4 / 4 – A tu per tu coi produttori dell’Unione dei viticoltori di Panzano in Chianti

Renzo Marinai

L’Azienda è nata ufficialmente negli anni ’90, quando ha iniziato a imbottigliare i propri vini. Renzo Marinai – il primo in tutto il Chianti a credere nel biologico – vendette l’attività nel 2013 a un olandese per conto del quale Jan, il nostro interlocutore, amministra tutto. L’impronta è comunque rimasta quella originaria, così come l’enologo, nonostante siano stati operati grandi investimenti, sia in cantina che nel campo, per migliorare la qualità, puntando sempre all’eccellenza.

Producono Chianti Classico, Riserva e Gran Selezione, come da disciplinare, oltre a un IGT, il Conca d’oro, cabernet sauvignon in purezza, uvaggio che in questo territorio benedetto da Bacco si sviluppa a meraviglia. Infine dispongono di un’area dove allevano vitigni autoctoni – ciliegiolo, canaiolo, colorino, mammolo, pugnitello e foglia tonda – con cui fanno il Kàdar, vino storico che nasce da uve poste su un tonneaux verticale, a chicco intero, dove macera per 5/6 mesi.

Uva scura in un cesto. Vendemmia. Uva da vino rossa. uva blu scuro, uva da vino in un cesto.

Vallone di Cecione

Vallone di Cecione è una piccola, genuina, realtà familiare condotta da Francesco Anichini, un vero appassionato ed entusiasta del suo lavoro naturale e artigianale. Sono biologici da sempre, mentre da qualche anno lavorano anche in biodinamica, pure se non certificata. I loro vini risultano autentici e riflettono il loro modo di fare agricoltura.

Molto interessanti il Chianti Classico, così come il Canaiolo in purezza e la Malvasia Nera sempre in purezza, particolarmente apprezzata a Vino al Vino. E a proposito, com’è andata la manifestazione? “Bene, abbiamo notato maggiore qualità quest’anno nel pubblico, attento ed esperto”. Ottimo.  Ah, per il 2024 aspettiamoci un Chianti Gran Selezione tutto da scoprire.

Per approfondire: Vallone di Cecione, l’ex mezzadria che si fa azienda internazionale

Vino al Vino a Panzano 29esima edizione, Chianti, Toscana

Castello dei Rampolla

Castello dei Rampolla va oltre il biologico, è un’eccellenza della nostra enologia – con vini da 96-97 punti/Parker, tanto per intendersi – che ha fatto della biodinamica la sua profonda filosofia produttiva. Non si sentono i padroni, ma i custodi della terra, verso la quale nutrono il più grande rispetto.

L’azienda fu fondata nel ’65 da Alceo Di Napoli Rampolla il cui sogno era creare un grande vino. Ma si dovettero attendere più di trenta anni, fino al ’96, perché proprio Alceo potesse dare il nome al primo vino biodinamico prodotto da Castello dei Rampolla, D’Alceo, appunto, uno straordinario IGT, blend di cabernet sauvignon e petit verdot.

Com’è andato Vino al Vino 2023?

Ci risponde Maurizia di Napoli Rampolla: “Bene, forse meno persone del solito, ma di maggior qualità. Mi piace il sentimento che trasmette questa iniziativa: tutti i produttori di Panzano insieme, uniti nel loro comune intento di valorizzare il territorio, di fare gruppo, di comunicare le loro idee profondamente rispettose dell’ambiente e della natura”.

Per approfondire: L’agronomo di fama internazionale Adriano Zago ci racconta l’agricoltura biodinamica

Due bicchieri di vino rosso toscano biodinamico

Caro lettore, cara lettrice, se questo articolo ti è piaciuto potresti anche lasciarci un commento qui sotto, su FB, su IG, oppure condividerlo tramite il pulsante WhatsApp. Ma solo se ti va. Grazie di essere stato con noi.


Foto Vino al Vino ©GiampieroMartino

Riproduzione Riservata ©Copyright TuscanyPeople

Informazioni sull'autore

Tommaso Baldassini Editore
Publisher, Blogger & Ambassador of Tuscany
[fbcomments url="https://www.tuscanypeople.com/29esima-edizione-di-vino-al-vino-a-panzano/" width="100%" count="on" num="3"]