Argiano è anche uno dei soci fondatori del Consorzio del Brunello

“Nel 1967 viene fondato il Consorzio da dodici soci di cui Argiano è uno dei firmatari. Nel 1992 poi la Tenuta passa dai Caetani Lovatelli alla contessa Noemi Marone Cinzano che rimane per 20 anni. Un periodo molto importante in cui si sviluppa anche il nostro IGT Solengo, il supertuscan più iconico di Montalcino, creato da Giacomo Tachis. Finché nel 2013 l’azienda passa di nuovo in altre mani, quelle facoltose dell’imprenditore brasiliano André Santos Esteves.”

Per approfondire: Giacomo Tachis: l’uomo che rivoluzionò la Toscana del vino

Il Solengo è un IGT creato da Giacomo Tachis per la Tenuta Argiano

Businessman molto importante

“È semplicemente il chairman della BTG Pactual, la più grande banca d’investimenti in America Latina.”

Amante dell’arte, tra l’altro

“Esatto, da 2 anni qui ad Argiano abbiamo iniziato a mettere insieme una splendida collezione senese/fiorentina che riguarda opere tra il Quattro e il Cinquecento, ossia gli anni d’oro d’Argiano, con l’idea di riportare a casa questi meravigliosi lavori artistici nati nei dintorni. Tra l’altro c’è stata un’esposizione a Santa Fiora della Madonna con Bambino di Luca Della Robbia, conservata per quasi 100 anni all’Albright–Knox Art Gallery di Buffalo, messa all’asta da Sotheby’s a New York nel 2021, acquistata da André Santos Esteves, e fatta ritornare nella sua originaria casa, la chiesa di Santa Fiora, ossia la Pieve delle Sante Flora e Lucilla, da dove proveniva.”

Oltre a questo, cos’ha portato la nuova proprietà?

“Oltre a un bellissimo restauro della villa, della cantina e della struttura agrituristica, negli ultimi 10 anni c’è stata anche una riqualificazione totale dal punto di vista produttivo in direzione di una maggiore valorizzazione dei suoli del nostro sangiovese per conferirgli sempre più eleganza, identità e carattere.”

Cantina Argiano dove viene prodotto il Brunello 2018, Wine of the year 2023 per Wine Spectator

In altre parole?

“In altre parole Argiano era nota per fare vini molto strutturati, in stile anche francese, mentre negli ultimi dieci anni abbiamo lavorato molto per dare un’identità più forte allo stile di Argiano, guardando alla tradizione con tecniche contemporanee di agricoltura rigenerativa, mentre ad esempio in cantina abbiamo optato per aggiungere vasche in cemento in modo da ottenere una vinificazione più neutra che rispettasse il carattere naturale del vino.”

Come si arriva con un vino sul tetto del mondo? Scoprilo a pagina 3

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Scrittore & Ambassador of Tuscany
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