2 / 3 – Tutto iniziò a la Villa sopra “Madonna della Querce”

Cappella, teatro rinascimentale e giardini barocchi

Il nuovo resort di Firenze si estenderà in tutta l’area del collegio, 15 ettari e mezzo, e ricomprenderà i tre edifici del XVI secolo che lo compongono, tra cui una cappella e un teatro rinascimentali. Circondato da altissime querce, il parco avrà anche ampi prati, oltre a cinque livelli di giardini barocchi terrazzati. Per il restauro si stanno utilizzando colori brillanti, materiali di provenienza locale, mobili antichi e moderni, e opere d’arte. Gli interni dell’hotel, spiegano gli architetti, combineranno «l’arte del Rinascimento con un moderno design italiano».

Ma cos’era, prima il Collegio alla Querce? Qual è la sua storia?

In principio erat…

Tutto è iniziato nel Quattrocento alla Villa sopra “Madonna della Querce”. La famiglia Del Grasso, che abitava nel centro della Firenze di allora, possedeva una tenuta lungo l’attuale Via Madonna della Querce, dove trascorreva le ferie estive.

Dopo un succedersi di proprietà della Villa, dai discendenti dei Del Grasso ad altre famiglie nobili, tra cui anche il Granduca Leopoldo II (Canapone), il podere della Querce fu acquistato all’asta dai barnabiti, da parte del primo Rettore Padre Luigi Cacciari, per 81.000 Lire. Fu lui che, ad emblema, volle fosse piantata nell’estremità sud del giardino dei Padri una piccola querce che, crescendo, scandisse anche gli anni della vita del Collegio, col motto: Ingentes tendat ramos et tempora cingat. L’albero durò fino al 9 agosto 1944, quando un cannoneggiamento tedesco colpì il Collegio e schiantò la querce. Potata e curata, vivacchiò ancora qualche anno, poi seccò.

L'ex Collegio della Querce nella zona de Le cure a Firenze

L’importanza del collegio per l’area de Le Cure

Per la zona de Le Cure l’edificio che ospitava il collegio rivestiva un doppio valore, religioso e affettivo: è lì infatti che, secondo la tradizione, nel 1520 la Madonna apparve e guarì un malato. Dal 1868, poi, i fiorentini iniziarono a frequentarlo, prima come convitto, poi come scuola. All’interno delle sue sale fu installato anche un osservatorio geodinamico che, grazie soprattutto al barnabita Timoteo Bertelli che condusse una serie di esperimenti e studi, riuscì a offrire un contributo significativo allo sviluppo della sismologia teorica e sperimentale. La ricerca scientifica continuò fino ai primi anni Trenta. Tanto che la collezione della scuola contiene strumenti utilizzati durante la ricerca (saranno esposti nell’ingresso), che comprendono prototipi di macchine usate per la telegrafia e le comunicazioni radio.

Il Collegio fu anche una valente scuola: vai a pagina 3

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