29 Settembre 2021 2021-09-27T10:29:13+02:00 Sandro Botticelli: il genio fiorentino tra sacro, mito e mistica TuscanyPeople Tommaso Baldassini Share: Vita e opere di Sandro Botticelli, uno dei pittori più importanti del Rinascimento, autore di capolavori immortali come la “Nascita di Venere” e la “Primavera”. Sandro Botticelli, uno dei più grande artisti del Rinascimento Affrontare un mostro dell’arte rinascimentale come Sandro Botticelli nel breve respiro di un articolo non è cosa semplice. Proveremo a condensare la sua vita e il senso principale della sua opera in questo ridotto spazio web, così da offrire un’idea di massima del perché sia ritenuto uno dei più grandi pittori di tutti i tempi. Gli esordi di Botticelli: da orafo ad apprendista di Filippo Lippi Alessandro Filipepi, universalmente conosciuto col nome di Sandro Botticelli, nacque a Firenze intorno al 1445. S’ipotizza che il soprannome sia dovuto alla costituzione piuttosto robusta del fratello Antonio, detto “Botticello”, oppure a un’alterazione della denominazione della professione di orafo del fratello Giovanni: a Firenze l’orafo, o “battiloro”, veniva chiamato “battigello”. Anche Sandro, come Giovanni, intraprese l’attività di orafo ma, grazie ai pittori che frequentavano la bottega, scoprì la sua vera passione e diventò apprendista di Filippo Lippi. Botticelli, tuttavia, non disdegnò mai quanto aveva appreso come orafo: l’abilità a disegnare dettagli elaborati, spesso impreziositi dall’oro, caratterizzerà infatti anche la sua pittura. Negli Anni Sessanta del Quattrocento, Sandro Botticelli realizzò alcune opere piuttosto importanti, che tuttavia rivelano l’influenza del Lippi, tra cui la “Madonna col Bambino degli Innocenti”, la “Madonna col Bambino e due Angeli”, la “Madonna col Bambino e un angelo”. Nuovi riferimenti stilistici per il pittore rinascimentale Partito Filippo Lippi per Spoleto, dal 1468 Botticelli iniziò a prendere come punto di riferimento stilistico le opere di Antonio del Pollaiolo e quelle del Verrocchio: così realizzò la “Madonna del Roseto”, la “Madonna in gloria di serafini”. In questi anni dipinse anche la “Madonna della Loggia”, il “Ritratto di Esmeralda Brandini” e “La Madonna dell’Eucarestia”. Nel 1469 morì Filippo Lippi, e Sandro Botticelli, non disponendo di una vera e propria bottega, cominciò a lavorare in casa propria, finché, nel 1470, non venne incaricato dal Tribunale della Mercanzia di realizzare una spalliera dal significato allegorico Così nacque la “Fortezza”. Il dipinto raffigura una giovane donna che indossa un’armatura sopra la veste leggera e impugna lo scettro del comando. Nonostante gli attributi militareschi, la virtù allude alla forza e alla perseveranza nel perseguire il bene. Si trattava di un incarico pubblico di grande prestigio all’interno di un ciclo pittorico di virtù commissionato al Pollaiolo. Tuttavia, mentre il Pollaiolo adottò uno schema tradizionale, Sandro Botticelli inserì delle novità stilistiche. Le innovazioni furono a tal punto apprezzate dai committenti che l’apprendista stava quasi per sostituirsi al maestro. Questi però, profondamente contrariato, riuscì a limitare a quest’unica figura la partecipazione del giovane artista alla commissione. Il Botticelli si afferma come artista Nel 1472 Botticelli si iscrisse alla celebre confraternita degli artisti di Firenze, la Compagnia di San Luca. Sempre del 1472 è il dipinto “Ritorno di Giuditta a Betulia”. Il quadro ricorda da vicino i paesaggi del suo maestro Filippo Lippi. Allo stesso tempo però, porta alla luce lo stile proprio, identificabile dalle espressioni malinconiche delle due donne protagoniste. Durante il 1473 Botticelli realizzò il “San Sebastiano”, opera in cui l’artista mostra già un avvicinamento alla filosofia dell’Accademia neoplatonica, a cui doveva essersi accostato fin dai tempi della Fortezza. Questa filosofia, infatti, stava prendendo sempre più campo a Firenze e molti degli ambienti culturali frequentati da Botticelli ne rappresentavano dei punti di condivisione. Nel 1474, Sandro Botticelli si spostò a Pisa per realizzare un ciclo di opere legate al Camposanto Monumentale, lavoro che non venne mai portato a termine. Il vicino di casa di Botticelli, Antonio Vespucci, apparteneva a una delle famiglie più ricche della città, la stessa del famoso esploratore Amerigo. Grazie a Vespucci, il pittore entrò in contatto coi Medici, e questo segnò l’inizio del suo grande prestigio e della conseguente ricchezza. 👉 Leggi anche: Piazza dei Miracoli, un’allegoria della vita L’inizio delle commissioni della famiglia Medici Nel 1475 il pittore portò a termine la celebre “Adorazione dei Magi”, commissionata dal grande banchiere Gaspare Zanobi del Lama. In quest’opera Sandro Botticelli sperimentò alcune novità stilistiche inserendo nel dipinto anche alcuni dei membri della famiglia dei Medici, come Cosimo il Vecchio, Lorenzo il Magnifico e Giuliano de’ Medici. Nonostante fosse già maturo, lo stile pittorico di Botticelli era in costante evoluzione, come si può notare nel “Ritratto d’uomo con medaglia di Cosimo il Vecchio”, che mostra evidenti influenze di pittura fiamminga. I suoi spunti artistici non finivano mai, tanto che, nel 1478, realizzò il “Ritratto di Giuliano de’ Medici”, utilizzando ancora di più le caratteristiche dello stile fiammingo per creare qualcosa di completamente nuovo. Ormai affermato, nel 1480 la bottega di Botticelli era colma di allievi: è il periodo in cui realizza “Sant’Agostino nello studio” e, solo un anno dopo, l’”Annunciazione di San Martino alla Scala”. I lavori nella Cappella Sistina a Roma Lorenzo il Magnifico, scampato alla Congiura dei Pazzi, in cui trovò la morte il fratello Giuliano, per ragioni politiche decise di riconciliarsi con alcuni dei protagonisti della congiura stessa, tra cui papa Sisto IV e Ferdinando I d’Aragona. A tal fine, nel 1480 inviò a Roma molti artisti popolari per affrescare le pareti della Cappella Sistina: Cosimo Rosselli, il Ghirlandaio, il Perugino, e ovviamente Sandro Botticelli, che realizzò tre affreschi, “Prove di Mosè”, “Prove di Cristo” e la “Punizione dei Ribelli”. Botticelli torna a Firenze dopo la scomparsa del padre Nel 1482 scomparve suo padre, e il pittore fu costretto ad abbandonare Roma e a tornare a Firenze. In questi anni realizzò anche il “Ritratto di una giovane donna”, la “Madonna del Libro” e, molto probabilmente, la celeberrima “Primavera”. Più o meno nello stesso periodo, dipinse altri capolavori come “Pallade e il Centauro”, “Venere e Marte”, la famosissima “Nascita di Venere” e la “Madonna del Magnificat”. Due opere d’arte che hanno reso famoso Botticelli nei secoli La Primavera e la Nascita di Venere riflettono il clima culturale del tempo, abbinando il gusto della bellezza alla ricerca filosofica. Queste sono senza dubbio due delle opere realizzate per i Medici a cui è maggiormente legata la fama del Botticelli. Attraverso i fasti delle scene mitologiche, oltre ad alcune allusioni nascoste, il pittore celebra di fatto l’età felice inaugurata dai Medici a Firenze. Le linee eleganti che descrivono forme aggraziate, morbide, celebrano una nuova immagine di bellezza, un nuovo canone estetico. Le due donne sono figure ideali, alte e sottili, dallo sguardo dolce e dai capelli biondi sciolti al vento – un trucco per dare il senso del movimento delle figure -, o raccolti in raffinate acconciature. 👉 Leggi anche: Storia dei Medici: dalle origini all’estinzione della casata L’influenza di Girolamo Savonarola su Sandro Botticelli Tuttavia la sua fama, al tempo, era dovuta anche ai dipinti sacri. La quantità di richieste era così alta che a un certo punto Botticelli dové limitarsi a disegnare lo studio preparatorio, affidando la realizzazione delle opere ai suoi allievi. Nel 1492 morì Lorenzo de’ Medici e iniziò il breve periodo di gloria di Girolamo Savonarola, figura che colpì il pittore nel profondo dell’animo, portandolo addirittura ad abbandonare totalmente lo stile originale che aveva contraddistinto la sua carriera artistica. A testimonianza del passaggio stilistico tra le due fasi è il dipinto “La Calunnia”, realizzato tra il 1490 ed il 1495. Dello stesso periodo: la “Natività Mistica”; la “Crocifissione Mistica”; la “Madonna Bardi”; la “Pala di San Marco”; una seconda versione di “Santo Agostino nello studio”; la “Comunione di San Girolamo”; l’“Annunciazione di Cestello”. Nel 1498, alla morte di Savonarola, Sandro Botticelli era completamente cambiato, come si può notare dal forte misticismo che domina alcune delle opere di questi anni, come il “Compianto sul Cristo morto”. Negli ultimi anni della sua vita, dipinse l’“Ultimo miracolo”, “Morte di San Zanobi” e le “Storie di Virginia”. Come premesso, avremmo voluto dire molto di più, ma lo spazio online è tiranno, e finiamo qui. Ma tu, attento lettore, attenta lettrice, scrivici i tuoi commenti, magari gradiresti un ulteriore approfondimento? Siamo qui per questo. Attendiamo le tue parole, ci contiamo. 📍 PER APPROFONDIRE: 👉 Medici e Borgia: rivalità tra due delle famiglie più potenti del Rinascimento 👉 Perché Firenze è la culla del Rinascimento 👉 Caccia alle streghe: l’ombra sinistra del Rinascimento La Toscana è la tua passione? Anche la nostra! Teniamoci in contatto Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople Share: Informazioni sull'autoreTommaso BaldassiniPublisher, Blogger & Ambassador of Tuscany [fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/vita-e-opere-di-sandro-botticelli/" width="100%" count="on" num="3"]