2 / 3 – Domenico Ghirlandaio tra Roma e Firenze, insieme ad altri grandi

A Roma con altri “mostri” della pittura per la Cappella Sistina

Nel 1481, il Papa Sisto IV lo chiamò a Roma con Cosimo Rosselli, Sandro Botticelli e Perugino per dipingere nella Cappella Sistina la “Vocazione di Pietro e Andrea” e la “Resurrezione”. La Cappella doveva essere dipinta con dieci storie entro il 15 marzo 1482, pena una multa colossale. Ghirlandaio vi lavorò instancabilmente insieme ai suoi numerosi collaboratori, e riuscì a rispettare la scadenza: oltre al paesaggio riprodotto con ampia cura, vi dipinse anche una grande folla di personaggi inspirati al bel mondo fiorentino. Controversa è invece l’attribuzione al Ghirlandaio del Passaggio del Mar Rosso.

LA chiamata degli Apostoli di Domenico Ghirlandaio nella Cappella Sistina

Una nutrita produzione in poco più di 10 anni

Ghirlandaio creò molte opere d’arte la cui produzione resta tuttavia ristretta in poco più di una decina d’anni, dal 1480 al 1491. Le sue rappresentazioni pittoriche, che risultano talvolta un po’ statiche, non mostrano limitatezza nei mezzi espressivi, ma riflettono il gusto dell’epoca e, in particolar modo, dei committenti.

Tornato a Firenze, nel 1483 l’artista decorò la sala dei Gigli a Palazzo Vecchio. Nel 1485 realizzò gli affreschi e la pala della cappella Sassetti nella chiesa di Santa Trinita; mentre nel 1486, la Pala con “L’Incoronazione della Vergine“.

Insieme a lui, fra gli anni 1485 e 1490, collaborò il fratello Davide per i famosi affreschi de “Le Storie della Vergine e del Battista”, situate nel coro della chiesa di Santa Maria Novella, a Firenze. Molto probabilmente a quel lavoro collaborò anche un giovanissimo Michelangelo Buonarroti, a bottega dal Ghirlandaio dal 1488.

Perché Ghirlandaio a Firenze lo volevano tutti? Scoprilo a pagina 3

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