3 / 3 – Ghirlandaio: realismo, perfezione nel tratto e abilità nel ritratto

Ghirlandaio, l’artista à la page nella Firenze di allora

Domenico Ghirlandaio fece parte della cosiddetta “terza generazione” del Rinascimento fiorentino, assieme a maestri quali Verrocchio, i fratelli del Pollaiolo (Antonio e Piero) e il giovane Sandro Botticelli. La sua bottega fu, negli ultimi due decenni del XV secolo, una delle più grandi e organizzate della città.

Il realismo e la perfezione del tratto che caratterizzano le sue opere, la sua abilità nel ritratto, che usò spesso per immortalare i più famosi personaggi della Firenze dell’epoca, lo resero un artista molto richiesto, tanto che diversi esponenti della borghesia cittadina divennero via via suoi mecenati

Ghirlandaio eseguì affreschi e dipinti di soggetto religioso – i più richiesti in assoluto -, ma introducendo nella composizione scene di vita fiorentina, ritratti di personaggi contemporanei e, soprattutto, ambienti interni ed esterni reali e fedelissimi.

Per approfondire: Sandro Botticelli: il genio fiorentino tra sacro, mito e mistica

Particolare nella Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella dipinta da Domenico Ghirlandaio

Ghirlandaio, il verista che si liberò dalla durezza della pittura fiamminga

Aderendo all’idea del suo tempo che voleva l’arte classica come naturalistica, a imitazione della natura, Domenico Ghirlandaio dipinse precise rappresentazioni dei panorami che lo circondavano: alberi e montagne, case e animali, furono ripresi con un verismo commovente e finalmente libero dalla durezza della pittura fiamminga che aveva, sì, ravvivato l’arte italiana con colori brillanti, ma che al contempo l’aveva irrigidita.

Ghirlandaio, come un Velasquez, o un Hitchcock ante litteram, includeva sé stesso nelle sue opere

Quando il Ghirlandaio divenne uno dei pittori più famosi della sua epoca iniziò a includere sempre più spesso il proprio viso nelle opere che realizzava, riconoscibile soprattutto dal fatto che guarda lo spettatore, o anche per la posizione fiera in cui si ritrae.
Altri autoritratti sono individuabili per confronto con altri dipinti in cui si raffigura vicino a membri della sua famiglia, come il cognato Sebastiano Mainardi, il fratello David o il padre Tommaso Bigordi.

Cacciata di Gioacchino dal Tempio, Cappella Tornabuoni in Santa Maria Novella di Domenico Ghirlandaio

Gli ultimi anni della vita e la morte

Domenico Ghirlandaio negli ultimi anni della sua vita non si arrampicò più su impalcature per affrescare pareti di chiese, ma lavorò più volentieri nella sua bottega davanti a un cavalletto, e alla fine, l’11 gennaio 1494, morì di peste, a Firenze, dove fu sepolto nella chiesa di Santa Maria Novella.

Caro lettore, cara lettrice, se questo articolo ti è piaciuto potresti anche lasciarci un commento qui sotto, su FB, su IG, oppure condividerlo tramite il pulsante WhatsApp. Ma solo se ti va. Grazie di essere stato con noi.


Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

Informazioni sull'autore

Avatar photo
Poeta & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/domenico-ghirlandaio-artista-firenze-rinascimentale/" width="100%" count="on" num="3"]