Vita e opere dei più grandi compositori toscani del passato, musicisti di fama mondiale che hanno lasciato un segno profondissimo nella storia della musica

1 / 4 – I grandi compositori toscani del passato

L’immensa arte toscana è anche musicale

La Toscana è sinonimo di arte. E l’arte in Toscana è sinonimo di eccelsa pittura, scultura, architettura, letteratura, mentre in genere, sbagliando, si pensa meno alla musica. Invece abbiamo avuto anche grandi compositori toscani famosi in tutto il mondo. Uno per tutti, Giacomo Puccini, lucchese d’origine, uno dei maggiori operisti di sempre. Chi non conosce La bohème, Tosca, Madama Butterfly o Turandot? Chi può sostenere che l’Opera senza Puccini sarebbe stata la stessa? Puccini sta alla lirica come Dante alla poesia, Michelangelo alla scultura, Brunelleschi all’architettura, Leonardo alla pittura.

E vogliamo forse dimenticare Mascagni o Boccherini? E poi ce n’è uno che in genere non ci viene in mente perché è molto antico – risale addirittura a prima dell’anno Mille – ma che è stato un innovatore di tale portata da arrivare a rivoluzionare la storia stessa della musica: Guido d’Arezzo, anche conosciuto come Guido Monaco.

Il poster originale dell'opera Turandot di Giacomo Puccini

Guido d’Arezzo e l’invenzione della notazione musicale

Siamo nell’anno Mille quando questo monaco benedettino, insegnante di musica, si rende sempre più conto di quanto sia difficile per gli altri monaci ricordare i tradizionali canti gregoriani, e così s’ingegna ad aiutare i propri fratelli e inizia a sperimentare la notazione sui canti gregoriani nelle cattedrali di Pomposa e Arezzo.

Ma esisteva, prima di lui, un sistema di notazione?

Esisteva già, in effetti, un sistema di notazione, quello neumatico, che non si basava su note musicali, ma su neumi e melismi, ossia sulla trascrizione di una formula melodica e ritmica applicata a ogni singola sillaba. Il sistema tuttavia era macchinoso e complesso da decifrare, e gran parte dell’insegnamento e della trasmissione della musica era comunque legata a filo doppio con la tradizione orale.

Le note dei canti gregoriani

Non fu facile imporre il nuovo sistema di notazione

Le sue innovazioni incontrarono tuttavia molte resistenze, e per scappare da invidie e accuse si rifugiò ad Arezzo. Ad accogliere il monaco a braccia aperte nella sua (presunta) città natale – la sua nascita se la contendono Ferrara, Talla (Ar), Pomposa, e appunto, Arezzo – c’era la fiorente scuola di canto della Cattedrale, col vescovo Tedaldo che l’avrebbe protetto. Tanto che non è un caso che il Micrologus di Guido d’Arezzo, il trattato e testo musicale più diffuso del Medioevo, fosse dedicato proprio a Tedaldo.

Ma come nacquero le attuali note e il pentagramma usato in tutto il mondo? Scoprilo a pagina 2

Informazioni sull'autore

Scrittore & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/grandi-compositori-toscani-del-passato/" width="100%" count="on" num="3"]