E neppure vogliamo fare come chi alza la mano tra tante urlando: io l’avevo detto! Non ne abbiamo proprio bisogno. Ci sono decine, centinaia di articoli, che testimoniano le nostre battaglie. Aggiungo solo, per quanto mi riguarda, che quello su Luca Mercalli fu uno dei primi articoli che scrissi dopo aver raggiunto la redazione capitanata da Tommaso Baldassini con la sapiente orchestrazione, dietro le quinte, di Marta Pintus (ogni tanto bisogna anche rivelare chi manovra nella stanza dei bottoni). Perché TuscanyPeople è una rivista sulla Toscana, ma la Toscana fa parte del mondo e non possiamo fingere che tutto ciò che accade altrove non ci riguardi.

E allora: forza digitale (usato per buoni scopi), forza ecologia, forza naturalità, forza biodiversità, forza ecosostenibilità, forza artigianalità, forza arte di ogni genere, e soprattutto forza bellezza della natura e dell’essere umano, a voi il compito di salvare questo pianeta, che non sarà perfetto, che avrà tanti difetti, ma che rimane sempre meraviglioso per tutti noi: “…and I think to myself what a wonderful world”. Grazie, Louis, per avercelo insegnato.

Gruppo di studenti manifesta contro il cambiamento climatico: There is no planet B

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