Storia dei Medici: dalla morte di Lorenzo il Magnifico alla terza cacciate della famiglia da Firenze.

 

Piero dei Medici, Leone X e tutto ciò che accadde dopo la morte di Lorenzo il Magnifico

Si sa, quando muore un grande come Lorenzo il Magnifico, forse il più grande dell’intera stirpe medicea – checché ne pensi l’autorevolissimo Guicciardini -, si crea sempre un vuoto di potere difficile da colmare, soprattutto se il successore, Piero dei Medici, non possiede minimamente il carisma del defunto, né la sua abilità politica, né la sua accortezza diplomatica, né il suo ingegno, né il suo coraggio, in altre parole se, riassumendo il tutto con un’espressione popolare che ha perlomeno il pregio di rendere bene l’idea, “non gli lega nemmeno le scarpe”.

Questa triste sorte toccò al primogenito di Lorenzo e Clarice Orsini, Piero dei Medici, detto “il Fatuo”, o “lo Sfortunato”, due termini che già lo (s)qualificano e la dicono lunga sulle sue (in)capacità.

👉 Leggi l’episodio precedente della storia dei Medici: “Lorenzo il Magnifico, l’ago della bilancia della politica italiana”

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

Piero dei Medici detto il Fatuo

Benché educato fin dall’infanzia da precettori di altissimo profilo, come Angelo Poliziano, a diventare un giorno Signore di Firenze, Piero dei Medici costituì la palese dimostrazione di come la genetica non spiega tutto. Privo di carisma e di talento, il ragazzo era arrogante, indisciplinato e futile, a tal punto amante dei begli abiti da infastidire gli altri magnati fiorentini.

Dopo la morte del padre, nell’aprile del 1492, Piero dei Medici riscosse il credito concesso dai fiorentini a un secolo d’illuminata signoria medicea ma, come si dice, se lo giocò tutto in una mano dissennata dando subito prova della sua inettitudine. Fallirono miseramente i suoi tentativi di far sposare Lucrezia Borgia, figlia di papa Alessandro VI, con suo fratello Giuliano, Duca di Nemours (il papa non lo considerò neppure), così come fallirono le successive trattative, “di ripiego”, per far sposare il fratello con Laura Orsini, probabile figlia illegittima del papa.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

La fallimentare politica di Piero dei Medici

Anche nella politica interna Piero dei Medici si rivelò un disastro. Il palese clientelismo gli attirò molte ostilità, tra le quali la più curiosa gli venne da parte dei suoi cugini membri del ramo detto “dei popolani” che organizzarono una congiura contro di lui. La congiura fallì, i cugini vennero espulsi, ma il segnale negativo fu forte e chiaro.

Piero dei Medici non si distinse neppure sul piano culturale. Totalmente disinteressato verso qualsiasi forma di sapere – benché non fosse ignorante – il giovane Medici intrattenne pessimi rapporti con tutti gli artisti amati dal padre, tra cui quel Michelangelo Buonarroti di cui non sapeva intravedere il talento, al punto da ordinargli, durante la grande nevicata del gennaio 1494, di realizzare un statua di neve.

👉 Leggi anche: L’intramontabile genio di Michelangelo

Aneddoti fiorentini nascosti tra i vicoli di Firenze, scolpiti nelle pietre dei palazzi, storie trasformatesi in colorite espressioni gergali

Il declino della Repubblica Fiorentina

In mano a un tale personaggio, il fragile equilibrio tra gli staterelli italiani, che Lorenzo aveva così abilmente e faticosamente mantenuto, si sfarinò come creta secca.

Quando Carlo VIII di Francia decise di attraversare le Alpi per riprendersi il Regno di Napoli su cui vantava diritti ereditari, Piero dei Medici non solo non si oppose al suo passaggio per i territori della Repubblica di Firenze, ma si sottopose a un’umiliante resa incondizionata permettendo al regnante l’erezione di quattro piazzeforti in zone strategiche, e arrivando addirittura – narra un aneddoto della cui veridicità è però lecito dubitare – a inginocchiarsi davanti a lui per baciargli le babbucce.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

La seconda cacciata dei Medici da Firenze

L’episodio, più o meno aneddotico, incendiò gli animi antimedicei a Firenze e ridette fiato al Savonarola non più tenuto a freno da Lorenzo. Il 9 novembre del ’94 il popolo si ribellò, assaltò il palazzo dei Medici in via Larga, e instaurò una strana repubblica dal sapore teocratico che risentiva della forte influenza del frate domenicano. Il ramo principale della famiglia Medici venne esiliato, mentre quello secondario, schieratosi coi rivoltosi, fu richiamato in patria e acquisì il nome di “Popolano” per distinguersi dagli odiati parenti.

Quest’episodio costituì la seconda cacciata dei Medici di Firenze dopo quella toccata in sorte a Cosimo il Vecchio. Travolto dalle lotte tra fazioni interne e dalla feroce ostilità di papa Alessandro VI, Savonarola venne scomunicato e condannato al rogo le cui fiamme posero fine al suo breve dominio.

👉 Leggi anche: Cosimo il Vecchio e la prima cacciata dei Medici da Firenze

Storia dei Medici, il racconto delle vicissitudini politiche e personali di una delle più grandi dinastie italiane. In questo articolo parliamo di Lorenzo dei Medici detti il Magnifico

La morte di Piero e l’arrivo di Giovanni de’ Medici

Piero il Fatuo, Piero dei Medici, dopo aver infruttuosamente e variamente tentato di rientrare a Firenze, appoggiandosi ora a Siena, ora a Venezia, ora ai francesi, venne nominato da Luigi XII di Francia governatore di Cassino, e poco dopo morì ingloriosamente, così com’era vissuto, annegando nel fiume Garigliano, durante uno spostamento di battaglia dell’esercito francese.

L’autorità di capo-famiglia passò allora al cardinale Giovanni de’ Medici, quartogenito (secondo figlio maschio) di Lorenzo il Magnifico e Clarice Orsini. Giovanni rientrò a Firenze nel 1512 dopo aver sconfitto Luigi XII, alleato di Firenze. Con lui tornarono anche suo fratello Giuliano e il figlio di Piero dei Medici, Lorenzo, che, ormai ventenne, non vedeva la sua città da quando era bambino.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

Papa Leone X

Giovanni, grazie anche al sostegno del partito degli Orsini al quale era appartenuta la madre Clarice, nel 1513 fu eletto papa col nome di Leone X. Ormai il governo di Firenze non avveniva più a Palazzo Vecchio ma in Vaticano. Leone X fu un pontefice tra i più magnificenti (e tra più dispendiosi), grande mecenate di artisti (tra i principali Raffaello e Michelangelo) ma anche nepotista senza scrupoli. Grazie a lui Giuliano ottenne il primo titolo nobiliare mediceo, il “Ducato di Nemours“, mentre Lorenzo fu fatto “Duca di Urbino” da Francesco della Rovere, signore della stessa città.

Tutti e due vantarono spose di alto lignaggio e imposero al palazzo Medici di Firenze un’etichetta principesca e quei modi ampollosi dell’alta nobiltà che non avevano nulla a che vedere con l’austera semplicità di Cosimo il Vecchio. Ma tutto questo durò poco, perché morirono entrambi, poco più che trentenni, di malattie aggravate dalla gotta, patologia che non abbandonava ormai da secoli il ramo principale della famiglia. In seguito anche Leone X si spense prematuramente all’età di 46 anni.

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

Papa Clemente VII

Dopo il breve pontificato di Adriano VI, un papa fiammingo, la curia romana elesse di nuovo un Medici, Giulio – tra i più fidati consiglieri dello scomparso cugino, Leone X – il quale salì al soglio col nome di Clemente VII.

Quando si trattò di nominare il nuovo signore della città di Firenze, questi, tra Ippolito, figlio illegittimo di Giuliano di Neimours, e Alessandro detto il Moro, figlio di Lorenzo, duca d’Urbino, nato forse da una passione tra il Medici e una schiava mulatta, scelse il secondo, nonostante la sua pessima reputazione e la bassissima stima di cui godeva nella città toscana.

Alessandro il Moro fu il primo Duca di Firenze

Giovanni dalle Bande Nere e la terza cacciata dei Medici

Clemente VII fu protagonista di uno dei più difficili papati della storia. Alleatosi con i francesi ai danni di Carlo V, Imperatore del Sacro Romano Impero, dovette subire, nel 1527, una violentissima ritorsione nel famoso sacco di Roma (dal sapore di vera e propria crociata protestante) soprattutto ad opera del terribile esercito mercenario dei Lanzichenecchi.

L’unico che avrebbe potuto bloccarli sarebbe stato Ludovico di Giovanni de’ Medici, detto Giovanni delle Bande Nere, il vero condottiero di famiglia (padre di Cosimo I, futuro Granduca di Toscana), che però morì tra atroci sofferenze per una ferita di archibugio durante una battaglia presso il Po. Alla notizia del sacco di Roma, i fiorentini si ribellarono ad Alessandro il Moro e cacciarono lui e tutti i Medici dalla città. La terza cacciata della storia della famiglia.

Il papa fu imprigionato ad Orvieto, ma l’imperatore, forse pentito dalla piega troppo feroce che avevano preso gli eventi, si riconciliò con lui aiutandolo nella riconquista di Firenze attraverso il famoso assedio del 1529-1530 e l’investitura di Alessandro come Duca, atto che chiudeva la lunghissima stagione della Repubblica Fiorentina e sanciva definitivamente il dominio dei Medici sulla città.

👉 Leggi anche: Firenze: la trasformazione da Repubblica a Signoria

Alla morte di Lorenzo il Magnifico, il potere passò a Piero dei Medici inaugurando un periodo nero della storia di Firenze e della Repubblica Fiorentina.

Alessandro il Moro

Alessandro, detto il Moro per il colore scuro della pelle che alimentava le dicerie sulla sua origine “impura” e famigerato per il suo carattere vizioso e crudele, accentrò il governo nelle sue mani. Per difendersi da eventuali attacchi alla sua persona si faceva sempre accompagnare da un picchetto di guardie imperiali che solevano terrorizzare i cittadini con improvvise, sconvolgenti azioni.

Suo cugino, Lorenzino de’ Medici – detto Lorenzaccio per quel carattere “maledetto” che lo accomunava all’altro – essendo abituato a vivere alla pari con Alessandro, fu molto infastidito dal doversi sottomettere al suo nuovo rango. Tanto che nel gennaio del 1537, un giorno che il nuovo Duca gli si era presentato senza le sue guardie, gli tese un tranello e lo fece accoltellare da un sicario.

Alessandro il Moro morì all’età di 26 anni lasciando solo un figlio e una figlia illegittimi di pochissimi anni. Lorenzino, successivamente, subì una sorte simile quando, nel 1548, fu raggiunto a Venezia dai sicari di Cosimo I che lo accoltellarono appena fuori dalla casa della sua amante.

La Normale di Pisa si trova in Piazza dei Cavalieri ed è una scuola d'eccellenza in Toscana. Ma perchè la Normale di Pisa si chiama così?

Caterina dei Medici, regina di Francia

Una menzione d’onore e un’ampia trattazione a parte dovrebbe ricevere Caterina, figlia di Lorenzo di Urbino, la nipote preferita di Clemente VII, passata al secolo come Caterina de’Medici, regina di Francia.

La sua importanza nella storia europea dell’epoca è risaputa, ma appunto parliamo dei nostri cugini d’Oltralpe, non dell’Italia, né tantomeno di Firenze, e quindi riguarda solo indirettamente l’argomento centrale della nostra narrazione.

👉 Vai al prossimo episodio della Storia dei Medici: “Cosimo I, il primo Granduca di Toscana”

 

📍PER APPROFONDIRE:

👉 Caterina dei Medici, il giglio di Firenze e di Francia

👉 La triste storia di Maria Soderini e di suo figlio Lorenzaccio

👉 La Cupola del Duomo di Firenze: aneddoti e curiosità

👉 Girolamo Savonarola: santo, eretico o semplice moralizzatore?

La Toscana è la tua passione? Anche la nostra!

Teniamoci in contatto

 


Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/lorenzo-il-magnifico-piero-dei-medici/" width="100%" count="on" num="3"]