Da quanto lavora in azienda, Sofia?

“Io ho iniziato a lavorare gomito a gomito con mio padre circa 34 anni fa. Prima mi occupavo delle vendite, ma da 25 anni sono in cantina, affiancata negli ultimi tempi da Chiara.”

Tutto però è iniziato con suo padre Emidio

“Sì, mio padre ha cominciato con l’idea di fare un vino di altissima qualità, ma soprattutto genuino, senza mai usare nessun prodotto chimico né in vigna né in cantina, tanto che possiamo fare assaggiare 40 annate, ossia la storia di un vitigno.”

Emidio Pepe, premiato dalla Guida “Vini di Vignaioli Artigiani” 2024

Ma c’era una ragione, Sofia, per cui suo padre aveva deciso di puntare sulla qualità? Si trattava di una tradizione della zona o era una mosca bianca?

“Era senz’altro una mosca bianca. Quando ha iniziato lo prendevano un po’ tutti per matto. Ma lui fin da subito prese ad accatastare le bottiglie: di ogni annata ne metteva via un po’, creando la cantina d’invecchiamento. Le imbottigliava e le metteva via, senza filtrare, senza chiarificare, senza far nulla. Gli altri gli dicevano: sei matto, tra qualche anno ti si rovina tutto e non avrai più niente. Bisogna pensare, in effetti, che in quegli anni il Trebbiano e il Montepulciano d’Abruzzo erano considerati dei vini da taglio, da vendere sfusi. Invece mio padre era sicuro che per come lo faceva lui, lasciandolo vivo, dopo 50 anni sarebbe stato un grande vino.”

E il tempo gli ha dato ragione

“Sì, in Abruzzo siamo una delle poche aziende che ha in vendita 40 annate. Adesso c’è più consapevolezza. Mia nipote fa le aste a New York, a Londra, e oggigiorno il mondo del collezionismo considera il Montepulciano d’Abruzzo un vino dal grandissimo potenziale d’invecchiamento, e quindi un ottimo investimento, ma all’epoca no, nessuno lo sapeva. Mio padre in questo senso è stato un pioniere.”

Bottiglia di vino su tavolo di legno

Dunque una pura intuizione quella di suo padre

“Assolutamente sì. Mio padre si arrabbiava perché amici e conoscenti scappavano dalla campagna verso la città, mentre lui diceva: io mi voglio realizzare con la mia terra. Ne era orgoglioso. È sempre stato un contadino ma con la mente aperta perché viaggiava tantissimo, e nei suoi viaggi la prima cosa che raccontava era l’Abruzzo, la terra, i panorami, il Gran Sasso, e solo dopo narrava i suoi vini.”

Ma come viene fatta la vinificazione da Emidio Pepe? Scopri tutto a pagina 3

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
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